Salute

Salvatore Lazzara si rivolge ancora al vicesindaco Marina Castiglione: “Seconda parte, lettera ad una assessora mai nata”

Redazione

Salvatore Lazzara si rivolge ancora al vicesindaco Marina Castiglione: “Seconda parte, lettera ad una assessora mai nata”

Ven, 31/10/2014 - 12:24

Condividi su:

Salvatore Lazzara

Salvatore Lazzara

CALTANISSETTA – «  Spero che i miei consigli ti siano serviti. Spero che tu non abbia mai urlato l’atroce bestemmia “perché‚ sono nata?”.  Spero che tu abbia concluso che ne valeva la pena: a costo di soffrire, a costo di morire………Ma siamo arrivati,…. »                                  A distanza di quasi 4 mesi sento nuovamente la necessità di scrivere all’Assessora allo Sport……mai nata, per tornare a rivolgerLe il mio pressante invito a…….lasciare. Lo faccio ricorrendo ancora una volta ad Oriana Fallaci. Richiamando un suo efficace explicit, questa volta utilizzato  molto a proposito.  Esimia Assessora renda onore alla Sua onestà intellettuale, confermi pubblicamente quello che in privato ha già più volte ammesso: “Non c’è la faccio più,……voglio lasciare”.

E così, candidamente, come era venuta fuori Lei, come Assessora allo Sport, rimetta tale delega; e con essa lasci almeno il segno di un’ intellettuale rubata alla cultura per 130 giorni, ma consapevolmente serena di averci “provato”. Al diavolo chi “l’ha tentata” e chi invece “pretende di amministrare in sua vece” in virtù di vincoli sacramentali. La sua dignità, il suo amor proprio, il suo sano ego valgono di più della testardaggine di ex scout, che solo perchè anch’essi ex scout, maliziosamente provano ad emulare “l’Evangelista” Matteo.  Nel Libro dei Capi di Baden-Powel, un’ intera sezione è dedicata a “Lo Scautismo per l’educazione sociale” e, come ci ha ricordato la copertina di un numero di agosto 2014 di Famiglia Cristiana, lo stesso B.-P. (così era solito firmarsi Baden Powel) nel suo ultimo messaggio agli scout ebbe a dire gli scout devono lasciare il mondo migliore di come lo hanno trovato”.

Se l’esperienza dell’Amministrazione di cui Lei fa parte si concludesse domani, può sinceramente dire, sia Lei che R.-G. (Ruvolo Giovanni), che il “suo Gero” e sia gli altri “cagnoli” ammaestrati (a Lei molto contigui), che il desiderio del padre dello scautismo sia stato “cristianamente” perseguito e raggiunto ? Gli scout, sin da piccoli, sono stimolati a “far del proprio meglio”, a vivere ogni loro giornata con “stile”, cioè con un costante modo di essere che fa interagire valori e quotidianità.

Lo stile scout si esprime in buonumore, in prontezza (“Sempre pronti” è il loro motto), nel lavoro ben fatto, nel servizio ai più bisognosi, nella sensibilità per i problemi sociali, nella gioia di essere comunità, nel coraggio di cambiare in meglio, nel crescere in responsabilità e competenza, nell’interazione tra il pensare e l’agire, nella fede vissuta e testimoniata.  “La Promessa” è un costante richiamo a far sempre del proprio meglio nell’adempimento dei propri doveri, a spendersi generosamente per il bene comune. In cuor Suo, può Lei confermare che gli ex, che ora Amministrano, sopra e sotto banco, siano stati fedeli alla Promessa ?

 hanno fatto come il buon Pietro, che prima che il gallo cantasse due volte, aveva già rinnegato Gesù tre volte !  Gentile Assessora, si ricordi del grande Totò, che con il suo “…….nuje simmo serie…appartenimmo à morte!” fortissimamente volle far risaltare la netta demarcazione tra il “serio” ed il  “poco serio”.

Come Le ebbi a dire ” Lo Sport è cultura, ma la Cultura non è sport !” Purtroppo per Lei, “….lo Sport è un’altra cosa”;  che cos’è non lo sa neanche “l’assessore mascherato”, nè l’esperto sportivo “camperista a gratis”. Ascolti questa mio accorato e disinteressato suggerimento.   Per l’amore che Lei ha per la Cultura ed io per lo Sport, mi ascolti,…..La supplico.  Non leggerà mai più un mio intervento, non scriverò mai più di politica sportiva per tutta questa legislatura. Ma rimetta la delega, …sia generosa! Il settore ha bisogno di un salutare repulisti, di intraprendere un nuovo e coraggioso cammino, per cui necessità di  una guida ferma e a tempo pieno.

Lasci che siano i suoi attuali, sperimentali, compagni di Giunta ad interpretare su un palcoscenico improvvisato il ruolo di Puck, o Robin che dir si voglia;   lasci che siano loro, allegri e gioiosi, come nella shakespeariana “Sogno di una notte di mezza estate” a poter cantare:

Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.
Se vana e insulsa è stata la vicenda,
gentile pubblico, faremo ammenda;
con la vostra benevola clemenza,
rimedieremo alla nostra insipienza.
E, parola di Puck, spirito onesto,
se per fortuna a noi càpiti questo,
che possiamo sfuggir, indegnamente,
alla lingua forcuta del serpente,
ammenda vi farem senza ritardo,
o tacciatemi pure da bugiardo.
A tutti buonanotte dico intanto,
finito è lo spettacolo e l’incanto.
Signori, addio, batteteci le mani,
e Robin v’assicura che domani
migliorerà della sua parte il canto.

Salvatore Lazzara