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Memorial Nuccia Grosso, il Manzoni-Juvara onorato del secondo posto di Elisa Viscuso

Redazione

Memorial Nuccia Grosso, il Manzoni-Juvara onorato del secondo posto di Elisa Viscuso

Mer, 25/02/2015 - 09:32

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imageCALTANISSETTA – L’alunna Elisa Viscuso della classe IV C Scienze umane dell’Istituto “Manzoni – Juvara” si è classificata al secondo posto nel concorso PREMIO al giornalismo ed alla cultura “Città di Caltanissetta” Memorial NUCCIA GROSSO.
E’ con grande soddisfazione che l’annuncia il dirigente dell’Istituto, Prof.ssa Giuseppina Mannino. “Siamo onorati come scuola che l’alunna Elisa Viscuso abbia conseguito il II premio in un concorso che ha visto la partecipazione di studenti delle varie scuole del territorio a testimonianza che il merito viene premiato e che il lavoro svolto ogni giorno dai docenti con rigore e professionalità faccia i suoi desiderati effetti nella crescita culturale e umana dei nostri giovani. Una giuria, formata da giornalisti e personaggi della cultura tra cui il prof. Sgarbi, ha votato i lavori realizzati dagli studenti e ha dato il giusto riconoscimento ai partecipanti al concorso
Molto sentito e apprezzato il tema del concorso sul centro storico di Caltanissetta e sulla necessità, forse speranza, che possa ritornare ad essere il centro di aggregazione dei giovani e dei cittadini”.

Di seguito il testo dell’articolo

Il centro storico, luogo dell’incontro, luogo della memoria

Il centro storico delle città richiama da sempre il concetto di piazza come forte simbolo collegato all’identità e alla memoria di ogni cittadino. Un luogo, ma anche un elemento metaforico di un antico approccio che rimanda al concetto greco di agorà non solo come rappresentazione di un luogo definito, ma soprattutto come incontro tra culture diverse. Il centro storico rappresenta l’anima della città in cui spazio e tempo fanno sì che il luogo diventi metafora di dialogo. Gli uomini fanno delle piazze e del centro il tempo delle loro esistenze. Perché Caltanissetta fa eccezione? Dibattiti si sono susseguiti intorno al progressivo spopolamento del nostro centro storico. Studiosi, politici, sondaggi, hanno cercato di comprendere i motivi e le ragioni di questa “desertificazione” della nostra piazza. Ebbene, sappiamo che non è sempre stato così: il centro storico e la piazza sono stati luogo di ritrovo, di incontro e di scontro, di carezze d’innamorati; hanno accolto spesso mercati, manifestazioni, cortei di rimostranza, insomma il compiersi dei fatti e della storia cittadina. E’ quasi doloroso pensare allo stato di abbandono nella quale oggi regna quella che dovrebbe essere il cuore della città, sostituita dai suoni ipnotici dello schermo catodico, per anestetizzare le nostre solitudini interiori. Un tempo era diverso: la gente usciva, si ritrovava per condividere un po’ di tempo e un po’ di spazio con gli altri. E’ arrivato il momento di riappropriarci di questo spazio attraverso mirate iniziative come la creazione di eventi culturali, luoghi di ritrovo che possano attirare i giovani, trasformazioni di edifici dismessi (es. Banca d’Italia) in negozi, ristoranti, bar. E’ qui che l’amministrazione deve scommettersi e giocarsi la sua credibilità. Cosa ne facciamo della nostra bella piazza senza che questa venga vissuta, fruita dai suoi abitanti? Cosa ce ne facciamo di un centro senza locali e luoghi di ritrovo che possano rieducare e ricreare una stretta relazione tra centro e comunità? E’ quindi necessario che la città e i suoi cittadini compiano un percorso di crescita comune e che ognuna delle due parti migliori senza lasciare indietro l’altra.

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