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Il Bauffremont ad un passo dalla chiusura

Redazione

Il Bauffremont ad un passo dalla chiusura

Ven, 15/02/2013 - 10:51

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CALTANISSETTA – Il cine teatro Bauffremont agonizza. La famiglia Mandalà che detiene la proprietà del cine-salotto più rappresentativo della città ha iniziato a recitare il de profundis della prestigiosa struttura multisala che rischia anch’essa di essere travolta dalla crisi più generale e da quella in particolare che ha colpito il centro storico cittadino, dove l’apertura del transito di auto e i divieti si incrociano, aggravati dal preannunciato imminente inizio di nuovi lavori in via Salita Matteotti, dove è ubicato il Bauffremont, e in corso Vittorio Emanuele. La città rischia di trovarsi senza neanche un cinema. Il “Bellini” ha chiuso i battenti da oltre un anno. Regge ancora il Supercinema. La notizia dell’annunciata chiusura del Bauffremont si è diffusa con un passaparola tra i cittadini, creando sconcerto e amarezza. Il cinema per eccellenza della città chiude i battenti. La voce insistente si sta diffondendo rapidamente, lasciando un senso di vuoto, così come vuoti sono gli spazi culturali della città, ridotti ormai praticamente a zero. Tra qualche settima gli schermi si spegneranno definitivamente agli appassionati di cinema, che, per effetto della riduzione delle offerte si ritroveranno a emigrare e riempire le sale di centri commerciali e la città resterà sempre più spoglia, sempre più spenta. E siamo già in campagna elettorale: non mancheranno di riecheggiare i soliti discorsi e proclami dei candidati che parleranno di rivitalizzazione e di rilancio degli spazi culturali e di aggregazione. ”Da ieri – dice Michele Mandalà – abbiamo sospeso l’attività e cercheremo di capire quali programmi e quali saranno le prossime mosse dei nostri amministratori. Si parla del rifacimento della Salita Matteotti ma nessuno ci dice come e quando. Notizie che, per noi, sono fondamentali alla luce anche del fatto che siamo chiamati a garantire dei servizi, per eventuali incendi o attività di soccorso senza considerare il carico e la scarico del materiale necessario per l’attività teatrale. Qualche centro commerciale ci ha anche proposto di trasferire la nostra attività e noi ci stiamo seriamente pensando. Paghiamo lo scotto di una politica di improvvisazione oltre a quella strutturale che riguarda l’andamento del mercato”. (Fonte www.gds.it by Salvatore Mingoia)

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