Salute

Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, per non dimenticare

Francesca Russo

Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, per non dimenticare

Ven, 20/01/2017 - 11:11

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Tra qualche giorno ricorre il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dal campo di sterminio di Auschwitz.
Abbattere quel cancello e varcare la famigerata scritta ‘Arbei macht frei’, fu il primo passo verso un agognata speranza ma, allo stesso tempo fu sconcertante ciò che si presentò agli occhi delle truppe sovietiche: uno scenario a dir poco surreale perché le barbarie che si sono consumate nel campo valicano la dimensione del reale e forse dell’umanamente possibile.
Il campo è diventato oggi il luogo simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato internato solo perché ebreo o zingaro o omosessuale o anche, semplicemente, perché si trattava di una persona con idee politiche diverse da quelle di chi era al potere; nessuno è stato risparmiato neanche i bambini, a loro toccava il trattamento peggiore: strappati dalle braccia delle loro madri in lacrime, confusi e incapaci di comprendere la malvagità umana si facevano facilmente condurre nelle camere a gas, si facevano condurre senza obiettare alla morte. Si calcola che almeno un milione e mezzo di bambini e ragazzi siano stati uccisi dai Nazisti e dai loro fiancheggiatori.
Ci furono sei milioni di morti durante l’Olocausto, la maggior parte appartenevano al popolo ebreo il loro genocidio è stato perseguito con metodi scientifici, messo in atto da parte dalla spietata Germania nazista. L’Italia, non può dimenticare il suo diretto coinvolgimento e la sua responsabilità per le disonorevoli e abominevoli leggi razziali, per aver perseguitato gli ebrei-italiani e averli deportati nei campi in Germania, consegnando i suoi cittadini a morte certa. 
Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire. Uno strumento importante per farlo è quello di ascoltare la viva voce dei testimoni e di chi è stato direttamente coinvolto negli avvenimenti.
Ed in tal senso, Liliana Segre da molti anni dialoga con gli studenti parlando della sua esperienza di sopravvissuta ai campi di sterminio in cui venne deportata all’età di 13 anni. Racconta senza retorica l’indifferenza che ha permesso, tempo fa, che le leggi razziali contro gli ebrei e la loro deportazione, venissero considerati un fatto di ordinaria vita quotidiana che riguardava pochi e non tutti. Lo ha raccontato in questi anni per evitare che gli orrori del passato, o la commemorazione senza consapevolezza dei fatti storici, diventino il terreno di crescita di una nuova indifferenza e di nuovi orrori. L’obiettivo della Memoria non è dunque soltanto quello di ricordare, ma educare al rispetto per il prossimo. I più giovani hanno il compito di portare nel futuro, all’umanità, questo monito e la speranza che certi orrori non si ripetano più. Ma soprattuto deve rimanere viva in noi la consapevolezza che la ferocia dell’uomo sia capace di spingersi così oltre e che la strada che conduce a quella violenza inizia sempre da un picco e insignificante gesto….

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