Salute

Riceviamo e pubblichiamo, Andrea Milazzo sulle riflessioni di Richelieu

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo, Andrea Milazzo sulle riflessioni di Richelieu

Dom, 31/08/2014 - 01:42

Condividi su:

andrea-milazzo-2_424x640CALTANISSETTA – L’intervento del cardinale, osservato da diversi profili, e’ interessante ed estremamente realistico. Nello stesso e’ narrata, con dovizia di particolari, la patologia endemica che interessa, ad ogni livello istituzionale, i rapporti tra politica e burocrazia. Assistiamo infatti a diverse vicende, dove in particolare quella del ‘piano giovani’, varato dalla giunta regionale, appare particolarmente grave per le conseguenze psicologiche sulla fiducia dei già demotivati giovani in cerca di lavoro che, anche grazie al risalto mediatico della vicenda, vedranno minata, forse irrimediabilmente, la già flebile fiducia nelle Istituzioni, percepite quanto mai incapaci di governare anche solo semplici processi. Sullo sfondo di queste vicende la scena sempre più frequente vede confondere i ruoli degli attori intrinseci del ‘cambiamento’, che dovrebbero individuarsi nei politici, e dei loro ausiliari, costituiti dai burocrati. Questi ultimi sempre più’ spesso alla ribalta delle cronache, assumono spesso maggiore visibilità dei propri ‘committenti’, ma raramente per fatti positivi. D’altro verso assistiamo ad una tecnocratizzazione del sistema politico, con esponenti che assumono spesso funzioni di gestione, sostituendosi, di fatto, ad una burocrazia ritenuta inadeguata a raggiungere gli obiettivi istituzionali. Potremmo dilungarci su altre categorie e ruoli che i vari ‘sistemi’ istituzionali si scambiano tra di loro, acuendo la già enorme confusione che incombe nei cittadini, ma ritengo più utile focalizzare l’attenzione sullo status e ruolo dei politici e dei burocrati. Credo che entrambi sono ugualmente, anche se in modo diverso, predefinibili come servitori dello Stato e della collettività. Il ruolo dei politici e’ di interpretare il ‘sogno del cambiamento’ e discretizzarlo nel codice criptico che è il linguaggio della politica, il cui compito di decifrazione e trasformazione nel linguaggio delle ‘azioni’, compete alla burocrazia. Credo che non ci sia nulla di male se il sistema politico sia conscio e consapevole delle regole del ‘fare’, ne’ tanto meno se addirittura sia in grado di applicarle direttamente ed autonomamente. Credo però che sia più importante che chi abbia il compito di guardare, ascoltare, sognare e progettare il ‘cambiamento’ debba avere garantiti i propri spazi e tempi e credo altresì che occupandosi dei
Compiti del ‘fare’ avrà meno tempo per ascoltare, sognare e progettare. Ma credo anche che se non vi sarà un serio e concreto intervento legislativo sulla pubblica amministrazione che renda equanimi i diritti, le garanzie e le premialita’ del sistema produttivo pubblico e del sistema privato, difficilmente cambierà qualcosa. Forse, detto con lo spirito di chi crede di non avere in tasca nessuna certezza da regalare, ma che ha ritenuto comunque di offrire un un modesto spunto di riflessione, potrebbe essere questo il punto di partenza di una vera ‘rivoluzione’ della normalità. Diversamente potremmo continuare ad assistere a scene identiche o quasi a quella del ‘piano giovani’, dove tra sistema politico e burocrazia finiremo, volta per volta, nell’assegnare poco merito nella virtù e poca colpa all’errore.

Andrea Milazzo

temperino

Pubblicità Elettorale