In definitiva contestavano l’elezione di Fiocco nella ormai famosa assemblea del 26 giugno 2014 dalla quale erano stati lasciati fuori altri marmisti non in regola con il pagamento delle quote sociali. E nove di loro (compresi gli stessi Falzone e Pirrera) avevano presentato un secondo ricorso – anche questo accolto – davanti ad un altro giudice. Inutile sottolineare che le vicende giudiziarie hanno avuto un grande impatto nell’opinione pubblica e soprattutto in ambito ecclesiastico anche perchè la Maestranza, al di là di tutto, è pur sempre un appuntamento religioso l’unico (assieme al Corpus Domini) nel quale il vescovo esce in processione con il Santissimo. Un momento dunque solenne. Tutte le possibili iniziative avviate per tentare la riconciliazione fra le opposte “fazioni” (marmisti contro marmisti) erano sistematicamente fallite malgrado i segnali di apertura lanciati alla fine da Fiocco disposto ad accettare l’invito del giudice a nominare tre saggi esterni incaricati di valutare, in una eventuale riconvocazione dell’assemblea, i requisiti posseduti da chi poteva o voleva aspirare alla prestigiosa carica. (di Stefano Gallo, fonte gds.it)