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Riqualificazione centro storico. Professionisti nisseni:”Sconcerto per la non assunzione di posizione della Soprintendenza”

Redazione

Riqualificazione centro storico. Professionisti nisseni:”Sconcerto per la non assunzione di posizione della Soprintendenza”

Ven, 18/10/2013 - 22:19

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CALTANISSETTA – “Constatiamo con amarezza e sconcerto che la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta continua a non assumere alcuna posizione (attraverso, ad esempio, note ufficiali) in merito alle peculiarità del quartiere Provvidenza: in particolare riguardo agli isolati 27 e 28, il cui tessuto evidenzia, tra l’altro, la presenza di emergenze aventi significative connotazioni di carattere storico-architettoniche, urbanistico-morfologiche e tipologico-costruttive, che incomprensibilmente ricadono fra i manufatti da demolire; si ricorda che il parere reso dalla Soprintendenza, in Conferenza dei servizi del 24/04/2013, appare asettico, non corredato da adeguate argomentazioni e da precisi riferimenti normativi, approvando di fatto l’intervento di demolizione e ricostruzione.

E di certo non rassicurano dichiarazioni di tipo verbale che garantirebbero interventi di tipo conservativo, o nuovi protocolli d’intesa in ordine a prescrizioni, che sembrerebbero disattese da parte dell’Amministrazione Comunale.

Grazie a questo atteggiamento, tanto ambiguo quanto contraddittorio, da parte della Soprintendenza, l’Amministrazione Comunale è riuscita ad appaltare e ad affidare i lavori.

Già il quartiere Provvidenza, negli anni in cui hanno amministrato la città le precedenti Amministrazioni, è stato oggetto, nell’ambito dei piani costruttivi per l’edilizia economico popolare in centro storico ex L.R. n°25/96, di un intervento simile a quello proposto adesso. Intervento che ha avuto un travagliato iter tecnico-amministrativo e che ha visto, a vario titolo, coinvolti l’Assessorato Regionale ai Beni culturali e Ambientali, il Consiglio Regionale dei Beni Culturali e l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente decretare la bocciatura dell’intervento proposto, per cui l’Assessorato Regionale ha chiesto al Soprintendente in carica la revoca in autotutela dei provvedimenti emessi: con prot. n. 2569 del 21/6/97 per il quartiere Angeli, prot. n. 3157 per il quartiere Provvidenza e prot. n. 4620 per il quartiere Santa Venera. I primi due adottati dal Consiglio Comunale con delibere n. 31 del 23 marzo 1999 e 43 del 2 aprile 1999, mentre per il terzo (Santa Venera), l’iter fu interrotto in conseguenza di una sopravvenuta classificazione dello stesso quartiere ad “Area di rischio di frana elevato R3”.

Con ulteriore nota del 22 aprile 1999, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali comunicava le risultanze del parere, sui piani in questione, del Consiglio Regionale dei Beni Culturali, espresso in data 12 aprile 1999 e l’azione ispettiva avviata dallo stesso Assessorato, evidenziando che i nullaosta rilasciati non apparivano conformi all’ordinamento per la salvaguardia dei centri storici, ed invitando quindi il Soprintendente all’annullamento in autotutela. Tale invito veniva successivamente ribadito con una successiva nota del 16 giugno 1999.

Riguardo a ciò l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali veniva sostenuto, nella sua azione, dal contenuto della sentenza della Corte di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana n. 490 del 13/09/1995, Sezione consultiva, dove viene chiaramente espresso il principio e la tendenza per il risanamento conservativo dei centri storici, in allineamento ai principi informatori espressi dall’articolo 55 della L.R. n.71 del 1978, e dall’acquisito parere del Consiglio Regionale che si allineava all’organo giurisdizionale.

Il 12 aprile 2000 la Soprintendenza revoca definitivamente, in autotutela, i pareri precedentemente espressi.

Per quanto sopra descritto, non si comprende come mai, ad oggi, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali, nell’ambito delle funzioni e competenze di vigilanza sulle Soprintendenze, al quale è stata inviata dettagliata nota il 14 giugno scorso, ed atteso che i sottoscrittori nel luglio scorso sono stati ricevuti dal responsabile della Segreteria tecnica di diretta collaborazione dell’Assessore, non ha provveduto ad attuare alcun intervento volto alla salvaguardia del tessuto storico in argomento, come, invece, è avvenuto qualche anno fa.
Approvare oggi un progetto come quello proposto dal Comune di Caltanissetta senza un’adeguata analisi del pregresso e dei fondamenti normativi può determinare conseguenze disastrose: la cancellazione di un tessuto storico-urbanistico di antiche stratificazioni, connotato da notevoli, peculiari valenze architettoniche. Un progetto giustificato, strumentalmente, dall’emergenza dei rischi, dalle cattive condizioni igienico-sanitarie del quartiere Provvidenza, dal rischio della perdita del finanziamento.

Un altro aspetto da evidenziare è quello connaturato alla legislazione vigente sui Lavori Pubblici, che contempla varianti entro certo limiti percentuali. Pertanto, redigere oggi un progetto di variante ancor prima dell’inizio dei lavori, con pretese economiche da parte dell’impresa, è in palese contrasto con i principi ispiratori di tutte le leggi e normative dell’ultimo decennio. In definitiva, ci chiediamo come sia possibile appaltare un’opera già viziata, per i motivi sopraesposti. Le prescrizioni formulate dalla Soprintendenza sono da ritenersi rilevanti e incidenti sul compendio dei lavori previsti (ad esempio la prescrizione relativa al diniego di eseguire strutture intelaiate in cemento armato).

Il presente documento intende anche far chiarezza in merito alle notizie riportate da organi di stampa locali (La Sicilia, Caltanissetta del 22 settembre 2013) in cui l’Amministrazione Comunale asserisce, in modo del tutto improprio, arbitrario, che chi ha criticato tali interventi non si sia attenuto ad un rigore tecnico-scientifico.”

dott. arch. Mario Cassetti
dott. ing. Amedeo Alberto Falci
dott. arch. Leandro Janni – Presidente regionale Italia Nostra Sicilia
dott. arch. Luigi Picone
dott. arch. Giuseppe Saggio
dott. arch. Giovanni Santagati

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