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Eni. Gela unita alza la voce: “Il lavoro e’ l’unica forma di liberta’

Redazione

Eni. Gela unita alza la voce: “Il lavoro e’ l’unica forma di liberta’

Lun, 28/07/2014 - 11:02

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imageGELA – Almeno 15 mila persone, secondo i sindacati, stanno sfilando in corteo a Gela, in difesa della raffineria. Non solo lavoratori, e neanche soltanto esponenti dei sindacati, che organizzano la manifestazione, ma tantissimi cittadini e le rappresentanze istituzionali della provincia di Caltanissetta.
Ha preso il via dal museo civico di Gela il corteo dei lavoratori del petrolchimico e dell’indotto dello stabilimento Eni, per protestare contro la paventata chiusura del sito. Sono migliaia gli operai con bandiere di tutte le sigle sindacali della categoria, c’e’ anche la sezione Marinai di Gela. In corteo anche sindaci e amministratori locali. A chiudere la manifestazione tir del settore agroalimentare. Il lungo serpentone si è diretto in piazza Umberto. Lungo tutto il tracciato sono affissi manifesto con la scritta: “Il lavoro e’ l’unica forma di liberta’ dell’uomo”
In piazza insieme al segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava ed alla leader della Cgil Susanna Camusso, ci sono anche monsignor Rosario Gisana, nuovo vescovo di Piazza Armerina, ed i sindaci dei comuni del comprensorio, in testa il primo cittadino di Gela, Angelo Fasulo.

“Il nostro obiettivo e’ che ci sia un altro piano industriale che parta dalla conferma degli investimenti convenuti l’anno scorso, che aggiunga investimenti, che continui a fare in questo impianto di grande qualificazione di raffinazione di petrolio che si estrae e che abbia anche grande attenzione all’ambiente e alla prospettiva del territorio. Le scelta di politiche per il lavoro determina che una parte del Paese che e’ in difficolta’ diventa ancor piu’ in difficolta’. E’ assolutamente evidente e non a caso siamo oggi a Gela. Anche il piano industriale dell’Eni deve ripartire dall’attenzione al mezzogiorno, anche c’e’ proprio l’idea che e’ il mezzoggiorno debba essere ridimensionato e questo non va bene. Va detto che se non c’e’ una scelta generale del Paese che metta al centro la difesa del lavoro, potra’ essere un dramma. Senza lavoro non c’e’ nessuna prospettiva di cambiamento economico”. Cosi’ a Gela il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a proposito della grave crisi occupazionale nel Mezzogiorno.

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