Salute

Mussomeli, consigliere comunale scrive a Papa Francesco : “Le parlo col cuore in mano, salvi il nostro ospedale”

Carmelo Barba

Mussomeli, consigliere comunale scrive a Papa Francesco : “Le parlo col cuore in mano, salvi il nostro ospedale”

Sab, 22/10/2016 - 16:46

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roberta-modicaMUSSOMELI – Come a tanti altri, la situazione dell’Ospedale di Mussomeli, continua a preoccupare non poco alla infermiera, nonché consigliere comunale mussomelese, Roberta Modica, che ha voluto scrivere direttamente a Papa Francesco, preoccupata che la struttura sanitaria, dove, fra l’altro, lei lavora, lascia poco spazio a potere sperare in una sua rivitalizzazione. Infatti, è già passato un anno da quando il punto nascita di Mussomeli  è stato chiuso e l’ attuale servizio di Pediatria risulta inadeguato, dovendo gli utenti  ricorrere, in diversi casi, ad altre  strutture sanitarie distanti da Mussomeli. Una situazione paradossale  verso la quale tutti si dicono disponibili a fare qualcosa, ma nella realtà, sembra esserci un muro contro muro nella soluzione del problema. Ma la circostanza fortuita e fortunata di due sposini mussomelesi che hanno partecipato, nelle scorse settimane all’udienza di Papa Francesco  riservata, appunto, alle coppie di sposi, ha fatto si, che  Massimo Cruschina e  Valeria Cacciatore consegnassero direttamente nelle mani di Papa Francesco l’accorata lettera,  a Sua Santità indirizzata, per un  diretto intervento di  “salvataggio” del Punto Nascita e della Pediatria dell’Ospedale Maria Immacolata Longo di papa-collimmagine-madonna-dei-miracoliMussomeli. Ecco, cosa ha scritto nella lettera il consigliere comunale Roberta Modica, indicando  anche il suo numero di cellulare e persino quello di casa :  “Sua Santità Papa Francesco, sono Roberta Modica, moglie e madre di tre ragazzi di 13, 19 e 21 anni, tutti e tre nati a Mussomeli, un piccolo paese nella provincia di Caltanissetta, in Sicilia. Esercito la professione di infermiera da circa 30 anni e da quasi 14 anni lavoro nell’ospedale di Mussomeli. Inoltre nel 2015, sono stata eletta consigliere comunale del mio comune di appartenenza e pertanto mi faccio portavoce non solo di tutta la popolazione del mio paese ma le parlo soprattutto con il cuore di una mamma. Le scrivo per esporle la grave situazione in cui versa il nostro paese, Mussomeli, nonché la struttura ospedaliera nella quale lavoro, in cui hanno chiuso il reparto di pediatria e quello di ostetricia e non contenti, si apprestano a smantellare con la nuova riforma sanitaria, gli altri reparti ospedalerestanti. Questa scelta scellerata si è rivelata alquanto dannosa per l’intera comunità che ha visto togliersi servizi di vitale importanza, nella soppressione di tali Unità Operative. Infatti, rimuovendo il reparto di pediatria e ostetricia, si è creato un grave disagio per le future partorienti e per i bambini che necessitano di cure e assistenza immediate. Inoltre, si è creato un intasamento degli ospedali di Caltanissetta e Agrigento (che sono raggiungibili, se le condizioni meteo e stradali lo consentono, in circa 1 ora!). La riapertura del punto nascite deve rappresentare una priorità, soprattutto per un territorio come il nostro che a causa della precarietà stradale ed infrastrutturale delle arterie viarie, soffrirebbe la distanza con le suddette strutture ospedaliere.  L’ospedale di Mussomeli è un ospedale di frontiera ed isolato, ma che rappresenta il punto di riferimento di circa 15 paesini limitrofi (che contano circa 70.000 locandina-manifestazione-punto-nascita-mussomeliabitanti complessivamente). La strada provinciale che porta a Caltanissetta non è percorribile, soprattutto quando piove (di cui le alleghiamo le foto), la strada per Palermo è impraticabile e occorrono circa 3 ore per arrivarci, la strada per arrivare ad Agrigento (chiamata la “strada della morte”, dato l’elevato numero di incidenti stradali mortali che si verificano mensilmente) è altamente rischiosa da percorrere data la sua conformazione. Quindi, ad esempio, se un’ambulanza (con una partoriente, un bambino o qualsiasi altro paziente), dovesse percorrere con urgenza il tragitto verso uno di questi ospedali, il percorso risulterebbe impervio e i tempi di percorrenza lunghissimi, mettendo in serio rischio l’incolumità del paziente e del personale sanitario. Le ho esposto questo problema con il cuore in mano, immedesimandomi in quelle mamme o future tali, che hanno o stanno per avere dei bambini che necessitano di cure e che si trovano davanti un ospedale che non può fare nulla per aiutarle e dargli assistenza. Ritengo che risulti alquanto importante ascoltare le esigenze di un territorio, dei sanitari, di tutta la popolazione che vogliono che il Punto nascite e la pediatria vengano riaperti e che l’intera struttura ospedaliera venga potenziata di risorse e professionalità perché il diritto alla salute non dev’essere un privilegio di pochi ma un diritto di tutti, soprattutto dei più deboli che gridano ad alta voce: AIUTO! Un ospedale è un patrimonio essenziale per una comunità: non può e non deve essere chiuso! Sono fiduciosa in un suo intervento, in una sua presa di coscienza della situazione particolare in cui versa il mio paese, la mia comunità. Le chiedo, di porgersi parto-ospedale-reparto-e1443087484608come mediatore tra noi e il Ministro della Sanità, affinché la nostra accorata richiesta di aiuto non rimanga inascoltata ma risulti compresa e siano messi in atto i giusti provvedimenti per risolvere la nostra grave situazione. Si parla tanto di investimenti per lo sviluppo del Sud Italia, ma in realtà, quello che realmente percepisco è un tasso di disoccupazione giovanile elevatissimo, i giovani (tra cui anche i miei due figli maggiori) sono costretti ad emigrare in un’altra regione d’Italia per studiare e crearsi un futuro, infrastrutture inesistenti (e poi mi si parla di ponte sullo Stretto di Messina!!!) e potrei continuare all’infinito… Non credo sia giusto da parte del Governo, che per risparmiare deve toglierci la cosa più importante, il diritto di CURARCI, il diritto alla SALUTE, il diritto alla VITA!  Santo Padre, finalmente dopo circa un anno, ho trovato le parole per rivolgermi a lei, le ho parlato come un’umile figlia che vede in lei il proprio padre dove potersi rifugiare nelle difficoltà e nei momenti di sconforto. Un padre buono che farebbe di tutto pur di proteggere il suo gregge, i suoi figli. Con immenso affetto e con tutto il mio cuore. Mussomeli, 10 Ottobre 2016     Roberta Modica “

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