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Le riflessioni di Richelieu: “La Città dei sopravvissuti”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “La Città dei sopravvissuti”

Dom, 02/11/2014 - 18:37

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imageCALTANISSETTA – La città dei sopravvissuti è scesa agli Angeli, in questi due giorni, a visitare e rendere omaggio alla città di coloro che ci hanno permesso di sopravvivere, finora.

Il cimitero monumentale ha una identità, un equilibrio e una bellezza sostanziale che la città schizzata fuori dal centro storico non ha mai avuto: complessi popolari accanto ai sepolcri monumentali,  cooperative di loculi e sacrari delle vittime delle due guerre. Le tombe povere dei minatori della strage di Gessolungo del 1958. Le tombe dei prigionieri austriaci della Grande Guerra oltre a quelle delle vittime dei bombardamenti anglo-americani del 1943.

Una dimensione di intreccio con la storia, di significati condivisi, di esistenze che hanno avuto un senso, nella loro storia personale, familiare, dentro una storia più grande, all’ombra della rupe del castello di Pietrarossa, con la chiesa degli Angeli appena restaurata, ma ancora vuota, chiusa.

Caltanissetta non deve avere soltanto un “grande avvenire dietro le spalle” come ha scritto qualcuno, non può incontrarsi e riconoscersi soltanto tra le strade in salita e in discesa del suo cimitero.

Deve poter ritrovare il coraggio di vivere e costruire la speranza di potere tornare ad “esserci”, nella storia, senza guardare indietro, magari con nostalgia, ma a testa bassa.

Quando ri-cominciamo?

O preferiamo ritornare per i prossimi 363 giorni a vivere come i morti nella città-deserto?

Richelieu Richelieu

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