Salute

In attesa del rimpasto. “Ma che ci fanno ancora lì?”

Michele Spena

In attesa del rimpasto. “Ma che ci fanno ancora lì?”

Mer, 13/07/2016 - 21:06

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CALTANISSETTA – Sono sei, come le facce del gioco dei dadi. Qualcuno è lì dall’inizio. Qualcuno ha detto che sarebbe già andato via. Qualcuno è già una meteora, benché caratterizzata da una brevissima luce, fioca, quasi impercettibile. Tutti insieme rappresentano la colpa scaricata dai partiti a cui appartengono, di un’amministrazione che non ha dato le attese risposte alla comunita’.

Un alleanza per la città talmente scoesa e contraddittoria da aver disconosciuto come politici i propri rappresentanti in giunta.
Suggestivi i comunicati stampa delle “anime” che sostengono il Sindaco, partiti o civici che siano.
Dal primo al quarto rigo, in città non va bene niente, ma bisogna pensare positivo perché la rivoluzione è in atto. Dal quarto all’ottavo rigo la colpa è dell’inesperienza e della burocrazia.
Dall’ottavo al dodicesimo rigo plauso agli assessori alias prossimi trombati per il disconosciuto lavoro svolto.
Se non avessimo letto siffatti capolavori pure a gennaio potremmo addebitarne la straordinaria demenzialità al caldo di questa metà luglio, ma ormai non abbiamo più dubbi: l’indicazione è terapeutica, anzi, psicanalitica.
Eppure, nonostante tutto eccoli li’, gli assessori uscenti (o usciti chissà) forse esterrefatti, forse increduli che la loro esperienza politica possa finire in maniera così ingloriosa, in compagnia, forse, solo del proprio vicino di una sedia più traballante che mai.
Consci, o forse addirittura paghi che chi prenderà il loro posto annasperà nel buio più totale per giorni, mesi, o anche anni, arrivando a non accorgersi della fine del mandato, o magari, proprio nel buio è abituato a vivere, e anche bene.
Cosa li trattiene non si sa.
Senso del dovere?
Accanimento terapeutico?
Abitudine?
Speranza che qualcuno ci ripensi e li lasci dove sono?
Nessuno conosce la risposta tranne loro ed ognuno reagisce in maniera diversa a quest’ansia da distacco.
Chi è stato silenzioso è diventato presenzialista e mediatico.
Chi era presenzialista è scomparso dalla scena, qualcuno affida, con scarso riscontro, i propri sentimenti a Facebook.
Gli indifferenti sono rimasti tali.
L’unica e valida tesi è che a breve non ne sentiremo più parlare.
Lo show deve continuare, con facce nuove, anche se probabilmente già viste e straviste.
Una nuova frontiera della politica ci prometterà speranze e possibilità, almeno fino a quando non spirerà l’effetto novità.

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