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Caltanissetta, Michele Pilato: “Abbiamo il coraggio di voltare pagina?”

Redazione

Caltanissetta, Michele Pilato: “Abbiamo il coraggio di voltare pagina?”

Mer, 24/12/2014 - 11:30

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CALTANISSETTA – Lo aspettavamo proprio! “Noi con Salvini”, sarà la dicitura che campeggerà sul simbolo con cui la Lega Nord sbarcherà al Centro e al Sud Italia nelle prossime elezioni. L’ennesima proposta di matrice leaderistica che la “casta” politica italiana mette in campo nel tentativo di accreditarsi come credibile classe dirigente. Ahi noi, però, sappiamo che questi tentativi si risolvono sempre con l’affermazione di un sistema che mortifica il cittadino impedendogli di essere artefice responsabile del proprio futuro.

Riflettiamo! Quanti partiti o movimenti oggi si identificano in un singolo personaggio e quanti pongono effettivamente alla base del proprio agire il protagonismo dei cittadini? La risposta è quasi scontata, tra gli schieramenti politici vecchi e nuovi, lo scenario e lo stile non cambiano; cambia soltanto il nome del “leader maximo” che spadroneggia sugli associati, elargendo benefici ai propri “colonnelli”.

Non è il caso di indicare nomi ne richiamare simboli, ognuno di noi ha tutti gli elementi per fare le dovute considerazioni. Ma la domanda è: abbiamo il coraggio di voltare pagina?

Nella nostra città si sta palesando un tentativo, sicuramente interessante, di comporre una nuova tipologia di soggetto politico con un’organizzazione che riconosce alla propria base la leadership e che agisce in una dimensione politica più ampia, di autoformazione, di cambiamento culturale e insieme di cura delle relazioni sociali.

Questo è ciò che si è innescato, a mio parere, lo scorso maggio con la proposta rappresentata dal Polo Civico – Patto Etico Responsabile. Un progetto politico che non si configura con al vertice un leader indiscusso e indiscutibile, o un padrone che seleziona il proprio staff assumendolo a libro paga, né usa metodi fintamente democratici in forma “digitale o analogica”. L’idea vincente è che, partendo dal governo dei territori, si realizzino modelli innovativi d’impegno politico che contribuiscano a modificare le forme e le condizioni del patto sociale e del rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Ma è necessario definire l’assetto organizzativo; un soggetto – “attrattore politico” – che si caratterizzi come spazio di azione e relazioni, per contrastare i processi di personalizzazione ed accrescere la capacità di federarsi tra gruppi ed esperienze differenti, spingendo per la composizione di rapporti tra comunità territoriali contigue, per ottimizzare i servizi al cittadino e sostenere iniziative di cogestione e autogoverno democratico.

Ci si può domandare: che cosa deve differenziare questo Movimento politico da un tradizionale partito politico o da un altro movimento? Per un verso un tale “promotore politico” deve far sì che i cittadini, di qualsiasi opinione siano, possano sentirsi integrati e coinvolti nell’elaborazione di politiche pubbliche, senza l’obbligo dell’affiliazione e con l’obiettivo di costruire un senso collettivo di appartenenza. Per un altro verso la forma organizzativa deve sottrarsi alla logica leaderistica, impedendo una gestione oligarchica e promuovendo, invece, la logica della condivisione partecipativa e relazionale. In questo senso, l’organizzazione interna dovrebbe fondarsi su strutture autonome di base nelle forme di gruppi di animazione territoriale o tematica, con una conduzione dinamica e circolare, per impedire forme di rigida rappresentanza verticistica che favoriscono l’opportunismo ed il carrierismo e che di fatto scompaginano il principio del “una persona un voto”.

Si tratta dunque di disancorare le idealità fondanti le grandi culture politiche del novecento dalla rappresentazione conflittuale che negli anni si è artatamente combinata.

I processi quali la globalizzazione, la crisi ecologica, i fenomeni migratori, l’informatizzazione, la trasformazione del lavoro, la precarizzazione, hanno creato un nuovo quadro politico che deve presupporre un nuovo metodo e nuove forme di organizzazione politica. Quindi, è necessario ridefinire la cornice entro la quale far partire una nuova stagione che sappia dare risposte concrete al mutamento sociale, ricomponendo i conflitti che non trovano adeguata rappresentazione nello spazio politico attuale.

 Michele Pilato

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