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Caltanissetta, in Appello sei imputati “Redde Rationem”: accusa chiede condanne totali per 68 anni. In primo grado 5 assoluzioni

Redazione

Caltanissetta, in Appello sei imputati “Redde Rationem”: accusa chiede condanne totali per 68 anni. In primo grado 5 assoluzioni

Ven, 27/02/2015 - 01:13

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CALTANISSETTA – Sei degli arrestati dell’operazione “Redde Rationem”, l’operazione che nel dicembre 2010 secondo l’allora Questore Guido Marino scoperchiò il vaso di pandora mafioso degli appalti truccati, estorsioni, lavoro nero e complicità palesi, sono sul banco degli imputati nel processo di appello; in primo grado cinque sono stati assolti da tutte le accuse. Il sostituto  procuratore generale Stefano Luciani ha chiesto alla Corte d’Appello le seguenti condanne, nell’ordine: 18 anni per l’imprenditore Antonino Bracco, l’unico che in primo grado era stato condannato a 7 anni per la sua appartenenza a Cosa Nostra tra il 1994 e il 200; pena di 16 anni per Massimo Dall’Asta; 12 anni per Antonino Marcello Ferraro; 8 anni per Calogero Failla e per Giovanni Aloisio di Misilmeri, infine 6 anni per l’impresario sancataldese Antonio Graci.

L’ imponente operazione antimafia e antiracket fu condotta dalla polizia e coinvolse “picciotti” ed esponenti locali di “Cosa Nostra” ma anche alcuni boss delle altre “famiglie” di Gela, Riesi, Mazzarino, Canicattì, Misilmeri, con cui erano in stretto collegamento. Rilevante il contributo fornito alle indagini da sei collaboratori di giustizia. Gli investigatori avrebbero accertato che alcuni imprenditori di Caltanissetta pagavano a “Cosa Nostra” il 3% dell’ammontare degli appalti pubblici acquisiti e assicuravano ai boss l’assunzione in nero di operai da loro imposti. L’inchiesta fu etichettata come la prosecuzione di un’altra indagine, la “Free Town”: consentì di delineare gli assetti organizzativi, i legami operativi e gli interessi nei vari settori di attività (in particolare nell’edilizia), della famiglia mafiosa di Caltanissetta, facendo inoltre risaltare lo spessore criminale di alcuni appartenenti alla stessa organizzazione malavitosa.

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