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Palazzo del Carmine: piatti “vuoti” per il cenone di fine anno

Michele Spena

Palazzo del Carmine: piatti “vuoti” per il cenone di fine anno

Mer, 30/12/2015 - 17:15

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imageCALTANISSETTA – Trasfigurare notizie poco rassicuranti rappresentandole come lieta novella è l’espressione più alta dell’arte figurativa della politica. Seduttiva è la prosa affabulatrice del perché e del per come, l’avventurarsi in siderali evoluzioni di lusinghe, compiacimenti e promesse: tutto ciò per annunciare, dopo il valzer delle poltrone di fine d’anno, che per il prossimo 2016 l’Amministrazione Ruvolo farà di tutto per impedire l’ennesima sculacciata fiscale, che benché non sia stata apertamente annunciata, ha aleggiato nell’atmosfera grigia, dove la nebbia del dubbio si è tagliata con il coltello.

La conferenza stampa “fiscale” di fine anno è solo l’ultimo capolavoro firmato dall’Amministrazione di Palazzo del Carmine, la cui guida artistica, il Sindaco Ruvolo, fino a cinque anni or sono interpretava il ruolo di grande utilizzatore di bollette TARSU come combustibile solido, ed oggi, travolto da un’ascesi illuminata, ci appare straordinariamente mutato in statista responsabile, ed impegnato in un modo davvero singolare di fare gli auguri alla città.

Siamo comunque certi che Il nostro primo Cittadino, ultimamente a corto di verve, avrà sapientemente preparato, con l’ausilio dei suoi curriculati comunicatori la odierna conferenza stampa del “calice amaro” e l’ordine per tutti sarà stato chiaro e inderogabile: Trasformare la subliminale stangata nella festa più bella dell’anno.

Ancora una volta ha giganteggiato dando mostra del suo leitmotiv: Tutto ciò che c’è di buono è una mia creazione. Il negativo: solo responsabilità del passato.

Per la verità ci ha sorpreso che il “cuoco” prescelto per cucinare la odierna pietanza non sia stavolta stato Lui, il “golden boy” della suggestione.

L’onnipresente Assessore Pastorello, è per la verità, da tempo predefinito per fare il “lavoro difficile”, non solo per l’ indiscusso rassicurante timbro di voce, tra lo statista ed il DJ radiofonico, ma certamente per la comprovata esperienza nello spettacolo, qualità che ne hanno fino ad oggi supportato un presenzialismo a tratti ardimentoso, che lo ha visto protagonista, un giorno si un giorno no in trasmissioni radiofoniche, conferenze stampa, spettacoli, riunioni di condominio, e chi più ne ha più ne metta.

Il discreto narcisismo del nostro Boris “cuoco”, sfiorato di striscio da un contagioso delirio di onnipotenza filtrato da un residuale contegno, ha sconfinato, talvolta, nell’autolesionismo. Il nostro buon Assessore non si è infatti avveduto che le cifre sapientemente snocciolate, non hanno spesso resistito, alla verifica dei fatti, perché ai pazienti ascoltatori, ormai poco importa di sapere quanto ridotti siano i trasferimenti regionali, quanto cattivo è stato il Governo Nazionale, e per la verità anche quanto brava e buona sarebbe stata l’Amministrazione Comunale. Quel che vogliono sapere e’ se potranno puntare su un “salasso” più contenuto, e finalmente su tanto annunciati servizi migliori.

Ci chiediamo pertanto se il Suo silenzio odierno sia stato ispirato da rispetto nei confronti della gerarchia oratoria del Primo Cittadino, ovvero dal proprio rinnovato istinto di conservazione.

La carpetta con le cifre del nostro Boris, per questo fine anno si è pertanto trasformata in un ricettario per voluttuosi manicaretti, dove in un più prossimo immaginario, il suo elegantissimo stile informale, potrebbe essere sostituito da un più rassicurante “fallare” da cuoco sopraffino che lo farebbe apparire certamente più simpatico ed in questo momento anche più convincente.

Auguri a tutti alla fine, per una città più bella, più unita, anzi….più partecipata. Una città dove il nostro “cuoco” assessore al bilancio ci preparerà manicaretti più digeribili di quelli purtroppo prevedibili, dove le bollette di carta saranno presto solo la frazione secca del ciclo di un’anelata ed inesistente raccolta differenziata, dove il bilancio partecipato sarà togliere al superfluo per dare a chi ne ha bisogno e dove la comunicazione istituzionale sarà, forse, sinonimo di verità.

Una città dove gli artisti, primi, secondi e terzi cittadini, si dedicheranno finalmente al tanto professato bello, e non al teatrino del grottesco dove i cittadini assistono, come tanti piccoli Fantozzi al celeberrimo lungometraggio de “la corrazzata potemkin”

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