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Raddoppio 640: ė arrivata la fresa Tbm per lo scavo della galleria “Caltanissetta”

Redazione

Raddoppio 640: ė arrivata la fresa Tbm per lo scavo della galleria “Caltanissetta”

Mer, 04/09/2013 - 13:43

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CALTANISSETTA – E’ attraccata nei giorni scorsi al porto di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, l’ultima nave che trasporta i pezzi più pesanti della fresa Tbm. La talpa è arrivata in Sicilia via mare dalla Francia per realizzare, in provincia di Caltanissetta, una galleria di otto chilometri lungo la SS 640. I lavori di raddoppio della “Agrigento-Caltanissetta”, curati dalla società “Empedocle2” (raggruppamento di imprese Cmc di Ravenna, Ccc e Tecnis), sono in corso e proseguono a buon ritmo. La nave che trasportava i pezzi della grande macchina – la seconda più grande in Italia – è composta da tre livelli sui quali sono stoccate le componenti essenziali della macchina: testa, erettore, cuscinetto, coclea. La fresa che scaverà sotto la collina di Sant’Elia è, per dimensioni, la seconda che abbia mai scavato in Italia. La TBM è del tipo EPB ovvero realizza l’equilibrio al fronte tramite lo stesso materiale scavato che viene mantenuto in pressione dalla macchina. La parte destinata allo scavo è composta da tre parti fondamentali: la testa fresante, lo scudo ed un estrattore di terreno a coclea. Lo scudo, in particolare, che garantisce la sicurezza in fase di scavo permettendo la rimozione del terreno e la messa in opera del rivestimento, ha un diametro di quindici metri e la lunghezza complessiva del convoglio che entrerà dentro la collina è di circa 115 metri.
L’arrivo della macchina TBM a Caltanissetta è, per il cantiere e per tutto il territorio siciliano, un evento. Con trasporti eccezionali, attraversando la nuova 640, raggiungerà contrada Bigini, poco prima del capoluogo nisseno. Un’opera importante il raddoppio della 640, le cui attività sono quotidianamente monitorate, attraverso continui controlli nei cantieri, corsi sulla sicurezza ai lavoratori, al fine di rispettare i protocolli antimafia. Un tema, quest’ultimo, caro alla Cmc di Ravenna e all’Empedocle, come precisa il project manager Ingegner Pierfrancesco Paglini: “Crediamo profondamente in questa battaglia e per questo continuiamo ad essere accanto alle istituzioni, ai politici e agli imprenditori protagonisti del rinnovamento, credendo profondamente che il modello vincente della lotta a tutte le mafie sia l’impegno civile di chi opera sul territorio, prima di tutto servendo le Istituzioni con quello spirito di servizio che ha animato e animano i principali eroi della lotta alla mafia, convinti che l’imposizione del diritto sul favore sia l’unica strada per sconfiggere tutti coloro che con il sopruso opprimono lo sviluppo del territorio e la libertà di coloro che ci operano”.

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