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Rocco Gumina: “La Biblia pauperum di Roberto Benigni”

Redazione

Rocco Gumina: “La Biblia pauperum di Roberto Benigni”

Sab, 20/12/2014 - 08:52

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imageCALTANISSETTA – Nello scorso settembre sono stati presentati sul volume Gli italiani e la Bibbia – pubblicato dall’Edizione Dehoniane di Bologna e curato dal direttore scientifico di Demos & Pi Ilvo Diamanti –gli esiti di una ricerca a proposito della conoscenza che i cittadini del belpaese hanno della Sacra Scrittura. Da questo studio emerge che solo il 20% degli intervistati sa che Bibbia significa libro del quale appena il 31% dei praticanti possiede una discreta conoscenza. Tuttavia, le 1500 interviste del sondaggio testimoniano che l’82% delle famiglie italiane ne ha in casa almeno una copia. Quest’ultima, probabilmente, rimane nello scaffale della libreria se la maggioranza degli italiani, come attesta la ricerca, nel corso degli ultimi 12 mesi anziché leggere la Bibbia ha ascoltato il suo contenuto sia durante una liturgia o una catechesi sia alla TV o alla radio. Tali dati dimostrano che se da un lato è diffuso presso la popolazione italiana un analfabetismo religioso considerevole, dall’altro la Sacra Scrittura è ancora ritenuta il testo più importante fra tutti gli altri in quanto fondamento della civiltà occidentale e della propria religiosità.

Recentemente mi sono recato con un gruppo di giovanissimi studenti presso il magnifico complesso artistico e architettonico del duomo di Monreale. Insieme, giovanissimi e adulti, abbiamo apprezzato la bellezza della rivelazione biblica dalla creazione alla redenzione attraverso delle immagini proposte dagli splendidi mosaici. Infatti, ammirare la genesi dell’universo e dell’uomo oppure l’intensità della missione pubblica di Gesù con delle immagini così sinteticamente efficaci è certamente un mezzo più diretto e meno esigente per far conoscere e contemplare l’agire di Dio per l’uomo. Alla base dei magnifici mosaici monrealesi c’era l’intenzione di realizzare quella che può essere definita come Biblia pauperum ovvero la “Bibbia dei poveri” la quale serviva a far comprendere a chi non era in grado di leggere le Scritture, poiché analfabeta, la rivelazione biblica. Difatti attraverso tele, icone, affreschi, mosaici le chiese diffuse in ogni parte d’Italia, d’Europa e del mondo riportano scene o intere parti della Sacra Scrittura con l’intento di evangelizzare e di catechizzare.

Lo spettacolo di Roberto Benigni sui 10 Comandamenti andato in scena sulla Rai è stato apprezzato da milioni di italiani. Il successo delle due serate, però, non è esclusivo frutto dell’abilità artistica, argomentativa, didattica e carismatica del premio Oscar italiano oppure solo degli strumenti che l’odierna tecnica televisiva può offrire. C’è molto di più. Dietro la riflessione del regista-attore toscano ci sono gli occhi della fede che fanno intendere la storia e l’intera vicenda umana con le lenti esclusive ma totalizzanti della conversione a Dio. Quest’ultima guida l’uomo credente a proporre alla città plurale un modo di vita paradossale dei cristiani il quale conduce a rispettare le leggi dello Stato ma soprattutto ad andare oltre queste con la testimonianza di vita mirabile agli occhi degli altri poiché radicata nella rivelazione biblica. In tal modo l’abilità artistica davvero eccezionale di Benigni, come quella delle maestranze che hanno realizzato il duomo di Monreale, offre ai nostri tempi – nei quali l’analfabetismo è raro quasi quanto la lettura frequente della Sacra Scrittura – una sorta di Biblia pauperum per gli uomini di oggi bombardati da ogni tipo di immagine ma ancora in grado di essere affascinati dalla Parola che precede e indirizza ogni altro discorso umano: la rivelazione di Dio.

Riletto nel cono di luce della fede, lo spettacolo sui 10 Comandamenti proposto da Benigni può offrire un suggerimento importante alle prospettive locali, nazionali e continentali della Chiesa circa la nuova evangelizzazione. Suggerimento che trova piena espressione nella questione vitale del cristianesimo di ogni tempo che è rappresentata dalla perenne conversione comunitaria e personale al Dio di Gesù Cristo. Pertanto, la comunità credente ancor prima di cercare i mezzi più efficaci per l’annuncio dell’evangelo dovrebbe sempre in misura crescente e maggiore calibrare la propria azione a partire dalla fede e in vista di questa. Fede che è parsa alla base della Biblia pauperum di Benigni che in occasione delle serate sui 10 comandamenti non ha interpretato nessuna parte in quanto attore, bensì ha argomentato e riletto le tavole della legge alla luce della personale comprensione e interazione di fede con la Parola di Dio.

Rocco Gumina

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