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Le riflessioni di Richelieu: “Il Notabile del cambiamento”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “Il Notabile del cambiamento”

Ven, 27/06/2014 - 20:24

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imageCALTANISSETTA – E’ stato sempre l’uomo del cambiamento, Angelo Lo Maglio. Sin da ragazzo, adolescente “nero” militante del Fronte della Gioventù, (gli Almirante-boys per intenderci), passato repentinamente alla sinistra rocciosa del Partito Comunista Italiano degli anni ’70.

Uomo delle istituzioni, nei primi anni almeno solo aspirante tale, consigliere comunale mancato la prima volta col PCI, ma poi(dopo una parentesi di militanza nella Sinistra extraparlamentare,Lotta Continua style) eletto col Patto per la Città negli anni del Sindaco Mancuso, e rieletto ancora con il PDS. Due volte assessore, e anche vicesindaco: ma non riusciva mai a completare un mandato; si dimetteva prima, affascinato da sempre nuove prospettive.

Nel frattempo aveva avuto modo di candidarsi alla Camera per Alleanza Democratica, quando il Verbo di Mario Segni (a proposito, dove è finito?) e dei suoi referendum sembrava prossimo a seppellire la prima Repubblica. Ma era l’anno della prima ondata berlusconiana, il 1994, e a Montecitorio il Collegio nisseno aveva mandato il prof. Dell’Utri, ex-MSI (ah! se fosse rimasto dov’era da ragazzo!).

E sì, perché  il nostro “uomo del cambiamento” di cambiamenti ne aveva fatti tanti, e altri ne avrebbe fatti, ma sempre nel momento sbagliato, senza quel senso dei tempi che fa grandi gli attori di teatro e che al nostro giovane leader è sempre mancato un po’.

E’ riuscito a cambiare partito in corsa persino mentre era(finalmente!) deputato: eletto (lista bloccata) dai DS, passava alla Sinistra Democratica ai tempi della scissione di Mussi per Vendola. Per non entrare nel Partito Democratico. E così si era ritrovato fuori dalla Camera. E nemmeno la corsa alla Regione gli era andata bene, in quel 2008. Già, dimenticavamo: per la Regione ci vogliono le preferenze!

imageCosì era fuori turno per l’elezione del Sindaco, nel 2009, e, rientrato a stretto giro nel PD, non aveva potuto far altro che presentare una propria lista, “civica di sinistra”, (il “civismo” è una vocazione!) per non restare fuori dai giochi e misurare la sua forza sul territorio cittadino. Risultato: non aveva superato la soglia del 5%. Ma aveva fatto perdere la candidata del PD. Meno male: non era lui!

Allora la linea diventa: se non posso essere io, il Sindaco del centro-sinistra, allora nessun candidato del PD. Meglio non correre rischi: e nel 2014  Polo Civico sia! Così se perdono, perdono loro, se vincono, vinciamo “noi”. Eletto  Ruvolo Sindaco, anche lui si può sentire vincente, o almeno “padrino” del vincitore. Anche se non è riuscito ad eleggere, con il suo Circolo, nemmeno un consigliere comunale (il suo candidato era l’ineffabile Porsio).

E così, fino ai nostri giorni, ancora oggi, dopo quarant’anni di militanza del cambiamento, il capolavoro: cambiare persino una legge, quella regionale sul CEFPAS, per poterne diventare Direttore (figura nuova, creata per lui, che sostituisce il Presidente e il Consiglio di amministrazione, speriamo non anche i sindaci revisori dei conti), su nomina regionale del Presidente Crocetta, il guerrigliero della legalità. Deve solo riconvertire le sue frequentazioni, dal ramo progettazioni-lavori pubblici al ramo sanità-formazione-università (ambiente difficile per chi non ha pedigree e tradizioni familiari di accreditamento).

Dimenticavamo di ricordare che anche dentro il PD è possibile cambiare posizionamento: naturalmente il nostro, con la saggezza dell’età è diventato “renziano”, plaudente al campione  cattolico-liberale della “rottamazione” dei vecchi politici della prima Repubblica.

Lui, sul piano della rottamazione, aveva anticipato tutti in tempi non sospetti, da sempre. Solo che in Sicilia non si chiama così.

Si dice, letterariamente, con il Gattopardo, “cambiare tutto perché tutto rimanga com’è”.

Richelieu  Richelieu

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