Salute

L’agricoltore che recita Dante in piazza con l’auto danneggiata e la denuncia

Redazione

L’agricoltore che recita Dante in piazza con l’auto danneggiata e la denuncia

Mar, 21/04/2015 - 09:34

Condividi su:

1509804_10200538030969787_5630644129063211492_nRAVANUSA  –  Fiamme contro i mezzi di  un agricoltore in due distinti atti dolosi a distanza di pochi giorni. La notte del 9 aprile incendiato un trattore mentre la notte di venerdì scorso un fuoristrada. All’origine ci sarebbero le trattative mai concluse per l’acquisto di un terreno. E il proprietario decide di mostrare al centro della piazza uno dei due mezzi andati a fuoco, un  Mitsubishi “Pajero” e  non solo…

Le prime luci di domenica mattina. Le saracinesche dei bar sono già arrotolate in attesa dei clienti per i primi caffè, il suono delle campane della Chiesa Madre interrompe il silenzio della città che ancora sonnecchia mentre i netturbini svuotano i contenitori (di plastica e carta) di Corso della Repubblica dove sono visibili, lungo il suo pavimento, i disegni con i gessi colorati realizzati dagli alunni delle Scuole Medie e Superiori di Ravanusa e Canicattì  durante la kermesse sull’arte in piazza del giorno prima. Poco distante piazza I° Maggio  dove si impone la Chiesa eretta in onore di “San Giacomo” la cui porta centrale è appena aperta dalle Suore Salesiane, che dimorano nell’edifico attiguo, incuriosite dall’improvviso arrivo dell’agricoltore con il fuoristrada danneggiato al seguito. Infatti con un altro mezzo è qui nella piazza che con carrello, catene, tutori metallici e ganci da traino decide di portare  la sua “Pajero” blu mentre alcuni anziani si apprestano a salire la scalinata  diretti verso l’ingresso della parrocchia .

11169422_10200538031249794_2741603455546101089_nVittima degli atti intimidatori, consegnati alla cronaca agrigentina e sui quali la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento sta indagando, e protagonista della insolita quanto plateale iniziativa è Francesco Catania, agricoltore  49enne di Ravanusa che ama la bike e le corse podistiche, con la passione per la storia e per la letteratura e in particolare per il Sommo. Descritto dai più come un umile e onesto lavoratore, dopo la denuncia ai Carabinieri di Ravanusa contro due ravanusani ritenuti dalla vittima gli autori dei due incendi, domenica scorsa ha deciso di portare in piazza quel che resta del suo fuoristrada con la copia della denuncia ben in vista incollata alla carrozzeria. Ma non c’è solo il foglio dattiloscritto della denuncia. Catania coglie l’occasione per sintetizzare, con un pizzico di protagonismo, la sua condotta di vita attraverso i suoi hobby e i suoi interessi. L’auto, con l’abitacolo ormai ridotto in cenere, viene tappezzata alla meno peggio con foto e piccoli manifesti di eventi culturali a cui l’agricoltore ha partecipato negli ultimi anni. In effetti ha alternato la sua principale attività nei campi coltivati a ortaggi e vigneti alle lettura, da autodidatta, di leggende e detti popolari, di fatti storici, di poesie e soprattutto di Dante. E’ sua la lettura di alcuni canti del massimo capolavoro letterario italiano in una sera d’agosto di tre anni fa a Campobello di Licata davanti a centinaia di spettatori proprio al “Parco della Divina Commedia” tra i massi policromi de “La valle delle pietre dipinte”, l’opera in fieri dell’artista italo-argentino Silvio Benedicto Benedetto.

E fin qui nulla di nuovo, perché Franco, come lo chiamano tutti, a Ravanusa e Campobello in questi anni ha già conquistato a suo modo una discreta fetta di popolarità. Ma la curiosità è l’“incursione” con la sua auto danneggiata  che cattura subito l’attenzione di Suore e fedeli. Loro conoscono bene Franco. E’ un attivo parrocchiano, una delle voci del Coro Polifonico di “San Giacomo”. Sottovoce lo definiscono “personaggio” silenzioso e altruista ma consapevolmente egocèntrico. Il fuoristrada al centro della piazza è accompagnato da commenti con toni dispiaciuti per quei due strani incendi che a Ravanusa, tra lo stupore generale, nessuno è riuscito a spiegarsi. Nella copia della denuncia ai Carabinieri, esposta sulle lamiere dell’auto, sono evidenziate le generalità di padre e figlio, indicati come presunti autori degli atti intimidatori. Sono i nomi di Francesco e Vito Montana di Ravanusa, anch’essi agricoltori,  che nel frattempo si sono affidati ad un legale per respingere le accuse contro ogni responsabilità circa gli incendi, del 9 e del 17 aprile, scoppiati all’interno di uno spazio delimitato da un cancello dove erano custoditi i mezzi, più precisamente in Via San Francesco nei pressi dell’incrocio con Via Galileo Galilei a un tiro di schioppo dall’abitazione che il 49enne divide con gli anziani genitori ormai ammalati.

“Ho subito minacce verbali dai Montana affinché rinunciassi al terreno e quindi a  coltivare i quasi 12 tumoli in contrada ‘Brigaddeci’. In buona sostanza è questa la ragione per cui i mio trattore e la mia auto sono stati dati alle fiamme”.  E’ così che sintetizza, senza giri di parole, la sua versione dei fatti. La vicenda ha inizio nel  settembre scorso. Il proprietario del fondo agricolo Vito Scibetta, pensionato ottantenne anche lui ravanusano, affida la coltivazione del suo terreno a Catania: il contratto, le firme, la registrazione e 400 euro annui pattuiti. Ma proprio sul quei 12 tumoli è già in corso una trattativa che va avanti da  tempo.  I Montana, che da diversi anni  si occupano della coltivazione del terreno stesso, avevano da tempo avviato le trattative per acquistarlo e, pare, successivamente pagato al proprietario una parte del valore dell’immobile a titolo di caparra. Ma i rapporti si inaspriscono e il successivo atto di trasferimento della proprietà non viene sottoscritto.

 “Il contratto stipulato con il proprietario mi permette di occuparmi della coltivazione – dice Catania – quindi ho provveduto ai trattamenti del suolo contro le piante dannose.  Quando in autunno i Montana iniziano i lavori per la nuova semina del grano sorgono i primi problemi a causa dei risentimenti che via via si accentuano sempre di più nei miei confronti.  Sono stato verbalmente minacciato perché interrompessi qualsiasi attività agricola sul fondo di Scibetta ”. La notte del 9 aprile l’amara sorpresa. Il trattore in fiamme, l’intervento del Vigili del fuoco e la denuncia contro i Montana. Trascorsa una settimana ancora un altro incendio, così Franco, l’agricoltore-podista con la passione per Dante, mostra il suo Mitsubishi “Pajero” al centro della piazza. Un atto per ribadire che la vicenda non è legata a ritorsioni della criminalità locale e spiegare quanto già denunciato ai Carabinieri. (articolo scritto da  Silvio D’Auria )

Pubblicità Elettorale