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Play-boy, niente più nudi. Fine di un’epoca, anche i miti tramontano

Redazione

Play-boy, niente più nudi. Fine di un’epoca, anche i miti tramontano

Gio, 15/10/2015 - 14:50

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Hanno fatto sognare gli uomini di tutto il mondo e hanno segnato un’epoca. Ma adesso vanno in pensione anche loro. Sono le conigliette di Playboy. La rivista più famosa del mondo è in crisi e a rimetterci sono proprio le modelle.

“Oggi con un click puoi trovare tutto il sesso che vuoi” dice l’amministratore delegato della rivista. Ed è proprio a causa del web  che dopo 62 anni di onorata carriera Playboy non pubblicherà più nudi. A riferirlo è il New York Times riportando le affermazioni dell’a.d. Scott Flanders.

E’ così che il magazine che esordì con Marilyn Monroe in copertina ha visto un crollo delle vendite dalle 5,6 milioni di copie del 1975 alle 800.000 di adesso, fino a mutare perfino la ragion d’essere: le conigliette, appunto, destinate a lasciare il posto al semplice nero su bianco di un articolo.

Lo stop partirà da marzo 2016, quando lo storico magazine “oscurerà” i nudi. “Ormai manca poco perché qualsiasi atto sessuale immaginabile diventi fruibile gratuitamente. E quindi non ha più senso in questo momento storico… è passato” dice Il CEO dell’azienda, Cory Jones. Addio nudi quindi. Con il benestare del “vecchio” Hugh Hefner, fondatore della rivista, oggi 89enne, d’accordo con la decisione.

Il corpo femminile non verrà a mancare del tutto, e nemmeno le playmate del mese. Ma saranno un po’ più vestite. Nel restyling della rivista poi pare farà il suo ingresso anche una rubrica “sex-positive” rivolta agli over 13. E proprio i giovani maschi in carriera diventeranno il nuovo pubblico di riferimento. Più qualità, più contenuti. Meno immaginazione e meno nudi.

Dal 1953 (quando Hugh Hefner fondò la rivista) le conigliette di Playboy hanno acceso l’immaginazione degli uomini e trainato una rivista che sfidava il bigottismo e il femminismo ma che faceva capolino nei posti più impensati, dal bagagliaio dell’auto familiare ai circoli intellettuali.

E’ davvero questa la soluzione per rialzare il fatturato? Oppure, adesso che la rivista è come tutte le altre, gli appassionati smetteranno del tutto di comprarla? Staremo a vedere. Nel frattempo possiamo affermare che è ufficialmente finita un’epoca.