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Richelieu: “L’eredità degli zii buonanima”

Redazione

Richelieu: “L’eredità degli zii buonanima”

Sab, 19/07/2014 - 20:15

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imageCALTANISSETTA – Botte da orbi, nel PD nisseno! Appena diradati i fumi della “vittoria” alle elezioni comunali si è aperta una nuova stagione dei veleni, con guerra di comunicati e conferenze stampa, scatenata intorno a classiche questioni da “organigrammi”: la Presidenza del Consiglio Comunale e poi il ruolo di Capogruppo, andati a due esponenti di provenienza “moderata” rispetto alla “sinistra storica”, le due anime (!?) che sono confluite nel PD da quello che rimaneva dei due pilastri politici della prima Repubblica, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, nella “fusione fredda” di un nuovo partito che nel nome voleva evocare grandi modelli americani (il Partito Democratico da Kennedy fino ad Obama!) ma che nei fatti rivela una lontananza siderale sia dai modelli contemporanei sia dai “padri nobili” del pantheon italiano (De Gasperi, Togliatti, Berlinguer, Moro; per non parlare di Sturzo e di Gramsci).

Manifestare pubblicamente il proprio dissenso rispetto alle decisioni che costituiscono la linea di un partito è stata sempre una garanzia di democrazia interna e di agibilità politica per le differenze di posizione, e ancora tanti ricordano la mutazione genetica del PCI per il superamento del meccanismo ferreo del “centralismo democratico”, contro cui grandi personalità della sinistra, Ingrao per tutti, avevano fondato la loro battaglia politica per la libertà di pensiero e la “trasparenza” nella formazione delle decisioni. Ma lì si trattava di poter criticare i carri armati sovietici a Praga o di non espellere il gruppo de “Il Manifesto”.

imageBen altra cosa ci sembrano le risse da cortile, ancorchè adornate di linguaggio forbito, sulle misurazioni di rappresentanza e le rivendicazioni di quote di potere da investire in “visibilità” che sono venute fuori in questi giorni. Anche perché in altre occasioni, per es. il conferimento di lucrosi incarichi professionali da parte di istituzioni pubbliche (es. IRSAP) per una dei protagonisti della querelle, altrettanta trasparenza e visibilità non sono state ritenute convenienti. Senza dire, peraltro, perché l’Ing. Scalia non andava bene come capogruppo: perché era l’ultimo degli eletti o perché potrebbe avere conflitti di interessi, per es. urbanistici?

Ad errore di grammatica politica dei “ribelli” del Circolo Faletra, triplo errore di grammatica e sintassi dei Segretari degli altri tre Circoli cittadini del PD e, (forse) del Big Bang renzianamenteispirato: comunicato al cianuro e bordate di missili terra-aria di tale violenza che neanche il MUOS avrebbe potuto intercettare.

imageE dietro i nipotini, ben riconoscibili, anche nella sintassi, le vecchie sagome degli zii: contro i Tip e Tap della Faletra, i Qui, Quo, Qua dei tre Circoli riuniti, mandati avanti da Topolino e Paperino (e anche Zio Paperone) che ne guidano le mosse a distanza.

Ma cosa può interessare ai cittadini di una comunità  stritolata dalla crisi, che è stata invitata a sognare e a sperare “magnifiche sorti e progressive” dal progetto civico-politico del MahatmaRuvolo & C., delle risse di partito di giovani “rottamatori” che hanno preso troppo alla lettera questa espressione simbolica e stanno facendo a pezzi, nella coscienza e nell’opinione pubblica, ogni residuo di fiducia nella possibilità di una buona politica che cancelli gli errori e le degenerazioni del passato?

Come nella farsa tragicomica di un secolo fa, “L’eredità dello zio buonanima”, gli eredi delle due grandi famiglie politiche italiane, appena finito il “visito” post-elettorale, si stanno sbranando senza orrore di se stessi per mettere le mani sul “malloppo” (di potere) che si contendono come eredità. Ma la banca in cui lo zio canonico aveva depositato il suo tesoro, nella commedia, fallisce, e tutti i contendenti rimangono con un palmo di naso.

Abbiamo controllato a che punto è la riserva di consenso, di fiducia e di pazienza, oltre che di sostanza culturale e capacità progettuale che la vecchia DC e il vecchio PCI hanno lasciato nel cuore e nella mente dei loro elettori, mentre gli eredi se ne contendono le spoglie su questioni che Cirino Pomicino e persino Franco Evangelisti avrebbero risolto in poche ore?

Ma Gallè non è Cirino Pomicino e Lo Maglio, ai dirigenti del vecchio PCI, non gli somiglia per niente. Peggio di Johnny Stecchino!

Richelieu  Richelieu

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