Salute

Gela, polizia e vigili urbani smascherano casa di riposo abusiva

Donatello Polizzi

Gela, polizia e vigili urbani smascherano casa di riposo abusiva

Sab, 28/02/2015 - 10:52

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ImmagineGELA –  Ieri, venerdì 27 febbraio,  personale del Commissariato di Polizia unitamente al personale del Comando Polizia Municipale sono intervenuti nel quartiere Caposoprano, per riscontrare una segnalazione circa la presunta esistenza di una casa di riposo abusiva, operante senza le prescritte licenze ed autorizzazioni. In effetti, dopo aver individuato lo stabile, ubicato tra la via Cicerone e la via Belgio, l’attenzione delle forze dell’ordine si è catalizzata su un appartamento ubicato al 2° piano. All’interno dell’immobile gli agenti hanno identificato F.C., di anni 37, titolare della struttura, ove risultavano  due persone ricoverate, rispettivamente di anni 76 e 24, il primo non vedente ed il secondo disabile fisico e psichico.

Durante il controllo, il sedicente titolare non era in grado di fornire alcuna licenza e/o autorizzazione prevista dai regolamenti ed, inoltre, si faceva intervenire il medico dell’A.S.P. che redigeva proposta di sospensione immediata dell’attività “ de qua “ perché i locali erano totalmente privi delle richieste caratteristiche strutturali, in particolare per ospitare soggetti disabili e non autosufficienti. All’uomo sono state contestate le violazioni di cui agli artt. 86 e 109 del T.U.L.P.S., essendo privo di licenza e per non avere il registro degli alloggiati, indispensabile per le comunicazioni agli organi di P.S.. I due ricoverati sono stati affidati ai parenti, sul conto dei quali proseguono gli accertamenti di rito.

Nell’espletamento di suddetta attività di controllo, importante anche il contributo offerto“ dagli assistenti sociali  del comune di Gela poiché è stata immediatamente interrotta una attività di assistenza assolutamente “ fuori legge “  che esponeva a rischi gravissimi gli ignari ricoverati, peraltro non autosufficienti e con disabilità, qualora si fossero verificati incidenti ( es. incendi, etc. ) senza che la struttura fosse dotata di tutte le caratteristiche “ ad hoc “, al fine di intascare le rette dai parenti, oscillanti tra i 1000 e 1500 euro al mese.

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