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Giovanni Veneziano: “Sbattiamo il mostro in prima pagina”

Redazione

Giovanni Veneziano: “Sbattiamo il mostro in prima pagina”

Lun, 30/01/2017 - 17:24

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Un nuovo scandalo travolge il Vaticano: un facoltoso medico prima di morire ha rivelato che Monsignor Calogero La Piana era il suo amante. Il settimanale L’Espresso lo racconta con dovizia di dettagli: A Messina c’è un’altra storia che il Vaticano ha preferito coprire con una coltre di silenzio”.

 Queste notizie sulla presunta  omosessualità  di  monsignor Calogero La Piana mi colpiscono, in particolare, per la voglia di repressione preventiva che alberga nei cuori di molti italiani. Leggendo alcuni commenti inviati ai giornali mi viene da pensare ad una vera e propria sindrome da paura cronica. Capisco la concitazione del momento, capisco la paura che si cela dietro l’incitazione “bastoniamoli”. Capisco, ma non per questo debbo accettare che si giudichino le persone per sentito dire, senza che si sia avuta una sentenza, quindi innocenti fino a prova contraria. Certo i giornali non aiutano a capire, anzi sono i primi ad emettere condanne, sbattendo nomi e cognomi in prima pagina; negli articoli che sono stati scritti in questi giorni si mescolano troppo facilmente ed acriticamente fatti e supposizioni,  ancora tutti da dimostrare. Non faccio l’avvocato, non sono un esperto della tecnica forense, tuttavia faccio alcune considerazioni, non per scagionare o sminuire il portato della vicenda,  ma solo per pormi qualche interrogativo su una faccenda che puzza un po’ troppo di semplicistico. Negli articoli dei giornali non si citano le fonti, non si dice di quali testimoni si parla, non si citano i contenuti delle testimonianze. Si prendono semplicemente per buone le poche indicazioni fornite non si sa da chi.

E mi domando: questo Mostro  si meritava di essere citato, con tanto di nome e cognome, prima ancora che si potessero approfondire gli elementi a suo carico?

Sono certo che verrò accusato di essere il censore delle libertà di stampa, oppure di passare come quello che vuole insegnare agli altri come fare il loro mestiere. Non mi animano né l’uno né l’altro proposito. Vorrei soltanto che ci ponessimo  delle domande invece di ricorrere a facili risposte. Purtroppo mi pare, almeno dal mio punto di vista, che si stia tentando in tutti i modi non di cercare la Verità, ma di infangare il più possibile tutta la Chiesa. In questa lotta ideologica l’importante non è discutere, argomentare, ma screditare, e se il Novecento con le sue becere ideologie non è riuscito ad eliminare il cristianesimo, ora si tenta di lacerare le anime dei cristiani. Come diceva Sant’Agostino. “Il vero bersaglio è l’anima delle persone:  il demonio – che pure ha già perso la partita – le prova tutte pur di assassinare il maggior numero di anime possibili”. Anche se questa spiegazione, magari apocalittica, può far sorridere, c’è una frase di Gesù che ci può aiutare a riflettere: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere l’anima”.

Secondo l’inchiesta giornalistica, monsignor La Piana avrebbe intrattenuto relazioni omosessuali con un ricco medico della sua diocesi ottenendo da questi una ricca disposizione testamentaria. Insomma, secondo il giornalista Emiliano Fittipaldi, il vescovo di Messina, per via dei suoi presunti rapporti omosessuali col medico, avrebbe conseguito un lucroso lascito ereditario. Si difende Monsignor Calogero La Piana: “Fittipaldi ha dato voce e credito a sacerdoti della mia diocesi che mi sono ostili. Questa è opera del diavolo.” E’ lo sfogo a La Fede Quotidiana di monsignor Calogero La Piana:  “Fittipaldi sbaglia. Nei miei confronti da tempo si è scatenata una vera offensiva priva di sostanza per infangarmi. Una volta hanno sostenuto che avevo creato problemi economici alla diocesi. Non potendo suffragare questa accusa priva di ogni valore, ecco quella della omosessualità e della eredità.  Perché Fittipaldi dopo aver raccolto, a suo dire, quegli elementi, non ha sentito la minima esigenza di ascoltare la mia versione?  Fittipaldi ha seguito acriticamente i veleni di alcuni sacerdoti diocesani che nutrono rancore verso di me, sono due nel particolare. Quello che si afferma nel capitolo del libro “Lussuria” non è frutto di Fittipaldi, ma il veleno di un gruppetto di preti locali scontenti verso di me per motivi di interesse, che si sono vendicati. Aggiungo che il capitolo dedicato a me è fuori tema,   perché  il libro tratta della pedofilia. Siccome la bugia è figlia del diavolo, lo dice il Vangelo, ecco che questo libro è opera del demonio alla pari di chi, anonimamente, calunnia per motivi di rancore”.

In merito al testamento, La Piana dice: ”Fittipaldi poteva benissimo chiedere alla diocesi di Messina e sarebbe stato tutto chiaro. Io ho donato tutto sino all’ultimo e non ho tenuto nulla per me, non mi sono arricchito, vivo qui in un pensionato dei salesiani. In quanto ai rapporti omosessuali sono una bufala. Il benefattore una volta ammalatosi e ormai solo, ha scelto autonomamente di cambiare il testamento donando a me i suoi beni,  perché io gli ho mostrato attenzione e vicinanza, chiamandolo al telefono o anche facendogli  visita. Scelse spontaneamente di cambiare il beneficiario del testamento, io neppure volevo.”

Ecco, questo è il vero scandalo: sbattiamo subito “il mostro” in prima pagina, salvo poi  se è innocente, ignorare o rettificare nelle ultime pagine.

 Giovanni Veneziano

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