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I “paradossi” della formazione professionale finanziata in Sicilia

Redazione

I “paradossi” della formazione professionale finanziata in Sicilia

Dom, 19/02/2017 - 15:32

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Strane cose che succedono nella nostra Isola. Almeno a cercare di comprendere qualcosa nel confuso guazzabuglio che si chiama Formazione Professionale finanziata, ferma al palo da piÙ di due anni e “terreno di caccia” di enti noti e meno noti, alcuni acciaccati, altri nuovi fiammanti, tanto da non avere neanche uno straccio di sito o un account di posta istituzionale.

Muniti di tanta pazienza e setacciando la Rete, ci siamo accorti di alcuni paradossi, che a dir poco denotano una superficiale vigilanza e una assoluta noncuranza degli interessi legittimi di disoccupati di ogni età , il cui diritto alla formazione è negato da un’Amministrazione regionale che annaspa tra ricorsi e riproposizioni, debiti e denunce; l’ultima è quella che ha visto, proprio qualche giorno fa, l’invio alla Procura della Repubblica degli atti riguardanti l’avviso 8 da parte dell’On. Venturino.

Paradosso 1: enti affidatari di milioni di euro che non hanno una mail istituzionale (peraltro obbligatorio ai fini dell’accreditamento) o che hanno un sito sfornito di informazioni. Come fare per avere notizie sull’offerta di tali enti, per valutarne la qualità della comunicazione? Mistero. In molti casi si viene invitati a chiamare un numero di cellulare.

Parodosso 2: enti affidatari di svariate corsualitá in diverse località della Sicilia (meglio se in cima alle Madonie o ai Nebrodi, perché era un criterio che faceva prendere tanti punti in fase di selezione) che dichiarano candidamente, a chi chiede informazioni, di non sapere ancora dove verranno svolti i corsi. Ora, poiché le azioni formative devono necessariamente svolgersi in locali con i requisiti di legge, gli enti di cui sopra non sono evidentemente organizzati in maniera stabile ma effettuano attività “mordi e fuggi”, precariamente allocate e ancor più precariamente attrezzate, persino in comuni con meno di 400 abitanti. Tutto questo mentre altri soggetti, regolarmente accreditati e storicamente strutturati secondo la norma, sono stati esclusi dalla possibilitá di svolgere corsi di formazione. W la qualità!

Paradosso 3: enti affidatari di belle fette di denaro pubblico, raccolgono le iscrizioni degli aspiranti allievi presso studi di consulenti o presso parrocchie. Ora, ben vengano le attività che raggiungono capillarmente tutti i territori, anche i più disagiati, ma é possibile che i suddetti enti neo-milionari non dispongano di sedi di segreteria con personale idoneo all’accoglienza dei candidati, ciò è valutazione delle aspirazioni, analisi delle attività professionali per garantire il successo formativo (competenze, opportunità di lavoro) e non la semplice collezione di attestati.

Paradosso 4: sono in partenza, secondo la graduatoria dell’Avviso 8, circa 1.058.000 ore di formazione. Ma gli enti affidatari, quelli dei paradossi 1, 2 e 3, garantiranno l’occupazione degli operatori dell’Albo? Sembra difficile. Bandi frettolosi e parametri di selezione fantasiosi rendono quasi impossibile la prelazione agli operatori della formazione professionale che fino a 2 anni fa lavoravano nel comparto. D’altronde, si sa, tra qualche mese si vota, meglio farsi nuovi amici.

Personale storico, sedi attrezzate e organizzazioni collaudate non si rassegnino. La giustizia, seppur lentamente, arriva (vedi i casi Genovese e Genco), specialmente quando é stata già messa in moto, da più parti e con più motivazioni.