MUSSOMELI – Chi ama la storia di Mussomeli, chi crede che le sue chiese siano i pilastri portanti sui quali si regge il suo magnifico centro storico, non può che gioire per l’avvio dei lavori di      manutenzione e ristrutturazione di due chiese antiche, ma allo stesso tempo non può che continuare a penare perché altrettante rischiano di arrendersi all’incuria, ad una burocrazia paralizzata e all’assenza di un piano di salvataggio. Dopo San Giovanni, sono stati avviati proprio in questi giorni i lavori di manutenzione straordinaria nella chiesa del Carmelo. Da qualche giorno, l’impresa Geraci ha allestito un ponteggio sul prospetto del tempio. Un intervento necessario ad evitare in futuro problemi molto più seri. Con la stessa urgenza e solerzia si dovrebbero però trovare soluzioni simili per un monumento religioso molto vicino al Carmelo, la chiesa di Sant’Antonio. A causa dell’umidità ed in particolare delle infiltrazioni d’acqua, la stabilità del solaio appare pregiudicata, tanto che la Diocesi è stata costretta a chiuderla al culto. Per alleggerire il carico dei problemi, il Comune ha assicurato un intervento di pulizia delle caditoie e delle grondaie. Ma di certo non rappresenta l’azione risolutiva. Urge altro, peccato che da Palermo giunga solo il silenzio di tomba. Idem per un altro gioiellino mussomelese, la chiesa di Santa Margherita: le infiltrazioni d’acqua giorno dopo giorno divorano centimetri di preziosi stucchi. Anche in questo caso nell’assoluta indifferenza delle istituzioni.