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Sicilia, mafia operazione “doppia sponda”: armi e droga Messina-Catania, 19 arresti

Redazione

Sicilia, mafia operazione “doppia sponda”: armi e droga Messina-Catania, 19 arresti

Gio, 19/01/2017 - 08:56

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MESSINA – Vasta operazione dei carabinieri di Messina tra le province di Catania e Messina. Colpite 19 persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip su richiesta della Dda della citta’ dello stretto (13 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di firma), per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e altro. L’inchiesta, denominata “Doppia sponda” e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Messina, ha permesso di fare luce due gruppi criminali attivi nel territorio del capoluogo peloritano, che gestivano un vasto traffico di droga anche grazie agli stretti collegamenti con esponenti di vertice di gruppi mafiosi catanesi. Il capo dell’organizzazione continuava a dare ordini dal carcere. Definiti gli assetti interni del gruppo e le responsabilita’ in ordine all’approvvigionamento e alla commercializzazione di ingenti partite di cocaina e marijuana, destinate alle principali piazze di spaccio.
Una nuova generazione che aveva preso il controllo di una fetta del mercato della droga a Messina. I quartieri della zona sud erano le maggiori piazze dello spaccio del gruppo smantellato dai carabinieri con l’operazione sfociata nell’esecuzione di 17 misure cautelari, mentre altre due persone sono irreperibili. Scoperte due organizzazioni dedite allo spaccio di stupefacenti che si approvigionavano nella zona di Catania e in Calabria. L’operazione scaturisce da un’indagine avviata nel 2013 dai carabinieri del Nucleo investigativo e coordinata dal sostituto della Dda Maria Pellegrino. L’attenzione si e’ rivolta su due gruppi, che si sarebbero succeduti nel tempo, riconducibili a Marco D’Angelo,29 anni e Maurizio Calabro’, 38 anni. Quest’ultimo, arrestato nel luglio 2013 dopo essere statosorpreso con quasi 5 chili di marijuana, sarebbe stato in grado di impartire, anche dal carcere, agevoloato peraltro dai con i legami con la mafia catanese, le disposizioni per la gestione delle attivita’ del traffico di droga. Le indagini sono cominciate dopo l’arresto di uno spacciatore che a marzo 2013 e’ stato trovato in possesso di oltre un chilo di marijuana. Dalle indagini e’ emerso che Calabro’ si preoccupava di reperire la droga attraverso canali in Calabria e con il catanese Sebastiano Sardo. Un legame strettissimo con questo tanto che Calabro’ si era tatuato sul braccio il nome di Sardo – poi divenuto componente essenziale del gruppo con Giuseppe Cucinotta, Antonino Pandolfino, Letterio Russo e Samuele Zocco – con cui si scambiava da dietro le sbarre comunicazioni e messaggi. Dopo l’arresto di Calabro’, la gestione del gruppo, secondo gli investigatori, e’ passato a Giuseppe Valenti, ma presto sono cominciati i problemi con gli altri membri anche perche’ non aveva lo stesso controllo e carisma. Per gli investigatori questa situazione favorisce l’ascesa di Marco D’Angelo che modifica il metodo di spaccio e si affida ad uno stretto numero di complici. Fissa anche delle regole nella gestione , il venerdi’ e’ il giorno fissato per la riscossione degli introiti. D’Angelo annotava tutto su un taccuino, una sorta di libro mastro che e’ stato trovato dai carabinieri. Un giro d’affari vasto secondo i carabinieri di circa 23-24.000 euro in circa quindici giorni. Le partite di droga, per sviare i sospetti, venivano chiamate “rose rosse” o “prezzemolo”. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato anche un fucile calibro 12. “Un’attivita’ di spaccio e smercio che era trasversale – ha detto il colonnello Jacopo Mannucci Benincasa, comandante provinciale dei carabinieri- si tratta di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana importata tanto dall’altra dello Stretto che dal centro etneo da qui il nome dell’operazione Doppia sponda di approvvigionamento dello stupefacente, un’organizzazione che aveva il monopolio in numerosi quartieri cittadini e sulla fascia jonica”.
Questi i 19 destinatari delle misure cautelari nell’operazione antidroga “Doppia spionda dei carabinieri di Messina (13 dei quali ristretti in carcere, 4 sottoposti agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di firma): Antonio Barbuscia, 29 anni, Maurizio Calabro’, 38 anni, Santino Calabro’, 45 anni, Francesco Crupi, 25 anni, Marco D’Angelo, 29 anni, Salvatore Di Mento, 38 anni, gia’ detenuto per altra causa; Filippo Iannelli, 34 anni, Rocco Lanfranchi,, 28 anni, Gianluca Miceli, 23 anni, Domenico Giovanni, Neroni, 28 anni, Salvatore Micali, 23 anni, Antonino Pandolfino, 24 anni, Paolo Panto’, 34 anni, gia’ detenuto per altra causa; Massimo Raffa Laddea, 24 anni, Sebastiano Sardo, 31 anni, nato a Catania, Rocco Valente, 53 anni, gia’ detenuto per altra causa; Giuseppe Valenti, 31 anni. Sono ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e altro. Al momento i due irreperibili sono attivamente ricercati dai carabinieri.

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