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Il Papa riceve Mattarella, “Disoccupati, grido di dolore”

Redazione

Il Papa riceve Mattarella, “Disoccupati, grido di dolore”

Sab, 18/04/2015 - 18:09

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image“Le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilita’ di progettare con serenita’ il loro futuro, affrancandosi dalla precarieta’ e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni”. Con queste parole Papa Francesco ha fatto suo – nel discorso al presidente Mattarella – il “grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunita’ ecclesiale”, a causa della mancanza di lavoro, chiedendo che “si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorita'”.

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E ugualmente accorati sono stati i suoi appelli per le tre altre priorita’ individuate da Bergoglio: la difesa di “un sano pluralismo” culturale e religioso con attenzione pero’ al rischio che si “strumentalizzino o distorcano le credenze a fini di violenza e sopraffazione”, “un impegno piu’ esteso a livello europeo e internazionale” per “i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza”, un problema che non puo’ essere lasciato alla sola Italia in quanto per le sue proporzioni richiede “un coinvolgimento molto piu’ ampio”, la difesa ambientale che, ha detto, “richiede oggi particolare attenzione da parte di tutti”.

“Per cercare di alleviare i crescenti squilibri ed inquinamenti, che a volte provocano veri e propri disastri ambientali, occorre acquisire piena consapevolezza degli effetti dei nostri comportamenti sul creato, che sono strettamente connessi al modo con cui l’uomo considera e tratta se’ stesso”, ha detto Francesco che nel suo discorso ha definito l’Expo 2015 un’occasione per questa difesa e citato le parole del suo predecessore Benedetto XVI. Francesco ha ringraziato Mattarella per la visita di oggi in Vaticano, “a soli due mesi” dall’elezione, che, ha detto, “manifesta le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l’Italia”.

imageUn “tale gesto”, ha osservato, si pone “in continuita'” con le visite di Napolitano e con l’ormai lunga tradizione, che “in particolare dal periodo conciliare, vede infittirsi le occasioni d’incontro tra le supreme Autorita’ civili italiane e quelle della Chiesa universale”. Menre i Patti Lateranensi, recepiti dalla Carta Costituzionale repubblicana, e l’Accordo di Revisione restano “un solido quadro di riferimento, all’interno del quale si sono pacificamente sviluppati e rafforzati i rapporti tra Italia e Santa Sede, garantendo la reciproca sovranita’ e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collaborazione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune”, per Papa Francesco “e’ fondamentale infatti che, nella distinzione dei ruoli e delle competenze e nel pieno rispetto delle reciproche funzioni, sia sempre sentita la necessita’ di una rinnovata collaborazione, finalizzata ad unire le forze per il bene di tutti i cittadini, che hanno il diritto a tale concordia, da cui derivano innumerevoli benefici”.

Da parte sua, ha assicurato il Pontefice, “la Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza, e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillita’, che solo i pubblici poteri possono promuovere”, ma e’ ai dirigenti dello Stato che “primariamente spetta – ha riconosciuto – predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinche’ la societa’ civile dispieghi tutte le sue potenzialita’, trovano nell’impegno e nella leale collaborazione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione”. Secondo il Pontefice, “la reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilita’ per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunita’, che tutti abbiamo il compito di servire con umilta’ e dedizione”.

Con questo spirito,il Papa “chiamato quasi dalla fine del mondo” ha infine al presidente Mattarella il suo “piu’ cordiale augurio per l’assolvimento del Suo alto compito”, auspicando che “l’Italia, facendo tesoro delle sue nobili tradizioni e delle sua cultura largamente ispirata dalla fede cristiana, possa progredire e prosperare nella concordia, offrendo il suo prezioso contributo alla pace e alla giustizia nel mondo. Dio protegga l’Italia ed ogni suo abitante”.