Salute

Caltanissetta, Antonio Macaluso: ironia e stile, esempio da non dimenticare

Michele Spena

Caltanissetta, Antonio Macaluso: ironia e stile, esempio da non dimenticare

Sab, 26/09/2015 - 16:12

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CALTANISSETTA – Antonio Macaluso se n’è andato in silenzio, sottotono com’era nel suo stile, distaccato e autoironico, con il suo sguardo acuto di cronista sapiente, che ha raccontato per anni all’Italia  la Sicilia dell’interno, con le sue corrispondenze per la RAI, senza mai sovrapporsi ai fatti, ma offrendo sempre elementi perché ognuno si potesse fare un’idea, sulla realtà che gli passava davanti in televisione.

La sua ironia malinconica veniva da lontano, dagli anni del liceo, il “Ruggero Settimo”, epicentro della contestazione giovanile degli anni ’70, quando un’intera generazione di ragazzi prendeva coscienza e responsabilità del proprio essere cittadini, del non volere più tollerare le ingiustizie, del non volere fare finta di non vedere il “contesto” in cui si viveva in Sicilia. Quello di cui parlava Leonardo Sciascia, amico di famiglia e figura importante per la sua formazione culturale e civile.

Aveva scelto il giornalismo per questa sua passione per la verità, e aveva cominciato a “L’Ora” di Palermo, grande laboratorio del giornalismo d’inchiesta italiano, per proseguire poi come corrispondente del TG regionale siciliano della RAI.

Caltanissetta, per le cronache  dei mass media territorio di violenza e di apatia, di criminalità e processi e di un lento scivolare nella insignificanza sociale, è stata lo scenario prevalente del suo lavoro, difficile, complesso, condotto con rigore morale limpido prima ancora che con correttezza professionale.

Ha combattuto per anni sulla trincea dell’informazione, resistendo con caparbietà anche ai limiti della sua salute, reagendo con apparente nonchalance ad una condizione sempre più difficile, fino alla fine. Il senso del limite come garanzia di obiettività sostanziale è stato la sua cifra professionale, il suo stile espressivo, il segno del suo equilibrio, spes contra spem, il fondamento dell’antiretorica che connotava la sua scrittura, essenziale, senza l’artificio di un “mestiere”  vissuto come routine. Mai.

Mancherà il suo sguardo lungo, cordiale senza affettazione, il suo mezzo sorriso sempre carico di intelligenza dell’altro che gli stava di fronte. Capace di comprendere. E di raccontare.

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