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Caltanissetta, due giovani nisseni riflettono sulla movida nissena: alla ricerca della felicità

Redazione

Caltanissetta, due giovani nisseni riflettono sulla movida nissena: alla ricerca della felicità

Gio, 26/02/2015 - 21:22

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CALTANISSETTA – Di questi tempi la felicità è diventata ormai una parola proibita come: onestà, libertà e bene comune. La felicità non è soltanto uno stato d’animo, ma è soprattutto un diritto inviolabile della persona che non può essere né trascurato né banalizzato. Essere felici è la condizione che ci permette di affermare la nostra dignità di uomini, in una società che oramai a ben poco di dignitoso.

Dalla pienezza del cuore (= felicità) dipende la qualità della vita e la capacità di operare. Chi non è pienamente felice nel cuore non vive; si può dire che si lascia vivere, produce poco e produce male, e corre il rischio di diventare pericoloso. Se il cuore non è felice, non si vola alto, non si va lontano.

Ricercarla sempre in noi stessi anche nei momenti più bui della nostra vita ci permette ancora una volta di alzare la testa, di rimboccarci le maniche e di andare avanti, nella realizzazione di un progetto, di un sogno, permettendoci un’altra volta di sperare in un futuro migliore in tempi di crisi economica e sociale del nostro paese. Chiediamoci almeno per un attimo se siamo veramente felici o se facciamo finta di esserlo magari per compiacere qualcuno o soltanto per pura ipocrisia. Se ci riflettiamo su scopriamo che solo dalla pienezza del cuore (= felicità) dipende la qualità della vita e la capacità di operare. Chi non è pienamente felice nel cuore non vive; si può dire che si lascia vivere, produce poco e produce male, e corre il rischio di diventare uno dei vinti verghiani dei malavoglia. Se il cuore non è felice, non si vola alto, non si va lontano.

 Oltre che essere un diritto, la felicità sembra essere anche un dovere. Perché se non si trovano le ragioni per la propria felicità, non c’è ragione per vivere. Eppure quest’ordine di Dio non vale solo quando tutte le cose vanno bene, quando tutto corre bello liscio, ma anche quando ci sono prove e sofferenze

Ma va chiarito un equivoco pericoloso: non si può e non si deve confondere la felicità con il piacere, perché si può avere la felicità senza il piacere e, al contrario, provare il piacere senza raggiungere la felicità. Le Beatitudini ne sono l’esempio più chiaro: Gesù indica una meta che passa attraverso la porta stretta e la via angusta, che conducono alla vera vita e alla vera felicità (cf. Mt 7,14). La donna quando partorisce prova dolore, ma è nella gioia perché nasce un essere umano (cf. Gv 16,21).

 Il dolore coesiste con la gioia, anzi è la ragione di una gioia più grande. Chi è alla ricerca della gioia e della felicità è capace di sottoporsi ad ogni genere di privazioni e di rinunce. Per un traguardo sportivo si è capaci di tutto e nessun sacrificio sembra pari al risultato da conseguire. Lo stesso si può affermare per la ricerca della felicità. Questa ricerca può portare a Dio ma può anche allontanare da Lui.

 Ma dove si trova la vera felicità? Forse sul fondo di una bottiglia di birra bevuta in compagnia o forse nel frequentare uno di quei tanti locali della movida notturna o nella sadica violenza commessa sui più deboli o forse in una semplice risata? A questa domanda ha già risposto nel diciannovesimo secolo lo scrittore inglese Oscar Wilde affermando che “la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”. Allora a mente di questa frase cominciamo a desiderare ciò che abbiamo noi stessi, iniziamo a cercare le passioni i talenti che abbiamo in ognuno di noi, apprezzandoli e coltivandoli per migliorare noi stessi e chi ci sta intorno. Questa è la vera felicità l’essere semplicemente noi e liberarci della maschera di un conformismo sfrenato che alimenta la cosiddetta società di massa. Ricordiamoci, infine, che la felicità è l’unica cosa che non potremo mai comprare. Gesù presenta una immagine molto bella: quando un uomo si è messo in testa di comprare un terreno dove sa che c’è un tesoro, o di comprare un gioiello, è capace di tutto, vende tutto pur di avere quel che desidera. Tutti gli uomini sono alla ricerca del campo da comprare per il quale vendere tutto; ma perché non si è mai soddisfatti e si cercano sempre campi nuovi? La risposta la troviamo nelle Confessioni di Sant’Agostino: Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposi in Te. La felicità vera e duratura l’uomo la trova solo in Dio.

Salvatore Trabonella

Simone Maira