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IV edizione concorso musicale nazionale “Musicalmuseo”: la rinascita della “Dante Alighieri” di L’Aquila

Michele Spena

IV edizione concorso musicale nazionale “Musicalmuseo”: la rinascita della “Dante Alighieri” di L’Aquila

Mer, 14/05/2014 - 09:42

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FOTO 1CALTANISSETTA – “I nostri ragazzi di scuola media a cavallo di una età che li vorrebbe bambini e adulti come tutti coloro che vivono l’ambivalenza dell’adolescenza, sono cresciuti di colpo impegnati a tirare fuori dalle macerie le persone a loro care”. Le parole di Giuliano Tomassi, dirigente scolastico della scuola secondaria di 1° grado “Dante Alighieri” di L’Aquila, raccontano il potere della musica come elemento di rinascita, di recupero e coesione, oltre che artistico. Gli alunni della “Dante Alighieri” saranno fra i concorrenti della quarta edizione Concorso Musicale Nazionale “Musicalmuseo”, premio Kairos Rotary CL, in programma a Caltanissetta dal 15 al 17 maggio e rivolto agli alunni delle scuole medie a indirizzo musicale e ai giovani talenti, al quale parteciperanno 2077 concorrenti (cifra record per i concorsi di tal genere) provenienti da tutta Italia. Giungeranno nel capoluogo nisseno studenti, oltre che da tutti i capoluoghi siciliani, da Roma, L’Aquila, Taranto, Reggio Calabria, Frosinone, Gioia Tauro, Vibo Valentia, Tropea.

Il concorso, organizzato dal maestro Mirko Gangi, patrocinato dal Comune di Caltanissetta e dalla Provincia Regionale di Caltanissetta, si svolgerà presso la Biblioteca Luciano Scarabelli, la chiesa di Sant’Agata al Collegio e il Teatro Regina Margherita. Ulteriore lustro alla manifestazione è conferito dalla presenza nelle commissioni giudicatrici di maestri di fama internazionale: nel settore orchestra il Maestro Nunzio Ortolano, musica classica il Maestro Antonio Sottile e musica elettrica il Maestro Andrea Quartarone.

Grande valore artistico e umano, si ritrova nell’adesione della “Dante Alighieri” di L’Aquila come testimonia l’epistola del direttore Giuliano Tomassi che riportiamo integralmente:

“Ore 3,32 del 6/4/2009 dopo sei mesi di scosse quotidiane, una città viene distrutta e, quel che è grave, un centro storico è colpito a morte come a Messina e ad Avezzano. 309 morti e 1800 feriti. Isteria, shock, paura i sentimenti che hanno pervaso un territorio per giorni e giorni, traducendosi a oggi, in ansia incertezza sul futuro rabbia. I nostri ragazzi di scuola media a cavallo di una età che li vorrebbe bambini e adulti come tutti coloro che vivono l’ambivalenza dell’adolescenza, sono cresciuti di colpo impegnati a tirare fuori dalle macerie le persone a loro care. In una situazione in cui uffici pubblici sono rimasti paralizzati per giorni e giorni, la scuola è stata la prima a ricostruire il possibile.

A pochi giorni dal sisma gli operatori scolastici, con uno slancio inaspettato, hanno ricostruito le fila dei contatti allievo per allievo e, subito, approntato due tendopoli scolastiche per assistere allievi nostri e di altre scuole, compreso quelli di ordine diverso.

L’entusiasmo per una prima rinascita delle relazioni, dei contatti, di un minimo di socializzazione hanno spinto docenti ”sfollati” in altri luoghi a presentarsi a “scuola” puntualmente per svolgere la lezione. Infatti, abbiamo subito capito che in una realtà sconvolta negli affetti e nell’ambiente fisico, dovevamo offrire ai ragazzi uno scoglio sicuro, una certezza, la scuola c’era e con tutta la normalità possibile. Per cui libri, quaderni, lezioni servivano a ridare ai giovani una parte della giornata  da vivere con normalità. Guai se fossimo scesi al pietismo, al paternalismo e alla commiserazione, avremmo creato danno sul danno. Del resto non poco si è fatigato per filtrare tutte le situazioni che dall’esterno ci venivano proposte, in un quadro di passerella politica o di esibizionismo da bassa lega da parte di presunti personaggi venuti a commiserare i giovani, tali situazioni sono state sapientemente arginate dalla scuola. Non consentiamo a nessuno di trattare i nostri ragazzi come oggetti di un turismo alquanto macabro. La nostra scuola si è ritrovata con una alta percentuale di ragazzi appoggiati nelle scuole della costa, ove ben 36.000 persone erano state sistemate negli alberghi. I rimanenti abitanti, circa 70.000, erano alloggiati nelle numerose tendopoli sparse nel comprensorio o rifugiati all’interno di roulottes e campers. Eravamo ad un mese dallo svolgimento del nostro concorso musicale ”M. dall’Aquila” ma, l’edizione per quell’anno non poteva che essere rinviata a migliori annate. Però la musica che caratterizza ben 3 corsi della nostra scuola non poteva essere abbandonata, se ne avvertiva voglia tra i ragazzi e tra i familiari e, così, sotto le tende, sempre più surriscaldate dalle temperature esterne sono rinati gli ensemble, i gruppi, le parti solistiche e, comunque, la voglia di stare insieme, di cementare giorno per giorno, i rapporti tra le persone in un rinnovato patto di solidarietà fondato sulla comune tragica esperienza.

La sede centrale della nostra scuola, prima scuola a riaprire in settembre, ha ospitato a turni la nostra succursale distrutta, il conservatorio musicale e, la nostra palestra, gli esami per diverse scuole.  Per altre scuole sono stati realizzati i MUSP (moduli ad uso scolastico provvisorio) che, ad oggi, dopo 5 anni dal sisma sono lì ad ospitare in modo provvisorio gli alunni.

Abbiamo perso, purtroppo, due ragazze ed un insegnante e ciò ha scosso notevolmente i ragazzi ma tutti i cittadini hanno assorbito il colpo che li ha segnati cambiandone abitudini e modo di rapportarsi con gli altri. Purtroppo in città è cresciuto l’uso di psicofarmaci, di alcolici e sono aumentate le separazioni. I nostri giovani hanno perso la bellezza del centro storico come luogo di incontro  sostituendolo con i centri commerciali. Per questo abbiamo offerto ai nostri giovani il massimo della disponibilità della scuola e del fare musica al suo interno, convinti che la perdita dell’identità fosse il pericolo maggiore per una generazione che non ha vissuto a pieno i luoghi, le situazioni, la storia, le tradizioni, e tutto ciò che costituisce il patrimonio di un territorio. Tuttavia l’energia dei giovani è quella che dà la forza a chi giovane no è e che lo spinge a lottare per una ricostruzione più rapida possibile, ricostruzione fisica e ricostruzione dell’anima. Del resto è stata la capacità dei nostri giovani che, ad esempio, nel campo sportivo ci ha portato risultati eccellenti a livelli nazionali in più di uno sport proprio nel dopo sisma e con squadre organizzate alla meglio con chi era disponibile. Mentre scrivo stiamo svolgendo la VII edizione del Concorso Musicale “Marco dall’Aquila” ed è con immenso piacere che, attraverso il meraviglioso linguaggio della musica, ospitiamo un migliaio di giovani apportatori di esperienze diverse, pronti al confronto e scevri dalle più becere ipocrisie degli adulti. Il nostro territorio risorgerà, pezzo dopo pezzo, ci vorrà del tempo ma la tenacia dei nostri ragazzi ci aiuterà a rifondare la città e noi stessi”.