Salute

Caltanissetta, la panella: delizia color oro. Alessandra Cucchiara nutrizionista: “Concediamoci un peccato di gola”

Redazione

Caltanissetta, la panella: delizia color oro. Alessandra Cucchiara nutrizionista: “Concediamoci un peccato di gola”

Gio, 26/03/2015 - 17:39

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Alessandra Cucchiara "alle prese" con le panelle

Alessandra Cucchiara “alle prese” con le panelle

CALTANISSETTA –  Oggi va tanto di moda lo “street food”, ovvero il cibo da strada, cioè la vendita di quegli alimenti o bevande che possono essere consumati velocemente in piedi mentre si fa una passeggiata. Sono tante le città che si stanno adeguando a questo nuovo modo di “gustare” il cibo: si parte da Milano con la polenta da passeggio, a Genova con la farinata, si passa poi a Roma con i supplì, le “zeppole di pasta cresciuta” a Napoli, e via via tanto altro. Ma arriviamo alla nostra bella Sicilia dove lo “street food” non è sicuramente qualcosa che ha preso piede negli ultimi anni, ma da sempre in varie città ci sono stati gli ambulanti o bancarelle improvvisate a vendere i prodotti tipici della nostra terra. Uno tra questi è la panella, chi fra di voi non ricorda i caratteristici “panellari” che con il loro asino, “u sceccu”, caricati di pentolone e bombola a gas, andavano girando per le vie della città?

Oggi si sono evoluti, e li ritroviamo con una moto ape, conosciuta meglio come “lapa”, o nei casi ancora più “avanzati” con un piccolo chioschetto e sono sempre attorniati da tanta gente desiderosa di assaporare un panino con delle panelle calde, magari condito anche con pepe e limone, come da tradizione. Mi ricordo ai tempi della scuola, quando frequentavo il liceo classico, alla ricreazione scendevamo insieme ai miei compagni nel piazzale e trovavamo il nostro amico panellaro, pronto a deliziare la nostra merenda mattutina. Ma le panelle non sono di certo nate da poco, hanno oltre mille anni di storia, la loro origine infatti risale agli Arabi, che furono i primi a sperimentare la tritatura dei semi dei ceci per ottenere una farina, che mescolata poi insieme all’acqua e cotta sul fuoco, dava vita ad un impasto simile a quello della polenta: la panella, una schiacciata dal colore dorato. Data la semplicità di questi ingredienti le panelle venivano consumate in particolar modo dal popolino come unico pasto quotidiano, ed erano chiamate originariamente “pisci panelli” perché venivano realizzate a forma di piccolo pesce, dando così l’illusione di assaporare del buon pesce fritto, che non poteva essere comprato in quanto troppo caro per la maggior parte delle persone. Ma com’è fatta una panella?

Viene preparata con farina di ceci, acqua, prezzemolo tritato, sale e pepe…ci vogliono pochi ingredienti e tanta forza nelle braccia, perché per prepararla la farina si addensa e diventa via via sempre più pesante (testimonianza personale già provata sulla mia pelle, ma dopo averne assaggiata una fidatevi che tutta la fatica viene dimenticata in un batter d’occhio). Oltre ad essere un piatto gustoso, hanno anche un ottimo valore nutritivo, in quanto esse contengono un legume molto prezioso: i ceci. I ceci sono meravigliosi alleati della nostra salute: contengono un buon quantitativo di proteine, sono ricchi di sali minerali, tra cui ferro, fosforo, calcio, potassio, e di vitamine. Contengono inoltre un buon quantitativo di fibre, che oltre a renderli alimenti sazianti, contribuiscono a mantenere equilibrati i livelli di glucosio nel sangue. Ricchi di saponine, i ceci hanno un effetto anticolesterolemico e grazie al loro contenuto di acidi grassi polinsaturi svolgono anche un’azione protettiva per il sistema circolatorio. Voglio dirvi anche una piccola curiosità che riguarda il nome botanico del cece (Cicer arietinum): si fa derivare dal greco kikus, che significa forza, potenza, e dal latino aries, ariete per la forma del seme, che ricorda vagamente la testa di un ariete, il nome dice già tutto su quanto i ceci siano una “forza”. Inoltre per chi non ama i ceci (per esempio i bambini che non adorano i legumi e le mamme si disperano per farli mangiare) le panelle possono essere un’ottima alternativa. Unico problema è che sono fritte, ma io da nutrizionista vi propongo un’ottima soluzione: comprate le vostre panelle crude dal vostro “panellaro” di fiducia e fatele al forno…credetemi, sono buone ugualmente. Oppure una volta tanto potete friggerle a casa con il vostro olio extravergine di oliva, un buon fritto fatto nel modo corretto, senza eccedere nella quantità o frequenza non fa male. E magari quando decidete di fare una serata a “panelle”, evitate di mangiarle con il panino o riducetelo. Si possono trovare sempre delle alternative per fare una corretta e sana alimentazione: tutto questo senza rinunciare ai piaceri che la nostra terra ci dona. Un peccato di gola una volta tanto è concesso a tutti, se ripetuto però si può trattare ancora di un peccato di gola?

(articolo scritto dalla biologa-nutrizionista Alessandra Cucchiara)

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