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Caltanissetta, anno giudiziario. Romeo: “Gravi carenze di organico. Mafia, omicidi + 100% e punta ai minori tra affari crisi e Milano”.

Redazione

Caltanissetta, anno giudiziario. Romeo: “Gravi carenze di organico. Mafia, omicidi + 100% e punta ai minori tra affari crisi e Milano”.

Sab, 28/01/2017 - 09:28

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CALTANISSETTA – La carenza di organico continua ad essere uno dei problemi dei Tribunali del distretto di Caltanissetta che accorpa anche quelli di Gela ed Enna e dove si concentrano i delicati processi sulle stragi di mafia. E’ quanto emerge, dalla relazione del presidente della Corte d’Appello vicario, Maria Giovanna Romeo, illustrata nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario e relativa al periodo compreso fra il primo luglio 2015 e il 30 giugno 2016. Dall’analisi delle piante organiche si evince che “per quanto riguarda la Corte di Appello, sui quattro posti previsti di presidente di sezione e’ rimasto sostanzialmente vuoto, per tutto il periodo, un posto di Presidente della sezione penale, mentre quello di Presidente della sezione civile, vacante dal settembre 2015 e’ stato coperto da un magistrato che ha lasciato l’Ordine Giudiziario il primo luglio 2016 ed e’ tuttora vacante; e’ rimasto scoperto fino al mese di aprile 2016 uno dei due posti di consigliere addetto al settore lavoro. Nel primo semestre 2016 sono stati trasferiti ad altra sede due consiglieri della sezione penale (su 5 consiglieri addetti in tutto al comparto penale), creandosi cosi’ scoperture che sono state fronteggiate con l’assegnazione del consigliere della Corte di Assise di Appello e di un consigliere della sezione civile. Le scoperture, hanno creato non poche difficolta’ e rallentamenti dell’ordinaria attivita’, sia nel campo penale che in quello civile. Con riferimento ai Tribunali ordinari, il Tribunale di Enna continua a soffrire della effettiva scopertura di due posti su un organico di 16 unita’ per l’applicazione in altri distretti di due magistrati. Vuoti molto prolungati si sono registrati in particolare nei Tribunali di Caltanissetta e di Gela: il posto del Presidente del Tribunale di Caltanissetta, vacante dal 31 dicembre 2015 e’ stato coperto soltanto il 30 giugno 2016; nell’organico dei Presidenti di sezione al Tribunale di Caltanissetta sono rimasti scoperti 2 posti su 5 e a Gela il posto di Presidente di sezione e’ rimasto scoperto per tutto il periodo in esame. Anche gli Uffici requirenti hanno dovuto registrare numerosi posti privi di titolare. Con riferimento ai singoli uffici la maggiore scopertura si rinviene alla Procura di Enna con una percentuale del 56% sulla pianta organica dei magistrati ordinari; segue la Procura di Gela col 50% di scopertura, infine la Procura della Repubblica di Caltanissetta con un 37% in meno di effettive presenze nella Magistratura ordinaria (il dato statistico di scopertura comprende anche i sostituti procuratori assegnati alla Dda).
La presenza delle organizzazioni mafiose, continua a condizionare pesantemente un sano sviluppo economico, in primo luogo con imposizioni estorsive. Continua a dominare Cosa nostra anche se e’ stata fortemente indebolita da diverse inchieste, dalla crisi economica, che ha fortemente ridotto il volume globale di forniture e servizi e quindi proporzionalmente gli affari controllati dai clan e dalla maggiore difficolta’ a penetrare negli appalti pubblici e per la crescente resistenza all’assoggettamento al pizzo che, seppur sempre con difficoltosa’, si va facendo strada nella societa’ civile. Emerge, dalla relazione del presidente della Corte d’Appello vicario, Maria Giovanna Romeo, illustrata nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. In particolare “il fenomeno che nell’anno appena trascorso rappresenta una novita’ rispetto al passato e’ l’accertamento delle infiltrazioni in Lombardia di Cosa nostra (nel recente passato era accertata l’infiltrazione della ‘ndrangheta) e in particolare di esponenti di una famiglia mafiosa del territorio ennese, la famiglia di Pietraperzia, con legami con la ben piu’ famosa famiglia di Castelvetrano del noto boss Matteo Messina Denaro”.
Per il magistrato “siamo in presenza di un processo di autorigenerazione che comporta e si accompagna a composizioni, scomposizioni e ricomposizioni di clan, famiglie, equilibri, assetti ed alleanze, via via che si delineano le nuove leadership ovvero a seguito della scarcerazione di quei soggetti che, colpiti nell’ultimo ventennio di dura lotta alla mafia si trovano ora liberi per aver scontato le pene a suo tempo loro inflitte, si accompagna anche ad una apparenza di silente immobilismo (lo dimostrano i dati in costante decremento dei piu’ cruenti episodi criminosi di matrice specifica nella provincia) che e’ invece da ritenere piu’ verosimilmente precisa strategia di sommersione e riorganizzazione in forma compartimentata, allo scopo di ridurre l’effetto, dimostratosi devastante per i clan, delle collaborazioni giudiziarie”. Il limitato numero di omicidi riconducibili a dinamiche mafiose induce, infatti, a ritenere che sia sempre rispettata la strategia, ormai da molti anni seguita da Cosa nostra, che esclude, salvo casi di assoluta “necessita'”, il ricorso ai delitti di sangue e a altre eclatanti manifestazioni di violenza contro la persona o l’incolumita’ pubblica, privilegiando invece il rafforzamento dell’infiltrazione sistematica e silenziosa nel tessuto economico- imprenditoriale per dominare alcuni settori o comunque per trarre da essi profitti illeciti da reimpiegare, attraverso prestanome, in canali legali”. A Gela e Niscemi, e’ presente ancora anche la Stidda, che opera di comune accordo con Cosa nostra per la spartizione, in maniera equa, dei guadagni provenienti dalle estorsioni, dal traffico degli stupefacenti e dall’usura. “La provincia di Enna costituisce da sempre retroguardia strategica per l’organizzazione di Cosa nostra, sia nissena che catanese. E’ controllo del territorio (quali estorsioni e usura) e da una persistente dinamica riorganizzativa dei propri assetti e interessi illeciti al cui interno vecchi e nuovi boss, per accreditarsi sul territorio, tendono a ricorrere ad alleanze con le vicine organizzazioni operanti nelle provincie di Catania, Messina e Caltanissetta, non senza l’insorgenza di conflitti ove queste ultime, per loro natura, tendano ad assumere un ruolo egemone.
I procedimenti penali nell’anno di riferimento, sono stati complessivamente 11.895 a fronte dei 13.489 dell’anno precedente, con una diminuzione dell’11,8%; quelli iscritti a carico di ignoti sono stati 8.053 a fronte degli 8.770 dell’anno precedente, con un decremento dell’8% dei procedimenti. Le iscrizioni per il delitto di omicidio volontario sono state 42 come nell’anno precedente. Va evidenziato che sono aumentate del 100% le iscrizioni riguardanti i reati di omicidio volontario consumato non di stampo mafioso; in totale, infatti, le iscrizioni sono state 30 rispetto alle 15 dell’anno precedente. Viene fuori dalla relazione del presidente della Corte d’Appello vicario di Caltanissetta, Maria Giovanna Romeo, illustrata nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Non si registrano femminicidi. Diminuiscono, rispetto allo scorso anno del 9% i reati per associazione mafiosa del 9%. Le iscrizioni per omicidi – tentati e consumati – ascrivibili ad organizzazioni mafiose sono scese da 27 del precedente periodo di riferimento a 12. In tali reati risulta confermato il dato relativo al coinvolgimento di minori soprattutto nel territorio gelese dove i minorenni vengono inizialmente ‘assoldati’ da Cosa nostra per commettere reati. Sono giovani comunque gravitanti in contesti socio-ambientali degradati, che finiscono per aggregarsi al gruppo mafioso, rendendosi disponibili a commettere ogni tipo di reato per realizzare un vantaggio economico, ma spesso anche per acquisire un ruolo di “prestigio” sia all’interno della stessa organizzazione criminale che all’esterno, nel territorio di riferimento. Gli stessi commettono i reati “fine” dell’organizzazione criminale, quali rapine, furti, danneggiamenti e incendi di esercizi commerciali o di vetture, e contribuiscono a tenere vivo il clima di intimidazione di cui l’associazione si avvale. Anche per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti – quasi sempre monopolio delle associazioni criminali mafiose – vi e’ stata una diminuzione delle iscrizioni pari al 9%. Secondo le indicazioni fornite dal Procuratore Generale “puo’ ritenersi che il decremento delle iscrizioni per reati di mafia e per omicidi riconducibili alle associazioni mafiose possa essere spiegato come frutto, da una parte, del sempre maggiore impegno di forze dell’ordine e magistratura e, dall’altra, del proseguire della strategia dell’inabissamento inaugurata da Bernardo Provenzano. In lieve aumento, rispetto al precedente anno giudiziario di riferimento, risultano le lesioni volontarie: in totale 962 (in precedenza 917) con un incremento del 5%. Diminuiscono del 6% (204 rispetto alle 216 dello scorso anno) i reati di stalking. Le iscrizioni per reati contro la Pubblica Amministrazione sono state in totale 850 ( 944 nell’anno precedente) con una diminuzione del 10%. Riguardano reati di concussione, corruzione e peculato. I furti diminuiscono del 42% e aumentano del 13% le rapine. In leggero aumento le iscrizioni per estorsione, attestatesi a 188 (182 nell’anno precedente) con un incremento del 3%. Un deciso incremento (+146%) hanno subito le frodi comunitarie passate da 151 a 371. Stabile il numero di iscrizioni per i reati di usLe indagini in materia di terrorismo internazionale hanno impegnato in maniera significativa la Procura della Repubblica di Caltanissetta, che ha operato in piena sinergia con le Digos di Caltanissetta e di Enna ed il Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri, seguendo le direttive indicate nelle periodiche riunioni indette dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. La stipula, l’11 febbraio 2016, del protocollo sollecitato dal Procuratore Generale di Caltanissetta, in materia di terrorismo, al quale hanno aderito tutte le Procure del Distretto, ha consentito immediatamente un piu’ razionale coordinamento funzionale all’individuazione tempestiva dei “reati spia”, quali: contraffazione di documenti d’identita’, reati di propaganda sul web e in materia di armi ed esplosivi

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