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Le riflessioni di Richelieu: “il segreto del segretario (generale)”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “il segreto del segretario (generale)”

Ven, 22/08/2014 - 10:32

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imageCALTANISSETTA – C’è stato un tempo in cui il Segretario Generale del Comune capoluogo era un’autorità a tutti gli effetti, parte integrante della classe dirigente, garante del diritto e dello Stato (giurava nelle mani del Prefetto che lo nominava), aveva il compito di far rispettare leggi e procedure nella produzione di atti e comportamenti degli organismi comunali (Consiglio e Giunta Municipale) di cui presiedeva le sedute insieme al Sindaco di turno.

Anche nella storia piccola di Caltanissetta dal dopoguerra se ne ricordano alcuni di spessore: Vitale Lupo, Michele Amico, Montaperto, capaci di interpretare la volontà politica incardinandola nel diritto amministrativo con affidabilità indiscussa. Capaci anche di leggere, dal loro osservatorio privilegiato, la società che contribuivano ad amministrare, a volte con  distacco e  precisione da entomologi.

Non erano schierati politicamente, anche se, inevitabilmente, “governativi”. Un Segretario Generale comunista non è mai capitato!

C’era poi anche un’altra tipologia di Segretario. Quello che talora condizionava la sua funzione alla cointeressenza nelle attività amministrative (incarichi professionali, per esempio), in grado di capitalizzare il suo ruolo anche come rendita di posizione.

Negli ultimi anni abbiamo conosciuto poi il Segretario double-face,  a metà strada tra lo scienziato pazzo e Archimede Pitagorico, capace di dialogare con se stesso attraverso  tre computer e di paralizzare per ore interi Consigli Comunali pur di non esprimere con nettezza un parere di legittimità che fosse univoco e determinante. Non parliamo poi di definire l’ammissibilità di un emendamento o di un ordine del giorno.

Sempre attento a non pro-pendere per evitare compromissioni definitive, aveva sperimentato abilità acrobatica nel posizionarsi in tempo reale rispetto agli equilibri politici nuovi che andavano maturando, passando dalla lealtà al Sindaco di centro-sinistra che lo aveva nominato la prima volta, all’ammiccamento verso il centro-destra a fine legislatura, all’appoggio entusiasta alcandidato Sindaco di centro-destra (non si sa mai…) fino all’insediamento, riconfermato, sullo scranno più alto della burocrazia cittadina.

Oggi il Sindaco Ruvolo ha voluto sostituirlo, e il risultato delle sue consultazioni tra possibili candidati ha prodotto una nomina che ha sorpreso molti (e fin qui potrebbe essere tutto positivo), individuando per il Comune Capoluogo una figura dal curriculum essenziale, con esperienza limitata a due soli piccoli Comuni: Carini e San Cataldo ai tempi della “gestione familiare” di pagana memoria.

Entrambi queste Città hanno un elemento connotativo comune: sono stati amministrati dal centro-destra. E questo è importante saperlo, visto che con il nuovo ordinamento è il Sindaco che sceglie, discrezionalmente, il Segretario, all’interno dell’Albo che comprende i funzionari che ne hanno i requisiti generali, secondo la logica dello “spoil system”.

Controllore e controllato rispondono quindi a una logica omogenea, e questo è ancora più rilevante visto che, aboliti i controlli esterni di legittimità degli atti dei Comuni (Commissioni di Controllo e CORECO), la responsabilità della correttezza amministrativa è tutta risolta all’interno della struttura comunale.

 Il Sindaco-Mahatma ha nel suo DNA, (personale, professionale e politico) la ricerca ecumenica dell’unanimità rassicurante sul consenso a se stesso, aborre il conflitto dirimente che costringe ad assumere una posizione ben definita e soprattutto ad avere un’idea programmatica che comporti delle discriminanti. Il “Polo Civico” è nato anche con questo obiettivo, e finora ha funzionato abbastanza.

Il metodo conseguente a questo orizzonte è la ricerca di un equilibrio “concertato” tra le forze politiche differenti, l’attenuazione di ogni confine tra maggioranza e opposizione (fino a fare evaporare anche il concetto di opposizione), quello che in altri tempi e in altri livelli istituzionali si chiamava “consociativismo” (o peggio “inciucio”) e che in Sicilia negli ultimi anni ha prodotto risultati strabilianti alla Regione con i Governi Lombardo e poi Crocetta, trasversali ed autonomi rispetto a qualsiasi schieramento politico consolidato. E anche per questo razionalmente ingestibili.

La nomina del Segretario Generale, con le caratteristiche che se ne intravedono, potrebbe rispondere a questa “concertazione” extra-politica e alla costruzione di un micro-sistema di equilibri, compensazioni e accordi funzionale alla stabilità dell’Amministrazione e all’armonia con i referenti politici di parte avversa, che così potrebbero avere interesse a non spingersi troppo in là con l’opposizione.

Staremo a vedere. Alla Signora Segretaria Generale l’onere della prova contraria rispetto a queste (forse) maliziose supposizioni. E ci auguriamo che la prova ci sia.

Al Sindaco-Mahatma la gestione di questo back-stage apparentemente furbesco, storicamente insidioso di trappole e di ricatti, nella speranza che in questa tela del ragno non ne rimanga stritolata, con la sua Amministrazione, l’autonomia del progetto politico che la Città ha votato, e non soltanto per il suo carisma personale.

Pur sapendo, non si illuda, di votare il meno peggio.

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