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Carmine Stadium: “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”

Michele Spena

Carmine Stadium: “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”

Mer, 18/05/2016 - 01:17

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imageCALTANISSETTA – Il comunicato stampa dell’Assessore Pastorello, e l’immancabile “codazzo” del Polo Civico, sull’ultimo, in ordine di tempo, finanziamento perso dall’amministrazione Ruvolo, sono la summa dell’antitesi delle virtù riportate in titolo.
Francesco De Gregori, nella “Leva calcistica del sessantotto” qualificava un giocatore, non già per le doti tecniche e per il risultato, ma per le qualità umane del coraggio, altruismo e fantasia, quest’ultima, naturalmente, intesa come creatività.
Orbene. Nessuna di queste virtù riscontriamo nei nostri attuali amministratori, che nella partita di calcio che hanno deciso, con imprudenza, di giocare, hanno scelto, non solo di stare in difesa, ma addirittura di stabilire gli esiti del match a tavolino, senza neanche più provare a sporcarsi le scarpe.
Tutto ciò non sarebbe di grande interesse, se il campo di gioco, purtroppo, non rappresentasse il destino della nostra Città.
Ci teniamo a chiarire che non siamo contro le sanzioni disciplinari inflitte a chi non esercita diligentemente il proprio dovere, ma ci sembra ingiusto scaricare sistematicamente responsabilità dei propri evidenti insuccessi sui dipendenti comunali, la parte prevalente dei quali lavora con impegno ed onestamente, spesso in condizioni non ottimali.
L’Amministrazione Comunale è a capo della struttura comunale e risponde anche degli errori dei propri sottoposti, così come si pregia dei buoni risultati del lavoro degli stessi, quando vi sono.
Anziché chiedere scusa ai cittadini per l’ennesimo scippo di risorse alla collettività, si è preferito, con non comune cattivo gusto, di offrire su un piatto d’argento la “testa” del presunto colpevole, nel mal riuscito tentativo di occultare le proprie responsabilità.
Del “colpevole” designato, ovviamente, secondo un cliché già in voga da tempo con l’Amministrazione Ruvolo, si sceglie di non fare il nome, lasciando comunque che circoli liberamente, secondo la classica tecnica del “mascariamento” di “partecipativa” memoria. Si scoprirà magari, da lì a poco, con l’intervento del Giudice del Lavoro, che il malcapitato non ha tutti i torti, o probabilmente non è stato messo in condizioni di adempiere ai propri doveri, proprio da quell’amministrazione che oggi si erge con lo stendardo del censore, invece di fare un sereno esame di coscienza.
Il comunicato stampa dell’Assessore Pastorello, che parla, forse, addirittura per procura, in rappresentanza di un suo collega, declina addirittura nella comicità, quando dopo un articolato preambolo, dove tenta di costruire una poco credibile immagine di garante del giusto, non già su ancora ignote virtù, ma sulla distruzione della reputazione del malcapitato funzionario, approfitta addirittura dell’occasione per proclamare la grande attenzione dell’amministrazione Ruvolo ai finanziamenti europei, quando è ormai, non noto, ma lampante che abbiamo raggiunto, quota quasi nove milioni di euro persi, da quando gli specialisti dell’Ufficio Europa hanno invaso Palazzo del Carmine.
Singolare e curioso che gli stessi dipendenti comunali che hanno permesso alla precedente amministrazione di reperire quei fondi, siano oggi predefiniti come i responsabili della perdita delle preziose risorse, con un assordante silenzio di tutte le sigle sindacali che assistono, con qualche rara eccezione, supine ad un ormai quotidiano sputtanamento dei propri assistiti, silenziose come non mai.
Ci viene da chiedere quanti assessori, dirigenti e funzionari siano stati chiamati a rispondere di queste perdite di finanziamenti in questi due anni, e come mai si sia scelto di agire con provvedimenti repressivi solo in questa occasione.
Ci viene altresì da chiedere dove siano i consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione, probabilmente impegnati nel “rimpasto” i primi e nella “sfiducia” i secondi, semplici guardalinee in una partita dove mai come adesso il sistema politico gioca contro una città dove il popolo che produce ce la mette tutta per andare avanti.