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“Caro Sciascia” “Caro Laterza”, carteggio inedito a ‘Regalpetra’

Redazione

“Caro Sciascia” “Caro Laterza”, carteggio inedito a ‘Regalpetra’

Gio, 26/05/2016 - 09:24

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Sciascia e LaterzaUna corrispondenza fitta e densa di stima e di passione per la letteratura tra Leonardo Sciascia e Vito Laterza, in mostra a Racalmuto. Sono piu’ di cento le lettere che i due intellettuali si sono scambiati, tra il 1955 e il 1959, negli anni in cui lavoravano alla pubblicazione del saggio ‘Le parrocchie di Regalpetra’. Documenti storici inediti – 98 dei quali saranno visibili sino a fine settembre alla Fondazione Leonardo Sciascia – che permettono di capire sessant’anni dopo come e’ nato uno dei libri piu’ noti dello scrittore di Racalmuto (Agrigento). Nel carteggio si evidenziano suggerimenti e riflessioni relativi alla composizione del testo, alla scelta dei capitoli, del titolo, della copertina creata in esclusiva dal pittore e incisore Nino Caffe’ e persino al numero di copie da stampare. Toni gentili, eleganti e rispettosi, tra i due pilastri della cultura editoriale del secondo dopoguerra. Ecco alcuni estratti . Cosi’ scrive Vito Laterza il 20 febbraio 1956: “Caro Sciascia, tra qualche giorno ricevera’ le copie de ‘Le parrocchie di Regalpetra’. Spero che l’edizione Le piaccia. Io sono sempre piu’ convinto del valore del Suo lavoro e sono certo che la collana si arricchisce di un libro importante. Faremo di tutto per il migliore lancio e La terremo informata. Mi auguro di rivederLa presto: intanto Le rinnovo i miei piu’ schietti ringraziamenti e la saluto cordialmente”. La risposta di Sciascia arriva all’editore qualche giorno dopo, la lettera e’ datata 29 febbraio 1956: “Caro dr. Laterza, il libro e’ bellissimo, ne sono felice. La sopracoperta e’ poi deliziosa. Non Le sapro’ mai esprimere tutta la gratitudine che Le debbo: e per aver pubblicato il libro e per le indicazioni e i suggerimenti che ha saputo darmi. Se il libro e’ davvero buono (e Le confesso che sto rileggendo con un certo gusto) e’ a Lei che lo devo: e lo dico con la piu’ aperta convinzione”. Tra le lettere anche alcune anticipazioni su quello che diventera’ il romanzo piu’ amato dai lettori di Sciascia e cioe’ Il giorno della civetta, pubblicato, dalla casa editrice Einaudi, nel 1961, dal quale e’ stato tratto l’omonimo film di Damiano Damiani. La mostra delle lettere e’ l’occasione per festeggiare i sessant’anni dalla data di pubblicazione del libro ‘Le parrocchie di Regalpetra’, il paese immaginario che confina – per storie, fatti e riferimenti – al paese natio dello scrittore.

Dietro la realizzazione della mostra c’e’ un lavoro di sinergia fra la Fondazione Sciascia e la Casa editrice Laterza, oltre al coinvolgimento di un gruppo di ragazzi di Racalmuto. Fra gli sponsor anche il Trame festival di cui e’ direttore artistico Gaetano Savatteri. L’intera comunita’ di Racalmuto, con in testa il sindaco Emilio Messana, sara’ protagonista della Festa della cultura, che si svolgera’ da venerdi’ a domenica, nei luoghi cari a Sciascia. Ad aprire il calendario degli appuntamenti Moni Ovadia che venerdi’ leggera’ alcuni passi agli alunni dell’istituto comprensivo Generale Macaluso di Racalmuto. Sabato, alle 18, nella sede della Fondazione, il convegno dal titolo “Caro Vito, caro Leonardo…”. All’incontro interverranno Felice Cavallaro, Giuseppe Laterza, Salvatore Silvano Nigro. Coordinera’ lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri. In sala sara’ presente anche Anna Maria Sciascia, una delle figlie dello scrittore. Domenica 29, a partire dalle 10, “Racalmuto legge Le parrocchie di Regalpetra”. A chiudere la tre giorni di festa Lello Analfino, David Coco, Francesca Incudine, Moni Ovadia, Kaballa’. “La Fondazione Sciascia continua la sua attivita’ di studio e di ricerca delle carte e dei preziosi documenti che ci ha donato Leonardo Sciascia – ha detto l’assessore comunale alla Cultura, Salvatore Picone – e a breve presenteremo l’elenco completo dell’inventario delle circa 20 mila lettere che lo scrittore ha ricevuto in mezzo secolo di attivita’ letteraria”.
Del suo volume Leonardo Sciascia diceva cosi’: “E’ stato detto che nelle Parrocchie di Regalpetra sono contenuti tutti i temi che ho poi, in altri libri, variamente svolto. E l’ho detto anch’io. In questo senso, quel critico che dalle Parrocchie cavo’ il giudizio che io fossi uno di quegli autori che scrivono un solo libro e poi tacciono (e se tacciono peggio per loro) aveva ragione (ma aveva torto, e sbagliava di grosso, nel non vedere che c’era nel libro un certo retroterra culturale che, anche in mancanza d’altro, sarebbe bastato a farmi scrivere altri libri). Tutti i miei libri in effetti ne fanno uno. Un libro sulla Sicilia che tocca i punti dolenti del passato e del presente e che viene ad articolarsi come la storia di una continua sconfitta della ragione e di coloro che nella sconfitta furono personalmente travolti e annientati. Queste vittime, questi personaggi, sono stati (chi sa perche’) scambiati da qualche critico per personaggi “positivi”, di obbedienza, per cosi’ dire, stalinista. Errore piuttosto grossolano, direi”.

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