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Dopo Caltanissetta anche Mussomeli ha il suo “pipitone”. Ecco il mondo secondo il Rotary, l’opera che fa discutere

Redazione

Dopo Caltanissetta anche Mussomeli ha il suo “pipitone”. Ecco il mondo secondo il Rotary, l’opera che fa discutere

Sab, 24/05/2014 - 17:07

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opera RotaryUna struttura metallica, composta da cinque braccia alte circa 5 metri a rappresentare i cinque continenti che sorreggono un globo in bronzo. Un monumento commemorativo per celebrare i 100 anni di fondazione del Rotary e concepito nel 2005, ma che dopo nove anni, alcuni dei quali trascorsi a chiedere pareri persino alla sede internazionale del club negli Stati Uniti, ha trovato la sua raffigurazione plastica. Un’opera moderna, avveniristica, essenziale quanto futuristica, che il Rotary club ha voluto donare alla città, installandola nell’aiuola all’ingresso del viale Sorce, non molto distante dalla caserma dei vigili del fuoco. Una creazione che però, non appena è stata eretta, ha attirato una grandinata di critiche e di giudizi negativi. E nell’era 2.0, le dita che tastano il polso sono quelle dei social network. Su Facebook, tanto per citare il luogo più social che ci sia, nelle ultime ore è un florilegio di giudizi critici e di opinioni avverse. Il primo a manifestare un giudizio critico è il portavoce dei grillini Elio Di Salvo, severo pure nei confronti dell’Amministrazione per avernee autorizzato l’installazione. La sua bacheca in poche ora ha raccolto decine e decine di messaggi tra l’indignazione, lo stupore e qualche timida difesa. C’è chi ironizza, lanciando palesi confronti persino con produzioni della cinematografia di fantascienza, chi invece sottolinea somiglianze con i robot dei cartoni. Molti invece s’interrogano sul senso dell’opera, sul suo significato, sulla sua opportunità. Altri chiedono quanti soldi abbia speso il Comune per la sua realizzazione e segnalano pure problemi di visibilità viaria generati dall’imponente struttura metallica. Sul web c’è chi si fa contagiare dal complotto, insinuando che l’opera rappresenti l’emblema della massoneria. Di difensori per il momento se ne trovano davvero pochi. Chi è vicino al club si affretta a spiegare che nemmeno un centesimo è stato speso dal Comune, che si tratta di una donazione, di un prezioso cadeau fatto alla comunità. Un regalo già pensato 9 anni fa, concordato infine con questa Amministrazione che ha dato tutti i pareri positivi. Legittimo perciò che qualcuno lanci un parallelo con un altro regalo poi rivelatosi sgradito: la croce di Dozulè. Dopo le ire della Chiesa la Giunta lanciò una crociata contro quell’installazione, donata da un imprenditore genovese, che qualche mese prima era stata autorizzata dallo stesso esecutivo. In quel caso fu il giudizio religioso a sopraffare quello estetico. Qui invece, ad essere criticato sembra essere essenzialmente il valore artistico dell’opera.

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