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Frammenti di Giovedì Santo. Passeggiata fra Vare, folla, bande musicali, usi…..e nissenità varia

Redazione

Frammenti di Giovedì Santo. Passeggiata fra Vare, folla, bande musicali, usi…..e nissenità varia

Ven, 18/04/2014 - 14:23

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DSC_0068CALTANISSETTA – Scampoli di Giovedì Santo, fra Vare, riti, usi, costumi e stranezze, nel desiderio di rivivere la magia che ci travolgeva quando da bambini ci accodavamo ai Grandi Gruppi Sacri per non perdere neanche un attimo di quel rito affascinante.

Il vescovo, sua Eccellenza Mons. Mario Russotto, sempre sorridente, attento, solennemente attivo, passa sotto la nostra postazione, accompagnato dal clero e circondato dai fedeli: l’inizio della sfilata dei gruppi sacri è segnato da grande confusione, troppe persone passeggiano lungo il percorso. La temperatura è inclemente, un freddo inusuale per un 17 aprile, lasciamo cadere ogni considerazione cabalistica sul numero. Il primo flash è per “Chiachiò” leggendario personaggio, adesso trasferitosi in Piemonte, che torna puntualmente e che possiamo, senza tema di smentita, definire un regolatore di traffico eccezionale per i Gruppi Sacri. Un maestro di musica, di uno spartito, di una melodia che soltanto lui conosce: con le mani…frena, sposta, accellera, incoraggia, richiama. Ogni passo della banda, ogni sussulto delle Vare è soggetto ad una sua indicazione. “Chiachiò” è un mito: le sue imitazioni di motori con annessi aneddoti sono tramandati oralmente; sempre lì, senza timore per le primavere che si accumulano e per la schiena che si piega sotto il giogo della vecchiaia, la tradizione, la forza di voler essere parte del rito, non conosce ostacoli di sorta.

"Chiachiò"

“Chiachiò”

Ci accorgiamo che mancano le transenne lateralmente. Le persone, senza alcun riguardo, passano da un lato all’altro di Corso Umberto Emanuele: il caos e la confusione sono palpabili, certe volte il mescolamento di persone e bande, è talmente “promiscuo” che non si riescono più a distinguere le figure. Pochi turisti, non tanti nisseni, il freddo induce a godersi il focolare domestico. A ogni scatto sullo sfondo un palloncino, un addobbo, una costruzione “ambulante” che mal si addice alla religiosità: ci intristiamo. Perché dobbiamo intaccare la spiritualità del rito con il profano commercio? Le scelte non competono a noi, chi le ha fatte ne risponda alla sua coscienza.

Il Sinedrio si blocca dinanzi al Comune: l’ultimo giro di Michele Campisi con la fascia tricolore. Accanto a lui scorgiamo le figure degli assessori Laura Zurli, Carlo Giarratano, Giuseppe Firrone e fra i consiglieri Oscar Aiello, Antonio Favata e Gianluca Bruzzaniti. L’elenco non è esaustivo, ma di sera e fra la folla può essere che qualcuno sia sfuggito alla nostra osservazione: ci scusiamo, qualora fosse accaduto, sin da subito. Allo schierarsi della Giunta la banda intona “Ah sì, versate lacrime!” che rappresenta una delle colonne sonore della Settimana Santa: titolo che sembra attagliarsi perfettamente al momento, quello dell’addio di questa Amministrazione a Palazzo del Carmine.

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Senza parole

Giriamo fra la folla, osserviamo i bambini, i tanti smartphone che riprendono bande e “sfilata”. I ragazzi scherzano, ridono, mangiano e bevono. Non mancano saluti e auguri con alcuni dei candidati sindaci presenti fra la folla. Piacevole il breve dialogo con il Soprintendente Lorenzo Guzzardi, infagottato, che con occhio “clinico” guarda le opere d’arte in movimento. Vuole vivere la nissenità del rito come un cittadino normale, percepire odore e profumi, usi e costumi. Ci intratteniamo a discutere dell’ormai “mitico” museo delle Vare ma sono accenni, frammenti. Sull’argomento interviene anche Giancarlo Cancelleri, deputato regionale M5S, anche lui confuso fra i nisseni che affollano piazza Garibaldi. Ci salutiamo, ognuno riprende il proprio percorso: il nostro è dettato dal caso, dall’istinto, da una sorta di sesto senso.

Altro flash. Notiamo il capitano della Real Maestranza Michele Simone, adoperarsi come timoniere della “Traslazione”, appartenente all’unione dei Muratori, la sua categoria. Lui che in questa “Settima Santa” detiene le chiavi della città, consegnategli dal sindaco, con grande umiltà non esita a partecipare attivamente; l’ha sempre fatto in passato e anche quest’anno, nonostante la prestigiosa carica, non si tira indietro, “intrusciato” dentro il cappotto blu e con il papillon in bella mostra.

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Il Capitano Michele Simone con molta umiltà “timona” la vara del suo ceto: i muratori

Ormai da oltre due ore, siamo in giro. Notiamo gli operatori della Croce Rossa, i poliziotti, i carabinieri, le pattuglie della polizia municipale: occhi discreti ma attenti affinché tutto si svolga senza incidenti. Lasciamo alle spalle i grandi Gruppi Sacri, deponiamo il taccuino e la macchina fotografica, adesso anche per noi è il momento di tornare “anonimi” fra la folla: è il momento della riflessione e della spiritualità.

(“Passeggiata” di Michele Spena, Donatello Polizzi e Rino del Sarto)