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Rassegna stampa. «Istituire un Museo della legalità con gli atti della lotta alla mafia»

Redazione

Rassegna stampa. «Istituire un Museo della legalità con gli atti della lotta alla mafia»

Ven, 08/08/2014 - 16:15

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imageA breve Caltanissetta potrebbe ospitare un museo della legalità. Al momento si tratta solo di una proposta che il presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale ha lanciato al sindaco Giovanni Ruvolo ed al prefetto Carmine Valente dopo avere appreso del bando per l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia affinché vengano utilizzati per scopi sociali.

Una proposta che il presidente della Corte ha ribadito ieri nel corso della commemorazione per l’anniversario dell’omicidio dell’ex procuratore capo di Caltanissetta e Palermo Gaetano Costa, nativo proprio del capoluogo nisseno, ucciso il 6 agosto 1980 a Palermo. Il sindaco Giovanni Ruvolo, presente tra il pubblico che ha affollato l’aula della Corte d’Assise d’Appello intitolata proprio all’ex procuratore, ha sorriso e fatto un cenno di assenso quando il presidente Cardinale si è rivolto al pubblico, quindi della cosa se ne potrebbe riparlare a breve. «L’idea – ha spiegato Cardinale – è quella di creare un museo in cui conservare documenti e testimonianze quali gli atti processuali, le sentenze, gli articoli apparsi sulla stampa, i documenti provenienti da archivi personali ed anche le fotografie, nel caso ci vengano concesse, riguardanti l’attività di quei servitori dello Stato che hanno lavorato a Caltanissetta dando la vita nella lotta all’illegalità. Speriamo si possa dare vita anche ad una sezione libraria riguardante la materia e ad una in cui conservare dei cimeli».
Per la gestione del museo l’alto magistrato ha pensato che potrebbe essere affidata alle varie associazioni di ex componenti delle forze dell’ordine in congedo che operano in città. «L’iniziativa, oltre, ad evitare che il passare del tempo possa cancellare il ricordo di coloro che fecero della lotta all’illegalità la ragione della loro esistenza potrebbe costituire anche un punto di richiamo per le scolaresche di tutta Italia, con indubbi vantaggi in termini economici per la cittadinanza nissena. Da parte mia e della sezione locale dell’Associazione nazionale magistrati non mancherà la disponibilità».
«METTERE DA PARTE LA VOGLIA DI VISIBILITA’». La commemorazione dell’ex procuratore capo di Palermo Gaetano Costa ha visto la presenza del figlio Michele, avvocato, che ricordando l’equilibrio del padre ha affermato: «A volte ci troviamo di fronte a una ricerca patogena di notorietà da parte di alcuni magistrati. Occorrerebbe che alcuni mettano da parte la voglia di visibilità per dedicarsi al loro lavoro con equilibrio e serietà. Io spero che un giorno qualcuno avrà la voglia di scoperchiare la pentola che nasconde quello che c’è dietro l’omicidio di mio padre».
Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Caltanissetta, Giuseppe Iacona, ha ricordato l’equità e l’imparzialità di Costa: «Quando entrò in magistratura cancellò la sua iscrizione al Partito Comunista per non esporsi. Il suo lavoro aveva alla base l’amore per lo Stato, per questa terra. Valori in cui i nostri figli non sembrano più riconoscersi perché non riescono ad avere fiducia nelle istituzioni, perché ritengono che il merito, l’impegno non vengano più premiati. Ricordare va bene, ma dobbiamo fare qualcosa di più, insegniamo ai nostri figli ad amare lo Stato ed a credere in quei valori che ispiravano il lavoro di Costa».
«Di lui ricordo la grande fiducia nei giovani – ha detto il procuratore generale Santi Consolo – nel 1978 iniziai come uditore alla Procura di Palermo e di lui ricordo questo suo affetto, il suo essere esigente prima di tutto con se stesso e poi con i magistrati, compresi noi uditori. Ci voleva sempre in ufficio, anche il sabato, perché diceva che noi non eravamo dei bancari tenuti ad osservare il sabato fascista. E’ stato ucciso perché aveva iniziato ad indagare su quei rapporti tra mafia, politica ed economia, un settore in cui nessuno aveva mai osato mettere il naso».
«Costa ha aperto il fronte della fermezza, non ha chinato il capo», hanno detto il presidente della Corte d’Assise Antonio Balsamo e il procuratore aggiunto Domenico Gozzo. L’importanza del ricordo degli uomini simbolo nella lotta alla mafia è stata sottolineata dallo stesso presidente della Corte d’Appello Salvatore Cardinale e dal presidente della sezione nissena dell’Associazione nazionale magistrati Fernando Asaro, che ha letto alcune frasi pronunciate da Gaetano Costa. Conclusa la commemorazione tutti i presenti si sono spostati all’esterno dell’aula dove è stata deposta una corona di alloro ed è stato celebrato un momento di preghiera dal parroco della chiesa di San Pietro Salvatore Tumminelli.
Vincenzo Pane – La Sicilia

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