Salute

Italia Nostra Sicilia, come salvare le palme dal punteruolo

Redazione

Italia Nostra Sicilia, come salvare le palme dal punteruolo

Gio, 11/12/2014 - 09:51

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PalmaCALTANISSETTA – La palma non è soltanto una meravigliosa pianta tropicale e subtropicale (appartenete alla famiglia delle Arecaceae) da secoli presente in Italia e nella nostra Isola: essa è anche simbolo che esprime solarità, esultanza, rettitudine; ma anche fama, benedizione, trionfo vittoria; palma come Albero della Vita. Ancora vivi e forti sono i significati attribuiti alla palma nella cultura cristiana. Superbe sono le palme dei mosaici policromi della Cappella Palatina, a Palermo. La globalizzazione ci ha regalato la malattia delle palme, il cosiddetto “Punteruolo rosso”. Si stima che, da quando la Sicilia ne è stata colpita per la prima volta, siano state sacrificate e abbattute almeno 35mila palme (dato fornito dalla Coldiretti). Un vero e proprio disastro ambientale; un fatto, un evento che sta modificando, impoverendo i paesaggi delle nostre città, del nostro territorio regionale. Sono ben 161 su 390 i comuni siciliani in cui è stata riscontrata la presenza dell’insetto. Tra questi il comune di Caltanissetta.

Il Rhynchophorus ferrugineus (Punteruolo) è un insetto (coleottero curculionide). La specie è originaria dell’’Asia meridionale, ma, come tanti altri parassiti, tramite le attività di commercio, ha colonizzato altri paesi. In passato sono stati segnalati gravi danni nei palmeti da dattero della penisola arabica e in Egitto. Nel 1994 l’’insetto è comparso per la prima volta in Europa e precisamente in Spagna, nelle isole Canarie e nella costa mediterranea spagnola. Nell’’anno 2005 è stata la volta dell’’Italia dove è stato segnalato in Sicilia, in Campania, in Puglia e nel Lazio, in Toscana. Successivamente l’’infestazione ha raggiunto la riviera ligure.

L’’insetto è particolarmente prolifico e vive all’’interno della palma, protetto dalla vegetazione, dove compie il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle ferite delle stesse o in cavità nel tronco della palma. Le uova si trasformano in 2 o 5 giorni in piccole larve che bucano le palme cibandosi dei tessuti delle stesse, divorando tutto il materiale fibroso. Generalmente il curculionide non si sposta in una nuova palma finché non ha completamente distrutto quella su cui vive. I danni sono causati dalle larve e sono visibili solo quando il coleottero ha colonizzato l’’intera pianta, che collassa portando verso il basso le chiome appassite. Una palma giunta a questo stadio non è più recuperabile: le foglie e il capitello della palma possono dunque rovinare per terra, con grave pericolo per i cittadini; gli insetti, invece, migrano in massa verso altre piante (l’’adulto è in grado di volare anche per distanze di 3 Km alla ricerca di un nuovo esemplare di palma del quale cibarsi).

E’’ evidente che l’’abbattimento delle piante comporta notevoli spese. Ad ogni modo, oggi possiamo affermare che una cura esiste: il metodo Metwaly. Tale metodo (brevetto internazionale per le miscele adottate e le apparecchiature) è stato messo a punto dall’’agronomo Nabawy Metwaly, del Cairo, che lo ha introdotto in Italia già da alcuni anni. Il metodo consiste nell’applicazione dell’’endoterapia, oggi riconosciuto come il più efficace a livello mondiale. Nel caso della lotta al punteruolo rosso della palma, l’’endoterapia può essere utilizzata con successo sia come forma di lotta preventiva, riguardo agli attacchi del parassita, sia per quanto riguarda la cura delle piante infestate. I risultati positivi  sono rilevanti. Il metodo endoterapico consiste nella misura della temperatura basale della palma. La misura della maggiore temperatura, che corrisponde al maggior livello di infestazione, determina la quantità di miscela da iniettare. Il metodo Metwaly propone una miscela di prodotti chimici e naturali (diversificata per i casi di cura e di prevenzione contro l’’insetto) che viene iniettata nel fusto della pianta a varie altezze, fino a raggiungere il cuore della palma, riuscendo a proteggerla e a distruggere le uova. Il metodo prevede anche l’’aspersione di prodotti sulla chioma e sulla cima del tronco, concentrata nel punto preferito di attacco, con bassi dosaggi. In questo modo si colpiscono anche le uova e gli insetti adulti. Vengono colpite tutte le fasi di sviluppo del Punteruolo, dalle uova all’’individuo adulto (il cui ciclo dura circa tre mesi, ma non è soggetto a stagionalità). E’ facile trovare nelle palme attaccate sia insetti adulti sia larve e uova. Il metodo Metwaly abbina diverse modalità di trattamento e utilizza una miscela di prodotti e di minerali per meglio veicolare i principi attivi e favorire la ripresa della vegetazione. Generalmente sono necessari 3 trattamenti all’anno per il risanamento di palme infestate e per la prevenzione di piante sane.

Questo, in attesa che si affermi un diverso modo di contrapporsi ai nemici delle palme, non aggredendoli con la chimica ma alleandosi con i loro nemici naturali, ricreando ecosistemi prossimi alla naturalità o, dove non è possibile, allevando in laboratori funghi, batteri, lieviti, virus, nematodi, insetti che, lanciati nei campi, possano contenere, se non eliminare il Punteruolo, mantenendo in vita e incrementando la schiera dei suoi nemici naturali.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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