CALTANISSETTA – Eraclito ci racconta che La morte per le anime è divenire acqua, la morte per l’acqua divenire terra, e dalla terra si genera l’acqua, e dall’acqua l’anima.
Giorni fa, nel corso di una veloce visita ai nuovi inquilini del Palazzo di Città, affacciandomi dal balcone con bandiere del piano nobile, non ho potuto non costatare l’avvilente, perenne stato di degrado della Fontana del Tritone. Una fontana che da troppo tempo, ormai, tutto contiene tranne che acqua. Quellacqua che, nelle diverse culture della Terra, ha sempre costituito, rappresentato uno straordinario elemento simbolico. Mi è venuta in mente, imprevedibilmente, la Fontana dei Bagni misteriosi, singolare opera scultorea del maestro della pittura metafisica, Giorgio de Chirico.
La Fontana dei Bagni misteriosi è situata nel giardino della Triennale, nel Parco Sempione, a Milano, ed è caratterizzata da otto elementi ambientati in una vasca di forma sinuosa: due nuotatori, un cigno, un pesce, una palla, una cabina, un trampolino e una fonte. La grande vasca, circoscritta da un profilo curvilineo, è percorsa da una trama pittorica a parquet che simula landatura delle onde. Questa misteriosa acqua-parquet è il fulcro del tema dei bagni misteriosi, che nasce nel 1934 con le litografie eseguite dall’artista per illustrare Mythologie di Jean Cocteau, tema che fu ampiamente sviluppato in seguito anche in pittura.
L’idea dei bagni misteriosi racconta de Chirico mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi limpressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento.
Ritorniamo alla nostra Caltanissetta. Alla Caltanissetta contemporanea. Mi chiedo: se è difficile, quasi impossibile gestire lacqua vera, biologica della Fontana del Tritone, perché allora non fare ricorso allacqua metafisica di ispirazione dechirichiana? Ovvero: perché non sostituire lacqua con una rappresentazione dell’acqua, utilizzando ad esempio luminose, vibranti ceramiche policrome che riprendono il motivo grafico dei bagni misteriosi? E in fondo, a ben pensarci, anche il grande Federico Fellini, a Cinecittà, realizzava l’indomita acqua con teli di plastica
e un sapiente, magico gioco di luci e ombre. Insomma: a mali estremi, estremi rimedi direbbero le persone di buon senso.