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Pietro Grasso: “web non e’ democrazia ma politica ritrovi etica trasparenza”

Redazione

Pietro Grasso: “web non e’ democrazia ma politica ritrovi etica trasparenza”

Mar, 24/01/2017 - 09:27

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ROMA – “Sono certo che la democrazia parlamentare non potra’ mai essere soppiantata dalla democrazia deliberativa, attraverso consultazioni dei cittadini sul web, che lascerebbe i diritti delle minoranze privi di rappresentanza e tutela in un mondo senza regole. Se pero’ i Parlamenti non sapranno adattare il loro ruolo alle sollecitazioni provenienti dalla societa’, particolarmente dei giovani, il rischio e’ che la loro delegittimazione diventi irreversibile. Solo con i fatti e le strategie trasparenti ed efficaci la politica potra’ superare il pregiudizio diffuso fra i cittadini, particolarmente fra i giovani e talvolta confermato dai comportamenti, della sua compromissione etica”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso intervenendo a Barcellona alla Conferenza del Secondo Forum regionale dell’Unione per il Mediterraneo: “Il Mediterraneo in azione: i giovani per la stabilita’ e lo sviluppo”. “I Parlamenti devono, inoltre, interpretare in modo concreto la necessita’ dei giovani di avere prospettive effettive di realizzazione delle proprie aspirazioni – ha aggiunto la seconda carica dello Stato -. Una priorita’ e’ dunque la riscoperta del primato della politica anche nella sua dimensione etica, a partire dalle procedure di selezione e formazione dei rappresentanti del futuro. Per convincere i giovani della necessita’ di non estraniarsi alla politica cosi’ da non lasciare ad altri le decisioni sul loro futuro, bisogna partire dal ruolo dei partiti, sostenendone l’importante funzione di intermediari, di cinghia di trasmissione dei bisogni dei cittadini, soprattutto in termini di crescita e di sviluppo, anche per evitare il formarsi di movimenti anti-sistema. I Parlamenti devono imparare ad affrontare le priorita’ politiche con maggiore concretezza, sviluppando una conoscenza diretta della realta’, anche attraverso un contatto piu’ continuo con la societa’, con le periferie del Paese, con le aree di emarginazione che generano populismo e radicalismi”.

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