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Carlo Sorbetto: “La scuola così com’è non serve”

Redazione

Carlo Sorbetto: “La scuola così com’è non serve”

Ven, 27/05/2016 - 18:53

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scuolaCALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

L’attuale sistema scolastico è semplicemente anacronistico, strutturato per essere perfetto in una situazione sociale in cui si passava dall’analfabetismo all’alfabetizzazione del nostro paese, dall’era agricola a quella industriale, dalla forte presenza di piccoli paesi e comuni alla creazione di grandi metropoli. D’altronde all’epoca le esigenze erano diverse da quelle attuali, ci stavamo trasformando e quindi serviva una ristrutturazione delle classi sociali. Servivano ingegneri per costruire le nuove città, avvocati per curare gli interessi della nuova classe media, architetti per progettare, dottori per gli ospedali pubblici e privati, operai per le nuove fabbriche che crescevano e producevano, diplomati per i posti da impiegato per le tante aziende del nord. Insomma c’erano troppi lavoratori della terra e pochi lavoratori dell’intelletto, troppi mestieri che oggi definiremmo artigiani che dovevano trasformarsi in nuove professioni. Oggi non esiste più il posto fisso per tutta la vita, è molto probabile che la carriera lavorativa sia costellata da esperienze diverse. Con l’innalzamento dell’età media di vita e con il basso tasso di nuove nascite, qualcuno ancora pensa che il tenore di vita futuro per chi andrà in pensione sarà lo stesso di quello attuale? Ognuno deve già preoccuparsi da solo per le future condizioni di vita e quindi comportarsi in maniera strategica durante la vita lavorativa. E questo andrebbe spiegato a scuola. Insegnare come gestire le proprie finanze, aiutare le nuove generazioni a creare delle attività proprie ed innovative, educare le masse alla gestione del debito, spiegare la differenza tra debito pubblico, spesa pubblica e debito privato. Al contrario la scuola ci propone materie importanti ma non vitali e strategiche; capire come in futuro dovrò gestire il mio denaro è più importante che sapere a memoria centinaia di poesie. Educare al “senso civico” ed al funzionamento della nostra democrazia è diventato più importante che studiare la storia e la filosofia. I nostri ragazzi conoscono ciò che è successo nel passato ma non sanno affrontare l’OGGI. Dal mio punto di vista quello che serve oggi è una conoscenza pratica, bisogna quindi fare una grossa distinzione tra quello che oggi si definisce “educazione” e quello che invece vorrei intendere io per questo termine. Siamo nel 2011 ed oggi la nostra società attribuisce all’educazione il seguente significato: andare a scuola per imparare delle materie che ci serviranno per trovare un lavoro in futuro. Non ho nessun problema con questa impostazione ma vorrei semplicemente dire che tutto ciò è completamente fuori tempo. I nostri nonni avevano una grandissima CONOSCENZA PRATICA ed una scarsa COMPETENZA SPECIALISTICA. Oggi invece abbiamo una scarsa CONOSCENZA PRATICA in tempi in cui ce ne sarebbe tanto di bisogno.          

 Carlo Sorbetto