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Renato Bifarella, ricomincio dalla musica… a 60 anni

Redazione 1

Renato Bifarella, ricomincio dalla musica… a 60 anni

Mer, 18/05/2016 - 20:15

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imageCALTANISSETTA – Ci sono storie che vale la pena di raccontare per il loro valore simbolico, perché trattano di eroi e di imprese esemplari, ci sono storie che vale la pena di raccontare perché sono storie minime, le storie che insegnano il coraggio di continuare o meglio di ricominciare, sono le storie di uomini normali di piccoli eroi del quotidiano che per timidezza e umiltà non parlano delle loro vite semplici e speciali. Questa è una vicenda forse uguale a tante altre ma con la differenze che ognuna, ciascuna, è unica per chi la vive e per come la vive. Lui ha quasi 60 anni, decisamente portati bene, per 27 è stato un professionista affermato. Renato Bifarella ex professione, informatore medico scientifico di una casa farmaceutica internazionale molto quotata e conosciuta . Professione attuale, cantante di Swing, Blues, Jazz, con una passione per la Bossa Nova. Ad un certo punto del suo percorso professionale è stato messo in mobilità la porta del licenziamento, perché l’azienda per la quale ha lavorato per più di 20 ha deciso di investire nei mercati orientali e dunque, tutti a casa. Molti a casa. Niente compromessi, niente aiutini e con un passato da sindacalista avrebbe potuto approfittarne ed invece no, ha deciso di mettere un punto fermo alla sua vita lavorativa da professionista impegnato. A 60 anni ha ricominciato la salita, in gioco c’è la vita, cantava Gianni Morandi. Una salita a suon di musica, amore, passione. Musica presente già da prima della sterzata brusca che il destino gli ha “regalato.” I greci antichi la chiamavano Tyche quell’elemento irrazionale che entra nelle vicende degli uomini e le modifica. Nella nostra storia la Tyche ha regalato un posto importante alla musica. Lo incontriamo un sabato mattina di inizio primavera, puntualissimo, residuo di un mondo ordinato troppo frequentato. Ha un sorriso da bambino smarrito che crede ancora che i sogni si possono realizzare. Inaspettatamente confidenziale, comincia a raccontare della sua prima vita quando la sua casa era la macchina e il suo mondo gli aeroporti, non senza un velo di malinconia parla delle battaglie sindacali per evitare i licenziamenti dei colleghi, dei successi ottenuti delle riunioni in giacca e cravatta con i top manger, dei programmi per il posizionamento dei farmaci nuovi sul mercato. Velo che si squarcia immediatamente quando il discorso si sposta sulla musica, la band con la quale suona dal 2014 i BlueSwing, Ernesto Cerrito alla batteria, Angelo Testaquadra al basso, Peppe Morreale alla chitarra e Toti Bruno al pianoforte, un gruppo di amici alcuni dei quali anche maestri di musica, che per diletto e per amore suonano al di là dei loro impegni di lavoro. Parla con gli occhi lucidi dai quali traspare chiara, viva, netta l’emozione della serata al teatro Regina Margherita “Se stasera sono Swing”, dei battiti del suo cuore prima di salire sul palco, con un tutto esaurito ed in platea gli amici che spesso sono i critici più feroci, racconta degli applausi, tanti appalusi che gli sono stati tributati, la più grande ricompensa per un artista. Ecco artista, una parola che non usa mai, anzi dalla quale rifugge volontariamente. Ripete sempre come un mantra “Io non sono un artista.” Lui canta per star bene e per dare piacere agli altri, liberarsi, per vivere. In realtà l’artista vero, il compositore è Toti Bruno che lui chiama il “Maestro” con al suo attivo centinaia di colonne sonore e musiche per spettacoli anche di successo, che hanno fatto il giro dei teatri siciliani, una su tutte “ Adelasia” dello Stabile Nisseno. Infatti scopriamo chiacchierando che Renato Bifarella è un orecchio musicale puro, quella musica che lui tanto ama, non la sa, ne leggere ne scrivere, gli basta un là e parte la melodia, così, tutto semplice, tutto naturale.
IMG_7982E poi c’è la parte di racconto commovente sulla genesi del riadattamento di “Nicuzza” una canzone riportata in auge dai Tinturia, arrangiata per le corde di Bifarella, una rivisitazione swing trascinate, è stata definita da chi l’ha ascoltata. Dondolante nelle parole che escono lievi dal suo racconto, dondolante come il suo swing. Ha ancora la voglia di fare, dopo la batosta durissima che la vita gli ha dato, perdere il lavoro, per scelta di altri, senza avere alcuna responsabilità, eppure le piccole rughe accanto agli occhi gli si increspano solo quando sorride parlando della sua nuova avventura, la seconda vita, che lo porta nei palazzi nobiliari dell’aristocrazia siciliana, nelle dimore di campagna dell’altra borghesia, i luoghi dove con il duo che ha formato da poco con Toti Bruno. Canta, suona, allieta le serate di chi ama uno stile discreto, mai invadente, una musica che accompagna, che non vuol essere mai protagonista. Una moglie che è rimasta a fare l’informatore medico, che lo segue affettuosa nel suo nuovo percorso, un figlio già grande ed indipendente e tutta una vita che gli si apre dinnanzi per cantare Frank Sinatra o Bill Evans. Si accosta ai grandi della canzone con umiltà e curiosità. Forse proprio la curiosità è la cifra di chi cade e si risolleva. o C’è un nuovo progetto musicale sul quale sta lavorando, è la formazione di una nuova band con giovani musicisti con la forza e la libertà di seguire questo ragazzo di sessant’anni che pare non volersi fermare mai. Corre con la testa, corre con le gambe le idee migliori escono fuori quando pratica il suo running, due ore e più, tre volte alla settimana come una medicina, l’unica dalla quale non si separerà mai. Stupito dei complimenti che riceve, incredulo che la sua storia possa essere di interesse per gli altri. Fiero di essere quel che è stato, fiero di essere quel che è. Stupisce trovare ancora emozioni ancora vive nel cuore di un uomo che dovrebbe essere indurito, che invece cerca ancora il senso della vita, e continua a cercare. C’è una canzone di Fabio Concato intitolata “Se non fosse per musica” che racconta più di mille parole quello che la musica ha fatto nella nuova vita di Renato Bifarella, che dice in una strofa: “Ci sono poche cose al mondo che amo tanto, come cantare e come ridere.”

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