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Terrorismo, incastrati da messaggio whatsApp: arrestati due marocchini a Savona

Redazione

Terrorismo, incastrati da messaggio whatsApp: arrestati due marocchini a Savona

Mer, 27/07/2016 - 10:51

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La Polizia di Stato ha arrestato 2 stranieri e ne ha denunciato un terzo nell’ambito di un’indagine finalizzata ad accertare attività con finalità di terrorismo. Si tratta, spiega una nota della polizia, di tre marocchini, tra i 27 e i 44 anni, tutti residenti nella provincia di Savona, in Italia da anni, con precedenti.

I tre, residenti in Italia da anni, hanno precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e in materia di falso. L’attività di indagine, diretta dalla Procura distrettuale Antiterrorismo di Genova, nasce dalla segnalazione di una giovane savonese al Commissariato di P.S. online della Polizia Postale e delle Comunicazioni, relativa a un messaggio ricevuto via Whatsapp da un contatto non presente nella sua rubrica e proveniente da un numero del Marocco.

Ciò che aveva indotto la venticinquenne a rivolgersi alla Polizia Postale era l’immagine riprodotta nel profilo: una giovane ragazza con un mitra in mano e in posizione di tiro. Anche con l’aiuto della ragazza, gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Imperia hanno ricostruito come circa tre mesi prima, nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall’Africa, la giovane avesse prestato il proprio cellulare a uno dei marocchini ivi residente, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel Paese d’origine.

Le successive indagini della Polpost ligure, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali emergeva il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo all’autoproclamato Stato Islamico. La complessa attività investigativa, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche, nonché del costante monitoraggio delle navigazioni in Rete, e in particolare sui social network, degli indagati ha evidenziato come i tre marocchini creassero profili Facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone.

Presso le abitazioni dei tre marocchini sono stati trovati e sequestrati telefoni cellulari che saranno ora sottoposti ad analisi tecniche più approfondite, che però hanno già evidenziato la presenza di ulteriori profili e siti in lingua araba utilizzati dagli indagati, adesso al vaglio degli investigatori. Nel corso delle perquisizioni, spiegano gli investigatori, è stata anche trovata cocaina, bilancini e circa 5 mila euro in contanti, nonché una decina di documenti di identità italiani, non rubati, sui quali sono in corso approfondimenti per verificare se siano legati ad una possibile attività di spaccio da parte degli arrestati, ad esempio lasciati a garanzia del debito, o se invece il loro possesso sia finalizzato a ben altri impieghi.

(Fonte Adnkronos.it)

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