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Musei a pagamento per i pensionati, scrittore di Mussomeli scrive a Franceschini

Redazione

Musei a pagamento per i pensionati, scrittore di Mussomeli scrive a Franceschini

Ven, 27/06/2014 - 19:09

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OLYMPUS DIGITAL CAMERADeluso in quanto uomo di sinistra e ancora di più amareggiato in quanto uomo di cultura. Giuseppe Messina, scrittore, insegnante in pensione, ex assessore e pilastro dell’associazione di archeologi Siciliantica lancia, dalla lontana Mussomeli, la sua battaglia contro l’esecutivo centrale, il ministro Franceschini e la sua riforma sugli ingressi nei musei. Il ministro dei Beni culturali del governo Renzi infatti, se da un lato taglia i biglietti d’ingresso per le giovani generazioni, dall’altro carica i costi di questa sua manovra sui pensionati, adesso costretti, rispetto al passato, a sborsare molti più euro per visitare una raccolta di opere d’arte. Presa carta e penna, Messina ha voluto esprimere tutto il suo dissenso scrivendo personalmente a Dario Franceschini. “Spettabile onorevole ministro- principia nella sua missiva l’ex assessore/scrittore- sono un insegnante in pensione ed ho atteso anni per poter godere del privilegio di entrare nei musei gratuitamente. Come lei dovrebbe sapere la pensione di un insegnante non basta a mantenere un figlio all’università e vivere dignitosamente. Sono un appassionato di arte e archeologia a livello dilettantistico e non visito un luogo senza averne visto ogni angolo, musei compresi. Fino alla pensione non mi potevo permettere tutti i musei, ma con l’età giusta ero certo di soddisfare questo tipo di desiderio e lei, con un colpo di penna, o meglio, con un colpo di mano alla Berlusconi, mi ha tolto questo piacere”. Per Giuseppe Messina si tratta di un provvedimento che prende pesantemente di mira chi oramai, dopo anni di lavoro, dovrebbe avere più tempo per godere dell’arte e della bellezza. Una beffa quindi per chi ha progettato di dedicare il tempo libero alla cultura. “Non capisco perché- riflette- si è accanito contro chi diventa anziano e quindi inerme, come se il voto di un anziano non fosse più utile”. Lo scrittore, con un passato anche da amministratore, ammette di provare delusione verso chi rappresenta oggi gli ideali in cui ha creduto nella sua esistenza. “Sono certo che non leggerà questo scritto e che non farà nulla. Votare per lei un’intera vita mi ha fatto capire, un po’ tardi, che ho sprecato le mie speranze in una sinistra più attenta ai bisogni di chi è o diventa più debole. Eppure la facevo molto più aperto alle questioni sociali e umane”. Infine, a chiudere il suo scritto, l’autore della missiva issa la bandiera bianca, riconoscendo la sconfitta d’Italiano costretto a viaggiare verso gli altri Paesi: “In ogni caso, prendo atto che per avere quello che lei mi ha tolto devo andare all’estero dove l’attenzione per gli anziani non ricchi è maggiore”.

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