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Gela, inaugurata la mostra fotografica “Materia, luce, irriducibilità” di Attilio Scimone

Redazione

Gela, inaugurata la mostra fotografica “Materia, luce, irriducibilità” di Attilio Scimone

Lun, 16/12/2013 - 12:29

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Visionary landscapeGELA – E’ stata inaugurata sabato 14 dicembre, presso la Galleria d’Arte Contemporane Mulini Eventi di Gela, in corso Vittorio Emanuele 155, la mostra personale del fotografo Attilio Scimone, che può essere visitata tutti i giorni dalle 17 alle 20. La mostra si intitola “Materia, Luce, Irriducibilità” a cura di Diego Gulicia, con testo critico di Jean Claude Le Magny,  Leggiamo in un passaggio del testo critico: “Il linguaggio del dotto tende a riportare tutto a se stesso, la parola del poeta vuole cogliere il più piccolo particolare delle cose. La scienza realizza il suo progetto quando dimostra le identità più profonde. L’arte realizza il suo proposito quando evoca l’irriducibile. In questo la fotografia, che altro non sa che mostrare, è arte per eccellenza. Tutto ciò che deve alla chimica e all’ottica lo perde davanti al suo potere di fare apparire un universo incontaminato. La fotografia è ritiro, ricezione, accettazione, rifiuto di collegare le cose con luoghi comuni.”

attilio scimoneAttilio Scimone è un artista che opera nell’ambito della ricerca fotografica pura, approfondendo aspetti linguistico-strutturali della stessa che acquisiscono valenza anche nella ricerca visiva contemporanea. Egli inizia la propria formazione negli anni settanta durante gli studi universitari di Architettura.

In quegli anni approfondisce gli studi sulla percezione visiva, sull’estetica del paesaggio e sul linguaggio fotografico, che gli daranno le conoscenze basilari e gli permetteranno, negli anni successivi, di potere operare professionalmente in alcuni settori specialistici della fotografia. Contemporaneamente, le diverse collaborazioni avviate con artisti che operano nell’ambito della ricerca visiva, sia pittori che scultori, contribuiranno alla sua preparazione e alla sua formazione, con  ricadute che saranno visibili nei suoi lavori professionali come lo still-life, la fotografia industriale e quella paesaggistica.

Dal 1980 inizia un’assidua ricerca sui materiali fotografici che gli permetterà di sperimentare trattamenti particolari con prodotti chimici creando delle immagini nelle quali la profondità della luce e dei neri si fonde in un rapporto sempre più preciso e controllato. Queste immagini, ove è fondamentale il connubio con la materia, cominciano ad assumere sempre più valenza nell’ambito della ricerca visiva contemporanea, a tal punto che le opere realizzate le troviamo nelle manifestazioni artistiche unitamente alle opere pittoriche e scultoree dei maggiori artisti di ricerca. Alla fine degli anni ottanta, continuando l’indagine sui materiali, comincia la sua esplorazione all’interno della stessa emulsione fotografica. I neri profondi delle immagini vengono asportati dal supporto cartaceo con quella sua tecnica che chiama “grignotage” (incisione fotografica), e che svilupperà per il decennio successivo.

The fishDal 1986 si dedica all’insegnamento della fotografia, intrattenendo rapporti con diverse scuole pubbliche che lo introdurranno, in seguito, nel mondo della formazione professionale. La sua continua ricerca sul Paesaggio Siciliano e sull’Architettura lo porteranno, prima, alla pubblicazione di numerosi lavori con enti pubblici, come la Provincia di Caltanissetta, permettendogli di maturare un’esperienza approfondita della fotografia B/N e, dopo, alla pubblicazione a colori di “The scene”, una profonda incursione nel paesaggio dell’anima. Dagli inizi del 2000 quattro incontri importanti hanno segnato il suo rapporto con la fotografia e il mondo della ricerca artistica. Il primo è con l’allora editore della rivista fotografica “Gente di Fotografia” Enzo Mirisola, il secondo con il critico francese Jean Claude Lemagny, il terzo con il critico d’arte Diego Gulizia e, infine, il quarto, con il critico fotografico Pippo Pappalardo. Attraverso questi incontri ha consolidato il suo rapporto con la fotografia sempre tormentato: le “sue semplici fotografie” si sono allontanate dall’obiettivo fotografico per diventare un prodotto della mente. Nell’ultimo decennio ha iniziato la sperimentazione sulle possibilità artistiche offerte dai materiali Polaroid a trasferimento.

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