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Morire a tre anni

Redazione

Morire a tre anni

Gio, 03/09/2015 - 14:41

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Un soldato turco porta via il corpo del bambino dalla battigia. Per cristiana pietà preferisco mostrare la foto nella quale, mani pietose raccolgono quel corpicino arenato sulla spiaggia, come se quelle mani fossero quelle di Dio stesso, che raccolgono quelle spoglie mortali per salvarle dagli insulti dell’egoismo.

CALTANISSETTA – Mentre i nostri figli, i nostri bambini, si recano sulla spiaggia per godere degli ultimi giorni di vacanza prima della ripresa scolastica, un altro bambino di tre anni viene ripreso, in un differente angolo della terra, che poteva benissimo essere quella di Lampedusa, sdraiato sulla battigia, con una semplice maglietta rossa e scarponi che non indicano un abbigliamento vacanziero. Quel bambino che, giustamente, i quotidiani di tutto il mondo hanno pubblicato in prima pagine, non dormiva, non si stava riposando dopo un pranzetto al bordo di una spiaggia; quello che ci è stato mostrato era, brutalmente, il cadavere di un bimbo di tre anni, annegato in una delle tante traversate finite in tragedia.
Ma perché un bambino di soli tre anni, che abbiamo visto, pietosamente, solo di spalle, come se un sonno improvviso lo avesse carpito ? Esiste un perché a cui dare una risposta ?
Quando arriverà la mia ora voglio chiedere al Padreterno, perché ?
Forse per scuotere le coscienze intorpidite dall’egoismo ? Ma non si possono scuotere le coscienze sulla pelle di un innocente; e di tanti innocenti; non si possono scuotere le coscienze quando l’egoismo sollecita misure punitive per scoraggiare anche la speranza.
Non posso non rivolgermi a quel 16% di italiani che costituiscono lo zoccolo duro dell’avidità che non riconosce ai più bisognosi il diritto di sperare; pilotati da sciacalli che speculano sulle altrui disgrazie, pur di guadagnare quei consensi che li porterebbero nelle stanza del potere e dei bottoni, da trasformare in stanza dei bottini.
Quale altro sentimento avrebbe potuto animare i genitori di quel bimbo a condurlo in una avventura mortale se non la speranza. Anche il fratellino di cinque anni non arriverà mai alla sospirata meta, morto che lui in quelle acque; così muore anche la speranza, mentre gente ignobile auspica misure ancora più severe a tutela del proprio orticello. Si tratta della medesima gente che all’arrivo di un piovasco sulle loro case costruite abusivamente sul greto di un fiume, che ha provocato vittime annunciate, invocano solidarietà e immediati aiuti economici, la stessa solidarietà e gli stessi aiuti che negano nella folle esaltazione del proprio egoismo.
Rosario Amico Roxas

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