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il Fatto di Richelieu: “Hollywood a Palazzo del Carmine”

Redazione

il Fatto di Richelieu: “Hollywood a Palazzo del Carmine”

Mer, 25/06/2014 - 23:56

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imageCALTANISSETTA – A un certo punto della cerimonia del giuramento dei  nuovi Consiglieri Comunali, l’aula di Palazzo del Carmine si è trasformata in un set da soap-opera americana: la first lady Adriana, che ha seguito la seduta non dalla tribuna del pubblico come si usa fare in queste occasioni, si è lanciata al centro dell’emiciclo per abbracciare e baciare appassionatamente suo marito-Sindaco, che aveva appena coronato il sogno di una vita, diventando a tutti gli effetti il primo cittadino di Magonza.

La Signora in questione, dopo l’indebita invasione di campo (l’emiciclo è riservato ai Consiglieri, ai componenti della Giunta, al Segretario Generale e ai Dirigenti, nonché al funzionario verbalizzatore e tuttalpiù alla stampa accreditata, pena la non validità della seduta)  ha continuato a seguire i lavori dal banco dei dirigenti del Comune, lanciando un evidente segnale della concezione che ha del suo ruolo di prima Signora, e della funzione che nei confronti del coniuge-Sindaco vorrebbe esercitare. Peraltro già collaudato in tutta una serie di altre occasioni pubbliche che l’hanno vista onnipresente co-protagonista al fianco del marito.

Lo spazio pubblico e i luoghi delle istituzioni, per quanto si possa avere considerazione per le gioie e gli affetti familiari, vanno rispettati anche nella prossemica e nella loro inviolabilità: sono la sede in cui la sovranità popolare si rappresenta, in cui i comportamenti individuali, le parole, i gesti e anche i silenzi, acquistano un senso che va oltre la vita personale e le relazioni quotidiane. Questo spiega la loro esclusività: non in senso elitario ed escludente, (come ai nuovi profeti della democrazia partecipata potrebbe sembrare obsoleto) ma proprio per rispettare il mandato che i cittadini, affidando la propria sovranità agli eletti, hanno voluto esprimere solennemente, votando, secondo la loro insindacabile volontà.

Clio Napolitano, moglie del presidente della Repubblica, durante il giuramento del Governo Renzi

Clio Napolitano, moglie del presidente della Repubblica, durante il giuramento del Governo Renzi

Questo spiega come in occasioni analoghe e di gran lunga superiori nell’ordine delle rispettive istituzioni, il posto delle famiglie degli eletti, posto d’onore peraltro, sia sempre nelle tribune riservate al pubblico, ancorchè in posizione centrale ed evidente, come avviene per il giuramento del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, dei Presidenti delle due Camere in Italia, e così negli altri paesi europei, e persino negli Stati Uniti, dove a Michelle Obama non sarebbe mai stato consentita (innanzitutto da se stessa) una simile scena di invadenza, come direbbero a Roma, un po’ “caciottara”.

Saper stare al proprio posto, e capire qual è, è il primo indicatore dell’intelligenza del cuore anche in una passione amorosa profonda e condivisa, quando il partner ha la responsabilità della rappresentanza pubblica, con tutti gli onori e gli oneri che ne conseguono. E in ogni caso, il cerimoniale ed il protocollo hanno delle regole ben chiare, esposte in accreditati manuali, e perfino conosciute da un apposito ufficio che anche nel Comune di Caltanissetta è sempre esistito. O forse non è sopravvissuto a quello squisito e travolgente campione di bon-ton che è stato il sindaco precedente?

imageNon addossiamo però alla buona Signora Adriana un biasimo eccessivo per questa prima, vistosissima, caduta di stile.

In un’Aula Consiliare in cui ormai i gruppi politici non si dispongono neppure più secondo lo schema istituzionale destra-centro-sinistra (rispetto alla Presidenza) come in tutti i luoghi istituzionali del mondo democratico (almeno di quello occidentale), e troviamo i consiglieri dell’Udc schierati all’estrema sinistra (che in un’aula ad emiciclo è il primo banco a sinistra) e dietro, verso il centro quelli del PD (compresa la consigliera No-Muos), può succedere di tutto.

E chissà quante altre ne vedremo.

Richelieu Richelieu