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Caltanissetta Protagonista, considerazioni sul piano di intervento ex art.5, comma 2 ter L.R. Sicilia n°9/2010 (ARO Caltanissetta)

Redazione

Caltanissetta Protagonista, considerazioni sul piano di intervento ex art.5, comma 2 ter L.R. Sicilia n°9/2010 (ARO Caltanissetta)

Mar, 21/10/2014 - 14:00

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Mannella Petrantoni GiarratanaCALTANISSETTA – Quando si parla di un appalto di servizi tra i più importanti, se non il più importante, che una Amministrazione è chiamata ad effettuare e che avrà una ricaduta sulla gestione ambientale del territorio nisseno per i prossimi 10-15 anni, è quasi impossibile scindere le scelte politiche da quelle tecniche.

Le une e le altri si intrecciano e non sempre sono compatibili.

Le considerazioni di Caltanissetta Protagonista devono necessariamente partire dalle Linee di Indirizzo dettata dall’Amministrazione Comunale che si concretizzano con il Piano di Intervento sottoposto alla nostra attenzione.

Premettiamo che vi sono dei punti in cui gli elaborati sottoposti alla nostra attenzione sono contraddittori perché presentano importi discordanti e inoltre non è ben chiaro se il servizio è riferibile ai prossimi 10 o 15 anni.

E’chiaro invece che il “punto focale” su cui si accentra l’attenzione degli esperti e degli ecologisti (della prima ed ultima ora) è quello della Raccolta differenziata (i cui punti percentuali attualmente registrati a Caltanissetta sono assolutamente sconfortanti, lontanissimi dalle medie europee e anche da quelle italiane).

Il dibattito tra i sostenitori del “Porta a porta” (più o meno spinto) e quelli del conferimento dei cittadini e delle attività produttive ai CCR (Centri Comunali di Raccolta) e alle isole ecologiche è aperto e si basa sui pro e contro dei due metodi di intervento.

“Porta a porta”: PRO Copertura capillare del territorio con concrete probabilità di intercettare grosse percentuali di Rifiuti recuperabili e conseguenti introiti derivati dalla capitalizzazione delle risorse sotto forma di minori spese di trasporto e smaltimento e maggiori introiti per la vendita delle MPS (Materie prime secondarie) e dei Recuperabili. CONTRO Altissimi costi di gestione e difficoltà legate alla tempistica di ritiro nelle singole utenze cittadine che impongono alle famiglie una gestione sistematica dei rifiuti selezionati che non possono essere ritirati giornalmente imponendo il deposito in casa di alcune tipologie “scomode” (vedi umido). Infatti, per poco lungimiranti scelte progettuali, i nostri condomini sono nella maggior parte dei casi privi di locali adibiti al deposito temporaneo di contenitori per rifiuti differenziati. 

“Conferimento ai CCR”: PRO. Gestione più semplice dei rifiuti che vengono conferiti direttamente dal produttore o ritirati dal gestore per tipologie ben definite a seguito di accordi precostituiti con Imprese produttive e/o associazioni di categoria. Minori costi generali che comunque bilanciano quelli sostenuti per una minore percentuale di rifiuti recuperati. CONTRO Periodi di assimilazione più lunghi da parte della cittadinanza ad abituarsi al conferimento a “titolo personale” dei rifiuti ai CCR, minore selezione da parte delle famiglie e quindi minori percentuali di RD con conseguenti maggiori costi di conferimento in discarica. Anche se questa voce, dopo un periodo di messa a regime sicuramente più lungo di quello necessario per il “porta a porta” verrebbe compensata dai minori costi per il personale.

Su questi punti di vista il dibattito è aperto ma deve tenere conto di un altro aspetto che a parere della scrivente è assolutamente prioritario.

Anche la raccolta differenziata più spinta e con le percentuali più elevate per raggiungere gli obiettivi di economicità che compensino i costi di attuazione deve essere supportata dalla certezza della destinazione della materia recuperata. La presenza quindi nel territorio di riferimento di impianti atti al trattamento dei rifiuti differenziati e selezionati è indispensabile per chiudere il ciclo integrato di rifiuti e quindi fare degli stessi una risorsa.

Di conseguenza di questo bisognerebbe parlare prima di esaltare in maniera indiscriminata la Raccolta Differenziata.

I numeri ? Senza valorizzazione della parte recuperata non si hanno vantaggi.

Ammesso di potere recuperare il 30% di umido e quindi di ridurre del 30% il flusso di RSU indifferenziati in discarica, quanto costerebbe il trattamento (tra spese di trasporto e costo di conferimento) di questa frazione recuperata non avendo un impianto in loco che lo valorizzi?

Ad occhio e croce poco meno di quanto costa lo smaltimento in discarica. E quello che si risparmia compensa il maggiore costo che bisogna affrontare per fare una raccolta differenziata spinta porta a porta che ci consentirebbe di arrivare a recuperare tutta questa percentuale di umido?

I numeri in questo senso sono impietosi. La risposta è no. E allora bisogna fin da ora programmare una politica impiantistica che non sia riferita solo allo smaltimento in discarica degli RSU indifferenziati (tra l’altro oramai proibito per legge) ma attraverso la realizzazione, per esempio, di un impianto TMB (trattamento meccanico biologico) che permetta un trattamento che riduca la percentuale di conferimento in discarica al 20-30% consentendo anche un recupero di materie prime e di energia.

Se ipotizziamo che l’Amministrazione ha un onere per i prossimi 10 anni di oltre 100 milioni di euro, esclusi i servizi aggiuntivi, con solo un minimo di infrastrutture cittadine realizzabili, con un impegno ulteriore del 25% (quindi un investimento di 25 mln di euro, su cui si potrebbe ipotizzare anche un ribasso all’atto dell’affidamento) si potrebbe realizzare un impianto con annessa discarica (per la percentuale residuale) che potrebbe servire tutti comuni che ricadono nell’ambito della SRR ATO Caltanissetta NORD generando un notevole risparmio per l’intero territorio con i costi che si ammortizzerebbe nell’ambito del medio periodo.

E si determinerebbe anche un’attività di tipo industriale controllata con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Su questo bisognerebbe lavorare in prima battuta se si vogliono raggiungere degli obiettivi precisi e non vogliamo tornare tra 10 anni a discutere delle stesse cose.

Poi possiamo anche parlare del piano di interevento e su questo noi di Caltanisssetta Protagonista riteniamo che:

1. La scelta dei cassonetti intelligenti è censurabile perché, dove applicata, non ha sortito effetti positivi. Inoltre è costosa. Non è di facile comprensione tra l’utenza, soprattutto la meno scolarizzata e la più anziana. Prevede la realizzazione di un impianto di videosorveglianza (si intuisce che siamo nell’ordine di parecchie decine di telecamere piazzate in tutto il territorio) dal notevole costo iniziale e dall’altrettanto notevole costo gestionale venendo generate migliaia di ore di registrazione il cui controllo richiede l’apporto di diversi operatori.

2. Se proprio vogliamo prevedere la RD “porta a porta”, partendo dal presupposto che è inapplicabile su tutto il territorio, essendo necessario un gran numero di operatori e non essendo economico fare ulteriori assunzioni oltre alle 102 unità previste per garantire i livelli occupazionali in atto, si potrebbe, nei quartieri ove tecnicamente possibile, meccanizzare lo spazzamento delle strade attraverso la previsione dell’acquisto di mezzi idonei e dirottare il personale adibito allo spazzamento manuale al servizio di raccolta porta a porta. Questa ipotesi si potrebbe studiare verificando la toponomastica dei quartieri e la situazione viaria e delle zone pedonali.

3. Sempre per incentivare e pubblicizzare la RD a tutti i livelli, non basta il coinvolgimento dei comitati di quartiere e delle associazioni laiche o religiose, è indispensabile una capillare campagna promozionale che deve essere supportata da una serie di iniziative sul territorio a tutti i livelli con un “tam tam” di informazione con tutti i mezzi di diffusione locali e con campagne mirate nelle scuole, associazioni di categoria, uffici etc. etc, oltre che instaurando un contatto con l’utenza porta a porta per fidelizzare nella fase di avviamento tutta la cittadinanza. Per far ciò le risorse previste per i primi due anni sembrano insufficienti.

4. Tutte le percentuali previste di RD riferite sia al porta a porta che ai CCR e alle isole ecologiche sembrano improntate ad un ottimismo non giustificato e non supportato dai risultati di esperienze simili che in altre realtà hanno spesso generato grossi contenziosi con le imprese che hanno gestito servizi simili.

5. Il Piano è carente per quel che riguarda le ipotesi progettuali dei CCR circa le modalità di stima adottate, le quantità considerate nel computo metrico estimativo, le caratteristiche costruttive ipotizzate a fronte dei costi che invece sono stati quantificati con una notevole precisione (vedi Analisi del fabbisogno infrastrutturale. Progetti preliminari), Partendo dalle indicazioni economiche di sintesi l’impresa proponente dovrà sviluppare i progetti fino al livello definitivo e non certo fino a quello preliminare, per di più solo in parte inserito fra gli elaborati, e seguendo questa logica sarebbe opportuno includere nel Piano anche queste ulteriori indicazioni (che dovranno essere conformi alle esigenze di ricezione quanti-qualitative manifestate dall’Amministrazione), per consentire agli offerenti di meglio valutare l’impegno richiesto, fermo restando la loro facoltà di proporre alternative equipollenti o migliorative. In tal senso sarebbe anche opportuno partire come base minima in tema di codici CER da quanto contenuto nel regolamento TARI che offre una serie di agevolazioni ai cittadini che intendono usufruire delle strutture comunali

Comunque il Piano è perfettibile e sicuramente in fase di offerta le imprese partecipanti alla gara sapranno dare il proprio contributo con migliorie e/o alternative valide..

Resta comunque il grosso nodo dell’impiantistica, e se non si risolve è difficile prevedere un salto di qualità di tutto il servizio e quindi non è assolutamente ipotizzabile il conseguente abbattimento dei costi sulle utenze cittadine.

Oriana C. Mannella 

Salvatore Petrantoni