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Le riflessioni di Richelieu: “Senza parole”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “Senza parole”

Dom, 08/03/2015 - 11:41

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imageCALTANISSETTA – Nemmeno una parola sul tema “Legalità e sviluppo” nelle ultime settimane da parte delle forze politiche e sociali di questo territorio. Come mai? Proprio qui, sulla frontiera avanzata della battaglia per la legalità, sede delle istituzioni economiche più esposte, da anni in trincea contro il malaffare e la criminalità organizzata che si infiltrava nell’economia e nelle istituzioni: silenzio!

Indagini giudiziarie clamorose, in rilievo sulla stampa nazionale, una visita della Commissione Antimafia, dopo dieci anni a Caltanissetta, che afferma con chiarezza inequivocabile che è arrivato il momento di indagare a 360°, di verificare rigorosamente, anche nel campo dell’antimafia della società civile, premesse, requisiti e comportamenti.
Rilievi puntuali dei Commissari Parlamentari sulla strana coincidenza che si verifica in questa provincia, che sembrerebbe “immune” da contaminazioni negli enti locali e nella pubblica amministrazione, dato che non un fascicolo in merito sarebbe stato trovato dal nuovo Prefetto appena insediato.
Eppure un’intera classe dirigente (?!) tace. Fragorosamente, da settimane. Partiti, Sindacati, Associazioni e quant’altro si è mosso per anni intorno alla “comitiva della legalità”, accreditandosi come legittimi rappresentanti di un popolo in cammino verso le magnifiche sorti e progressive di uno sviluppo libero da condizionamenti e contaminazioni, non hanno parole per definire la propria posizione rispetto a quanto sta avvenendo sotto gli occhi di tutti e di cui tutti parlano, a voce sempre più alta, persino sugli organi di stampa (finalmente!).
Qual è la “narrazione” aggiornata di questa vicenda che scuote così profondamente la Sicilia del Presidente “rivoluzionario”, che ha nella sua Giunta i terminali attivi della Comitiva, che ha costruito una rete pervasiva di incarichi e nomine (centinaia) che avrebbero dovuto garantire un cambiamento immediato e visibile nella gestione dei grandi centri di potere pubblico, dalla Sanità alle Camere di Commercio (a cominciare da quella di Palermo!), e così via?
Invece niente. Deputati, Segretari dei partiti, notabili e gabelloti, trasformisti-fantasisti che a vario titolo calcano le scene del teatrino dei pupi della politica siciliana (anche a Roma) hanno scelto la linea prudente e tradizionale de “la miglior parola è quella che non si dice!”. E aspettano gli eventi. In apnea.
Anzi, per la verità, un segnale il PD lo ha dato. Forte e inequivocabile: la confluenza con “Art. 4”, il gruppo degli ex (?) seguaci Raffaele Lombardo, accolti poche ore fa a Catania con solenne liturgia mediatica.
Chissa cosa vorrà dire?
Del resto, anche nell’opera dei pupi, quella vera, quando il puparo non si muove, o non si può muovere, anche i pupi giacciono in silenzio. Accatastati, dietro le quinte.

Richelieu Richelieu

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