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Caltanissetta, l’architetto Gregorio Geraci su elenco esperti a titolo gratuito: “E’ una manfrina”

Redazione

Caltanissetta, l’architetto Gregorio Geraci su elenco esperti a titolo gratuito: “E’ una manfrina”

Mer, 26/11/2014 - 18:47

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CALTANISSETTA – Ho deliberatamente atteso che scadessero i termini fissati dal Comune per la compilazione dell’elenco degli aspiranti esperti a titolo gratuito per dire la mia in proposito.

A cominciare dalla richiesta dei curricula. Questa non è una città tanto grande da rendere difficile l’identificazione di una persona: basta chiedere qui e là per sapere di ciascuno chi è, a quale parrocchia appartiene e che film ha fatto! E poi il curriculum di un giovane, anche se piuttosto corto, non significa che non sappia fare nulla, mentre un anziano potrebbe aver avuto una carriera lunga ma di cose poco impegnative o, peggio, fatte in maniera approssimativa, o aver svolto pochi incarichi ma di grande valore o responsabilità. Perché dunque affidarsi ad uno strumento di incerta valutazione qual è la descrizione che ognuno fa di sé piuttosto che dare credito alla cosiddetta “voce di popolo” che ognuno di noi si porta appresso?

Poi c’è la questione della gratuità: alcuni Ordini professionali, compreso il mio, si sono affrettati a criticare la scelta dell’Amministrazione di chiedere prestazioni non pagate usando persino l’arma della legittima diffida ai propri iscritti.

Al riguardo, già più volte ho avuto modo di ricordare che, per risolvere un problema di salute, legale, fiscale o di qualunque altro genere non si cerca il professionista che chiede il compenso più basso ma, di solito, il migliore o, comunque, quello con le migliori referenze e … costi quello che costi!

In più aggiungo che personalmente non sono interessato a risparmiare sulla parcella ma piuttosto ad aggiudicarmi una prestazione che risolva al meglio il problema; per altro, se il risultato è buono, otterrò comunque dei vantaggi che, con tutta probabilità, saranno maggiori del prezzo pagato per la consulenza.

Inoltre, a pretendere la gratuità si corre il rischio di ricevere in cambio prestazioni incomplete o svogliate e di sentirsi dire, in caso d’insuccesso, “per quello che hai pagato, cosa pretendi?”. Invece, il committente che non lesina sui compensi professionali ha il diritto di esigere una prestazione al migliore livello possibile e potrà sempre puntare il ditino chiedendo, in cambio di soldi buoni, una performance altrettanto buona.

E, annotazione non ultima, perché gli attuali amministratori non danno il buon esempio e, prima di chiedere agli altri di lavorare gratis, non rinunciano ai loro compensi? Sarebbe un modo di comportarsi bello e coerente, non vi pare?

Ora, a me viene il sospetto che, in nome di un’antica tradizione e secondo una ormai consacrata furbata, tutta questa manfrina serva solo a giustificare agli occhi del popolo la scelta di uno specifico professionista che, dietro il paravento della gratuità, troverà poi qualche altro modo indiretto di farsi pagare: se così fosse, invito l’Amministrazione a non cercare di nascondersi dietro un dito ed a nominare chi vuole.

Io, per quanto mai beneficiato finora da alcuno e sicuro di non appartenere a nessuna consorteria di “eletti”, non me la sono mai presa ritenendo che il diritto di chiamarsi chi vuole non possa essere negato al capo di un’amministrazione.

Purché lo eserciti alla luce del sole.

Gregorio Geraci

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